L’ETÀ DELL’ORO – LE BANCHE CENTRALI DI TUTTO IL MONDO STANNO FACENDO INCETTA DI LINGOTTI. RUSSIA, TURCHIA, CINA, MA ANCHE POLONIA E VENEZUELA: GLI ACQUISTI SONO AUMENTATI DEL 22%, MA PERCHÉ? – C’È LO SPETTRO DI UN CROLLO DI VALORE DEL DOLLARO E DELL’ECONOMIA CINESE. E IL 2019 POTREBBE SEGNARE UNA SVOLTA ANCHE SUL PREZZO. LA SCOMMESSA È ARRIVARE A…

1 – BANCHE CENTRALI, È SCATTATA LA CORSA ALL' ORO

Francesco Bisozzi per “il Messaggero”

lingotti d'oro

 

Novantadue tonnellate d' oro sono finite nei caveau della banca centrale russa. Anche Ankara sta facendo incetta di lingotti: nel terzo trimestre del 2018, mentre la lira turca si svalutava del 25%, la Turchia ha acquistato 18,5 tonnellate d' oro, portando le sue riserve auree a quota 258,6 tonnellate. L' Ungheria di Viktor Orbán le ha addirittura decuplicate, a ottobre, passando da 3 a 31,5 tonnellate nel giro di poche settimane. Lo stesso ha fatto la Polonia, che oggi dispone di 116,7 tonnellate (erano 13,7 a giugno).

 

Risultato? Secondo il World Gold Council, durante la scorsa estate le banche centrali hanno acquistato nel complesso 148 tonnellate d' oro, il 22% in più rispetto al 2017. Segno che la prospettiva di una nuova crisi globale si sta facendo sempre più tangibile.

ORO NELLA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

 

LE MOSSE

Ma la corsa all' oro delle banche centrali va avanti già da tempo. La Germania, le cui riserve auree sono seconde solo a quelle degli Stati Uniti, a partire dal 2013 ha iniziato a rimpatriare molti dei lingotti che custodiva all' estero, nei caveau della Federal Reserve e della Bank of England oltre che della banca centrale francese, per un controvalore pari a 95 miliardi di euro.

 

La Cina, che dichiara di possedere circa 1.800 tonnellate d' oro, in realtà secondo gli analisti potrebbe averne accumulate oltre ventimila dal 1983 a oggi. Persino il Venezuela di Maduro si è mosso: il Banco Central de Venezuela ad agosto ha chiesto alla Bank of England la restituzione di 14 tonnellate di lingotti d' oro, corrispondenti al 10% delle riserve auree del paese latinoamericano. Restano stabili invece le riserve auree della Banca d' Italia, quarto detentore di oro al mondo (possiede 2.452 tonnellate), dopo la Federal Reserve statunitense, la Bundesbank tedesca e il Fondo monetario internazionale.

 

LE RAGIONI

Dietro all' inusuale corsa all' oro generata negli ultimi mesi dagli acquisti delle banche centrali, risiedono numerosi fattori che sembrano annunciare l' approssimarsi di una nuova era d' instabilità.

 

LINGOTTI D ORO

L' indebolimento del dollaro è uno di questi: sono sempre più numerose le banche d' affari che ne prevedono il crollo. Come Morgan Stanley, che in un report dal titolo eloquente, Time to sell Usd («È ora di vendere il dollaro»), ha affermato nelle scorse settimane che l' indice del dollaro passerà da 97 a 82 punti nel giro dei prossimi ventiquattro mesi: per la valuta di Donald Trump il 2020 sarà un anno nero, scommettono gli analisti.

 

LA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

Ma si temono anche gli effetti di un rallentamento dell' economia cinese, determinato dalla guerra dei dazi innescata da Washington. Con in pancia 1,15 trilioni di dollari di titoli di Stato americani, Pechino è il più grande detentore del debito statunitense. Non è escluso, però, che decida di sbarazzarsene. Se le profezie si avvereranno, chi avrà l' oro detterà le regole.

