luigi di maio sergej lavrov

SANZIONI D'AMORE - DI MAIO INCONTRA IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO E CHIEDE ALL'UNIONE EUROPEA DI ''APRIRE UNA RIFLESSIONE'' SULLE SANZIONI COMMINATE ALLA RUSSIA DOPO L'INVASIONE DELLA CRIMEA - GIGGINO HA CHIESTO A LAVROV DI TOGLIERE LE CONTRO-SANZIONI SUI PRODOTTI ITALIANI - E POI HANNO PARLATO DI LIBIA: L'ITALIA NON VUOLE UNA SOLUZIONE MILITARE

 

Da www.ilsole24ore.com

 

LUIGI DI MAIO SERGEY LAVROV

L’Italia chiede che l’Ue apra una riflessione sulle sanzioni comminate da Bruxelles alla Federazione russa all’indomani della crisi in Ucraina. Nella conferenza stampa al termine dell’incontro con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, il responsabile della Farnesina Luigi Di Maio - in linea con la posizione più volte espressa dal leader della Lega Matteo Salvini - ha spiegato che «l’Italia si muove nel solco dell’Ue ma - ha anche aggiunto - vogliamo promuovere una riflessione politica in sede Ue che preveda gli effetti sulle nostre aziende delle sanzioni e contro sanzioni russe. Nello stesso tempo servono anche passi avanti sull’accordo di Minsk, fondamentale per riuscire a scongelare la situazione».

 

«Ho espresso a Lavrov l’esigenza di rimuovere una sanzione che secondo me non rientra nei parametri di quelle ideate nei confronti dell’Ue che riguarda il parmigiano reggiano, perché non rispecchia i parametri di altre sanzioni», ha aggiunto Di Maio.Il leader politico M5S ha poi annunciato che a luglio sarà in Russia.

 

LUIGI DI MAIO SERGEY LAVROV

Di Maio a Lavrov: preoccupa Libia, no soluzione militare

I due ministri hanno affrontato anche un dossier strategico per l’Italia: quello libico. «Ho rappresentato a Lavrov le nostre preoccupazioni per l’intensificarsi della guerra civile in Libia», ha detto Di Maio, sottolineando che «non esiste una soluzione militare». Quanto poi all’intesa sui confini marittimi siglata a Istanbul tra il presidente Recep Tayyip Erdogan e il premier del governo di Accordo nazionale libico (Gna), riconosciuto dall’Onu e principale interlocutore dell’Italia, Fayez al-Sarraj, il responsabile della Farnesina ha commentato: «l’accordo è tutto da dimostrare».

 

Di Maio avverte: niente fughe in avanti sulla Libia

Il pentastellato ha messo in evidenza quanto sia opportuno evitare fughe in avanti che potrebbero mettere a repentaglio la stabilizzazione del paese del Nord Africa. Un’osservazione che scaturisce dal fatto che in Libia è cresciuta la penetrazione russa, che ha affiancato quella cinese e turca. Secondo il New York Times, il Cremlino avrebbe inviato circa 200 mercenari russi, a sostegno dell’offensiva scatenata dall’esercito nazionale libico (Lna), guidato dal generale Khalifa Haftar, nei confronti di Tripoli.

 

Le tante interferenze nel Paese

LUIGI DI MAIO SERGEY LAVROV

Il problema della Libia, ha ricordato Di Maio al ministro russo, non è «solo un conflitto tra le parti libiche ma vede troppe interferenze, ogni iniziativa dovrebbe entrare nell’alveo della conferenza di Berlino, non perché c’è una presunzione di superiorità europea, ma se tutti sono impegnati a lavorare sul cessate il fuoco è importante non promuovere fughe in avanti». La conferenza di Berlino, promossa dalla Germania per mettere allo stesso tavolo tutti i giocatori della partita libica, dopo i precedenti di Parigi e di Palermo, si dovrebbe tenere alla fine di gennaio. «Sono pienamente d’accordo» con Di Maio - è stata la replica di Lavrov -: la situazione in Libia è estremamente complessa perché ci sono troppi giocatori e si sollevano troppe domande su chi è legittimo e chi più legittimo».

 

Qualche ora prima del faccia a faccia con il ministro degli Esteri russo, Di Maio ha avuto un colloquio con l’inviato speciale dell’Onu per la Libia Ghassan Salamè, a margine della 5a edizione della Conferenza Rome Med – Mediterranean Dialogue. In quell’occasione il responsabile della Farnesina ha espresso il «convinto sostegno dell’Italia all’azione dell’Onu in Libia per la cessazione delle ostilità e il rilancio del processo politico. Non esiste soluzione militare», ha ribadito, rinnovando «l’impegno dell'Italia sulla conferenza di Berlino».

al serraj haftar giuseppe conteCONTE SERRAJ

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO