1. SCAMPATO PERICOLO AD AOSTA: IL TROMBATO INGROIA DIVENTERÀ IL BEFERA SICILIANO 2. E’ PASSATO IN POCHI MESI DALL’INCHIESTA SULLA “TRATTATIVA” (CHE DOVEVA RI-RACCONTARE L’ITALIA) A UN INCARICO ONU (CHE DOVEVA RI-RACCONTARE IL GUATEMALA) ALLA FONDAZIONE DI UN PARTITO (CHE DOVEVA RIVOLUZIONARE L’ITALIA) A UN INCARICO DA GIUDICE AD AOSTA (CHE DOVEVA RIVOLUZIONARE LA VITA DI INGROIA) 3. LE IRONIE NON RISPARMIANO NEPPURE IL “METODO CROCETTA” CHE CONSISTEREBBE NEL PARARSI (POLITICAMENTE) IL DERETANO CON DISCUTIBILI E DISCUSSE NOMINE DI ASSESSORI

1. INGROIA SI RICICLA SCERIFFO DELLE TASSE
Filippo Facci per "Libero"

Circolano ironie scioccherelle. La notizia che il governatore Rosario Crocetta ha nominato Antonio Ingroia a capo della società Riscossione Sicilia (ma soprattutto la notizia che Ingroia ha accettato l'incarico) ha indotto a facili sarcasmi circa la ridimensionata ambizione del magistrato siciliano, passato in pochi mesi dall'inchiesta (sulla «trattativa» (che doveva ri-raccontare l'Italia) a un incarico Onu (che doveva ri-raccontare il Guatemala) alla fondazione di un partito (che doveva rivoluzionare l'Italia) a un incarico da giudice ad Aosta (che doveva rivoluzionare Aosta, ma soprattutto la vita di Ingroia).

Invece, appunto, l'ex eterno allievo di Borsellino diventerà il Befera siciliano. Le ironie non risparmiano neppure il Governatore, addebitato di modalità che gli scioccherelli riconducono non a un «metodo Crocetta» ma a un più collaudato «metodo Mastella», che consisterebbe nel pararsi (politicamente) il deretano con discutibili e infatti discusse nomine di assessori: dall'ex vicequestore antimafia di Gela (già testimone, in passato, di alcune equivoche frequentazioni di Crocetta) a quella di Lucia Borsellino (figlia di Paolo) ai due noti assessori al cosmo (nel senso di vuoto) Franco Battiato e Antonino Zichichi.

Fare il capo degli esattori non pare la piattaforma ideale per guadagnare popolarità in vista di una prosecuzione dell'attività politica: ma Ingroia evidentemente non bada a queste cose. Riscossione Sicilia (ex Serit) è un'azienda partecipata che si occupa della riscossione dei tributi, appartiene al 90 per cento alla Regione e al 10 per cento ad Equitalia; Crocetta aveva denunciato «irregolarità» nella gestione della riscossione (sprechi, buchi, ordinaria amministrazione siciliana) ma adesso arriva Ingroia e i siciliani c'è da giurare che faranno festa.

«Penso che vista la mia esperienza», ha detto Ingroia, «sia più utile il mio impegno al vertice di Riscossione Sicilia, piuttosto che un pre pensionamento d'oro da giudicante in sovrannumero ad Aosta». Non è chiarissimo il riferimento all'esperienza, e sarebbe interessante un paragone tra i rispettivi stipendi.

Altri non disdegnano scetticismi e timori, com'è normale: il fondatore di Rivoluzione Civile, già durante la campagna elettorale, aveva teso a confondere la mafiosità con l'evasione fiscale: «Mafie, corruzione e grande evasione fatturano 180 miliardi di euro all'anno... La legge Ingroia-La Torre si propone esattamente questo: colpire la criminalità organizzata aggredendone i capitali illeciti».

L'indiscriminata equiparazione (mafia-corruzione-evasione) può sembrare una sparata generica e buttata lì, ma Ingroia non pare il tipo. I siciliani avranno modo di verificare e riscoprire la sua fattiva concretezza. Al tribunale di Aosta, per contro, si mordono le dita.


2. ORA IL CSM DECIDERÀ SULL'ASPETTATIVA
Da "Libero"

Adesso la parola passa al Consiglio superiore della magistratura. Sarà infatti Palazzo dei marescialli a decidere se concedere all'ex procuratore aggiunto di Palermo e leader di Rivoluzione civile, Antonio Ingroia, l'aspettativa necessaria per ricoprire l'incarico di presidente del Consiglio di amministrazione di Riscossione Sicilia Spa, assegnatogli dal governatore della Sicilia Rosario Crocetta.

Intanto per mercoledì il plenum ha già all'ordine del giorno il voto sulla delibera della terza commissione che ha assegnato a Ingroia, allo scadere dell'aspettativa che gli era stata concessa per motivi elettorali, il posto di giudice ad Aosta, l'unico collegio in Italia dove non si era candidato. Una delibera che potrebbe però essere superata se nel frattempo gli si dovesse concedere l'aspettativa per l'incarico alla Regione Sicilia.

Ha dubbi sulla nomina, intanto, Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso da Cosa Nostra il 19 luglio '92: «Per la verità preferivo Ingroia quando faceva il suo lavoro di magistrato e lo faceva in maniera egregia, mentre su Ingroia politico preferisco non pronunciarmi». Ironico il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri: «Da rivoluzionario a gabelliere. Tutti i salmi finiscono in gloria».

 

prima i picciolikk esattore di salemik bak dos trombones re crocetta kakka seriton kk seriton kk ANTONIO INGROIA CON IL SIMBOLO DELLA SUA LISTA Crocetta

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)