 

2 – RITORNA «LA FEBBRE» DELL' ORO LA SCOMMESSA È QUOTA 1.550

Ennio Montagnani per “il Giornale”

 

Contrariamente a quando è accaduto in altri momenti di difficoltà dei mercati azionari internazionali - nel 2018 l' indice S&P 500 ha perso il 6,2% mentre l' Msci world il 10,4% - lo scorso anno l' oro e gli altri metalli preziosi non sono stati oggetto di acquisti massicci da parte degli investitori istituzionali alla ricerca di «beni rifugio».

 

Perché le preoccupazioni collegate al ciclo economico e alla guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina hanno pesato al punto da provocare a volte un sostanziale «congelamento» delle strategie.

 

quantitative easing DOLLARO SIRINGA

L' anno appena incominciato, assicurano gli analisti del settore, dovrebbe però segnare un punto di svolta. E il metallo giallo apprezzarsi abbastanza rapidamente dai 1.284 dollari l' oncia attuali a 1.300 e poi a quota 1.375. Quindi, ma soltanto se saranno vinte alcune forti «resistenze» anche di natura tecnica, forse addirittura toccare i 1.550 dollari.

 

Alla base dell' atteso mini-rally ci sono, secondo gli esperti, per prima cosa una domanda mondiale di metallo giallo che resta sostenuta, soprattutto dall' India, paese che è uno dei più grandi compratori al mondo. Per non parlare del fatto - nota Mark Lacey di Schroders - che il rialzo dei tassi deciso dalla Fed determinerà un rallentamento dell' economia Usa, raffreddando così la forza del dollaro, la valuta nella quale il metallo prezioso è quotato sui mercati finanziari internazionali.

 

Questa tesi è condivisa da Goldman Sachs che, proprio per il rallentamento della ripresa internazionale, si attendono un ritorno di fiamma per i beni rifugio.

lingotti oro

 

A partire dall' oro che, ha detto Goldman Sachs, potrebbe beneficare anche degli ordini di acquisto dalla Federal Reserve. Ma quali potrebbero essere i livelli delle quotazioni al rialzo per il metallo giallo nel 2019? Gli analisti di InvestingHaven - osservando l' andamento del prezzo dell' oro degli ultimi 40 anni e incrociandolo con quello del dollaro, dei tassi di interesse statunitensi al netto dell' inflazione e il Cot (Commitment of Traders, il rapporto tra investitori rialzisti e ribassisti) - hanno formulato una previsione moderatamente rialzista dei prezzi dell' oro per i prossimi 12 mesi.

 

Più in particolare le previsioni sono per un graduale rialzo verso l' area 1.300 dollari, con buona probabilità di raggiungere appunto i 1.375 dollari. A questo livello però è posta una forte resistenza tecnica: se le quotazioni la superassero - la probabilità è stimata al 20% - il prezzo dell' oro potrebbe proiettarsi fino a 1.550 dollari entro la fine del 2019. Per contro esiste però la possibilità (stimata al 5%) che le quotazioni possano invece cadere sotto i 1.200 dollari.

lingotti oro

 

Quanto agli altri metalli preziosi, il platino, dopo aver perso l' 11% in euro nel 2018 potrebbe continuare a calare anche nell' anno appena iniziato in quanto la domanda a livello globale è stimata in discesa, mentre l' offerta dovrebbe risultare superiore alle richieste sebbene in leggera contrazione rispetto agli ultimi due anni. Infine, l' argento, che ha perso circa sette punti percentuali nel 2018, potrebbe risalire nei prossimi 12 mesi soprattutto se il dollaro si mostrasse meno forte. Se la quotazione dell' argento - attualmente a 15,5 dollari l' oncia - riuscisse poi a rompere con decisione la resistenza tecnica posta a 16 dollari, secondo gli esperti, potrebbe portarsi dapprima in area 17 dollari. Per poi salire fino a toccare un prezzo di 21,5 dollari.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO