luigi di maio davide casaleggio alessandro di battista beppe grillo

UN SALVINI DI TROPPO – IL DIVORZIO FRA GRILLO E DI MAIO ISPIRATO DA CASALEGGIO – IL BURATTINAIO A CINQUE STELLE VUOLE UN’ALLEANZA DOPO LE ELEZIONI CON LA LEGA (MEDIATA DA GIORGETTI). BEPPE CONTRARIO (UN PANDA CHE MANGIA CARNE?) E CAMBIA CAVALLO: DA QUI LA MANCATA CANDIDATURA DI DI BATTISTA 

 

DAGONOTA

 

LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO

Come Dagoanticipato in tempi non sospetti, Grillo si è allontanato dalla sua creatura. Fino a poco fa, i contorni del divorzio erano confusi. Ora diventano sempre più nitidi e si capiscono i motivi (profondi) della rottura.

 

Lo steward di Pomigliano ha scelto il “burattinaio” del suo futuro politico. E non è Beppe. Ormai è noto a tutti che “Giggino” s’è affidato mani e piedi (e, soprattutto, cervello) a Davide Casaleggio, preferendolo a Beppe. E Casaleggio junior che detta cifra, contenuti e slogan per la campagna elettorale. Financo, strategie.

GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO

 

La più “pesante” di tutti è il futuro del Movimento a partire dal 5 marzo. Davide ha detto a Di Maio e Di Maio ripete a pappagallo che il Movimento è pronto a fare alleanze con uno o più partiti dopo le elezioni. La condizione? Accogliere la “maggioranza dei punti programmatici” a Cinque stelle. A quel punto, per “Giggino” si aprirebbero le porte di Palazzo Chigi e per Casaleggio i sofà dei salotti buoni.

 

Giancarlo Giorgetti

Una posizione che Grillo vede peggio di un cane in chiesa. E non è un caso che il comico abbia paragonato le alleanze post elettorali al panda che mangia la carne.

 

E quale potrebbe essere il partito pronto a fare alleanze con l’M5S? Indiziato “numero uno” è, ovviamente, la Lega. Dalle parti della Pianura Padana si racconta che a tessere i rapporti fra i lumbard ed il Movimento sia quel tal Giorgetti che, per mancanza di materiale umano, è diventato il “gianniletta” di Salvini.

SALVINI POPULISTA

 

Beppe lo è venuto a sapere e ci è rimasto malissimo. Tant’è che oltre al blog personale abbia in mente di marcare ulteriormente la distanza dalla sua “creatura”. Al punto che avrebbe promesso vendetta-furiosa-vendetta contro il duplex Di Maio/Casaleggio. Ma soprattutto contro il Burattinaio di GiGGino.

 

Ora si spiega il motivo perché Alessandro Di Battista non si è candidato alle elezioni. E’ lui il Pupo che il Puparo Grillo conta di utilizzare in chiave anti-Di Maio e contro il Movimento.

 

IL BLOG, UN TESORETTO DA MEZZO MILIONE ALL’ANNO

Domenico DI Sanzo per il Giornale

 

Il fondatore del Movimento dei «francescani» e della «decrescita felice» stacca il suo blog da Casaleggio, l' altro fondatore, per papparsi i ricavi della pubblicità. È la brutale, ma vera, sintesi di quello che sta accadendo tra Beppe Grillo, il suo blog e l' azienda di famiglia del guru dei Cinque Stelle. Un business fatto di inserzioni, banner, clic, visualizzazioni. E un bel po' di soldi, il vero motivo del divorzio tra Grillo e la Casaleggio Associati.

beppe grillo davide casaleggio

 

Un giro d' affari che si può stimare intorno ai 500mila euro annui di introiti pubblicitari, senza contare i diritti d' autore e d' immagine del comico, più i suoi libri, anche loro ai bei tempi editi dalla società editrice «Adagio», di proprietà dei Casaleggio.

 

Tutto, come al solito, è avvolto da una coltre di mistero. Infatti non esistono delle stime ufficiali sui ricavi del blog di Beppe Grillo. E non sono mai esistite. Nel passato si è parlato anche di cifre spropositate come 10 milioni di euro all' anno. La Repubblica in un' inchiesta del 2014 aveva calcolato i ricavi pubblicitari del sito del comico in una cifra oscillante tra i 384mila e i 768mila euro annui. Con 92 centesimi, commissioni escluse, per ogni mille inserzioni cliccate. Infine, l' ammontare stimato con più precisione era di 570mila euro all' anno di guadagni da pubblicità. Secondo una voce interna, un tempo vicina al Movimento e a Casaleggio «ora come ora si tratta di una cifra tirata per i capelli, ma comunque siamo intorno ai 500mila euro all' anno».

GRILLO CASALEGGIO

 

Un tesoretto pubblicitario dal quale va esclusa tutta «l' attività di merchandising» che ruota intorno allo showman: spettacoli, libri, tour e tutta la sua immagine. E proprio per questo il «garante del M5s» ha richiamato a sé Cencio Marangoni, il vecchio impresario messo in disparte nel 2005 dall' ingresso della Casaleggio Associati nel business-Grillo.

 

Il comico, nelle pochissime occasioni in cui ha dato delle cifre, ha parlato di «500-600mila» visite al giorno per il blog. Ma i dati del traffico sono in picchiata. Secondo Alexa, una società del gruppo Amazon leader nelle classifiche mondiali dei siti web più visitati, il blog nel 2006 era terzo nella top ten mondiale, preceduto solo dalla Cnn e dalla Bbc, nel 2009 si piazzava settimo. Oggi il ranking di Alexa ci dice che il sito di Grillo è nella posizione 22.144 al mondo, 445 in Italia. Per correre ai ripari, la Casaleggio nel 2016 fonda «Il Blog delle Stelle» e «Rousseau». E cominciano i problemi tra i due fondatori, sempre per motivi economici più che politici. Beppe Grillo sembra sempre più isolato e tagliato fuori dalla gestione e dai profitti del blog.

GRILLO CASALEGGIO

 

A dimostrarlo sono le sue dichiarazioni dei redditi pubblicate sul sito Parlamento.it nella sezione «Dirigenti e tesorieri di partito». Il signor Giuseppe Piero Grillo nel 2015 ha dichiarato 355mila euro, nel 2016 72mila euro. Il comico è più povero di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista che, grazie al loro stipendio da parlamentari, nel 2016 hanno dichiarato ben 98mila euro a testa.

 

Una dèbacle inaccettabile per il saltimbanco più famoso d' Italia, inserito nel 2009 dalla patinata rivista Forbes tra le più splendenti web star mondiali. Poi, le Stelle sono diventate cinque e sono cominciati i guai e le tensioni con Gianroberto e la sua azienda; attriti che sono esplosi con l' entrata in scena dell' erede Davide e della piattaforma «Rousseau». Grillo ha dovuto vendere pure una villa in Svizzera, a Lugano. Ora basta. Prendi il blog e scappa.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...