parisi castagnetti

SE VINCE ELLY SCHLEIN, I CATTOLICI SE NE ANDRANNO DAL PD - DOPO LE RISSE TRA CORRENTI E IL QATARGATE, PER I DEM C’È IL RISCHIO SCISSIONE DA PARTE DEGLI EX DEMOCRISTIANI – ALLE BORDATE DI CASTAGNETTI, L’UOMO PIU’ VICINO A MATTARELLA (“NEL 'QATARGATE' NON SI VEDE UN DEMOCRISTIANO NEPPURE COL BINOCOLO, MA SOLO EX PCI”) SI AGGIUNGE ANCHE ARTURO PARISI, FONDATORE DELL’ULIVO: IL TIMORE CHE CON LA SCHLEIN IL PD POSSA DIVENTARE UN NUOVO PARTITO COMUNISTA…

Antonio Socci per “Libero quotidiano”

 

pierluigi castagnetti foto di bacco

Nel caos del Pd, fra risse di correnti, pessime notizie da Bruxelles e sondaggi apocalittici, è passata in secondo piano la vera novità politica: il (possibile) divorzio fra democristiani e comunisti con l'eventuale riesumazione di un simil-Pci sulle ceneri del Pd e la fuoriuscita della cosiddetta "componente cattolica" (la vecchia sinistra dc). Sarebbe la fine del Pd che nacque nel 2007 proprio dall'abbraccio fra i (post)democristiani e i (post)comunisti. A quel tempo si pretese di nobilitare il connubio evocando i rispettivi padri: Moro e Berlinguer. In realtà, secondo Cacciari, la molla di quel matrimonio non furono gli ideali, ma fu - più prosaicamente - il potere: «Il Pd non è un partito, è un insieme di avanzi di partito il cui unico collante è il potere.

 

PIERLUIGI CASTAGNETTI

Deve resistere al governo per esistere. Infatti dove non sono al governo, come in alcune regioni del Nord, vivono uno smottamento completo, hanno zero base sociale. Se salta l'alleanza con i 5stelle loro che fanno? Non hanno strategia, non hanno anima». In effetti, la perdita del potere- dopo il voto del 25 settembre sta facendo saltare quel matrimonio stipulato fra «avanzi di partito».

 

Ma cosa è successo? Il caso politico esplode ufficialmente il 19 dicembre e ha come protagonista Pierluigi Castagnetti che è «uno degli ultimi segretari del Partito Popolare, poi confluito nel Pd», nonché «l'uomo forse più vicino a Mattarella» scrive Marcello Sorgi «ai tempi in cui l'attuale Capo dello Stato ancora militava nelle file popolari».

 

arturo parisi

Castagnetti lunedì ha convocato, con spirito polemico, i "popolari" del Pd a discutere della corsa verso sinistra del PD. Anche il luogo scelto per quell'assemblea pubblica è eloquente: l'Istituto Sturzo, lo stesso in cui lo storico Gabriele De Rosa il 18 gennaio 1994 lanciò il manifesto del nuovo Partito Popolare nato sulle ceneri della Dc.

 

LA MARGHERITA Il messaggio dunque era: siamo pronti ad andarcene e a rifare il Partito Popolare (o la Margherita). Che poi questo si avveri è dubbio, considerando la perdita di voti e il fallimento di questi decenni. Ma anche minacciarlo è dirompente. E già Matteo Renzi - che proviene da quella stessa storia ed è uscito dal Pd in anticipo- mentre lancia messaggi amichevoli a Berlusconi spalanca le porte ai suoi amici degli anni del Ppi e della Margherita. Secondo il politico fiorentino se il Pd archivierà la Carta dei valori del 2007 e indicherà «Blair e Obama come i nemici, come alcuni dentro il Pd dicono, se si arriverà lì è evidente che la cultura cattolica lascerà» il partito «e verrà a dare una mano a noi, dentro la costruzione di questo terzo polo che sarà molto forte alle europee».

 

bonaccini de micheli schlein

In realtà non si capisce cosa c'entrino Blair e Obama con Moro, De Gasperi, Dossetti e Zaccagnini. Sono all'opposto della tradizione politica democristiana. Proprio abbracciando l'ideologia di Obama e Blair, nel decennio scorso, il Pd si è trasformato in una sorta di "partito radicale" (o radical-chic) che avrebbe dovuto provocare disagio nei cattolici. Ma è vero - come dice Renzi - che la guerra attuale è scoppiata sulla questione della "carta dei valori".

 

La Carta del 2007 (scritta da Reichlin e Scoppola) era il manifesto ideologico del Pd e se ora è stata lanciata una "presunta assemblea costituente" per riscrivere quei valori, sottolinea Castagnetti, significa che «cambiano la natura del Pd». Già il 4 dicembre aveva tuonato: «Costituente (?) del Pd. Un gruppo di nominati, in buona parte neppure elettori, che attraverso la modifica di statuto e carta dei valori vuole far cambiare natura al PD. Ma se cambia natura non è più il Pd. Semplice. Fermate la giostra, per favore».

 

arturo parisi romano prodi

L'assemblea di lunedì scorso, secondo Francesco Cundari, «ha demolito la bizzarra idea di un gruppo dirigente sconfitto che si autoincarica di riscrivere la carta fondamentale del partito e addirittura di rifondarlo».

 

Rincara la dose Arturo Parisi, uno dei fondatori dell'Ulivo e del Pd, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Prodi, ministro, parlamentare e professore universitario (nonché, in gioventù, dirigente dell'Azione Cattolica): «Stanno riportando il Pd nella casa le cui fondamenta sono state messe a Livorno nel 1921 (allude alla fondazione del Pci, nda), questa costituente è un gran pasticcio». Secondo Parisi stanno fondando «un nuovo partito figlio dell'unione del vecchio Pd e di Articolo 1» tanto è vero che il «comitato costituente» è guidato «come 'garanti' alla pari da Letta e Speranza, segretari dei due partiti promotori».

 

 

elly schlein

LA CANDIDATA ELLY In sostanza rifanno il Pci. E tutto questo paradossalmente avviene, aggiunge Parisi, «con Popolari come Letta e Franceschini alla guida del Pd». S' intuisce dunque che il problema - oltre alla Costituente e alla riscrittura della Carta dei valori - è rappresentato anche dalla candidatura alla segreteria di Elly Schlein (considerata favorevole a un'alleanza con il M5S). Parisi rilancia coloro che bersagliano Francesco Boccia appena diventato coordinatore della campagna elettorale della Schlein.

 

Castagnetti, in proposito, aveva già lanciato anatemi il 20 novembre: «PD. Avevamo già eletto una Presidente non iscritta (evidentemente non ci credeva abbastanza), e adesso cambiamo lo Statuto per consentire a chi non è iscritto (perché evidentemente non ci crede abbastanza) di diventarne addirittura segretario. Cos' altro?».

 

La polemica è scoppiata pure sulle notizie provenienti da Bruxelles. Castagnetti ha rilanciato un tweet in cui si legge: «Nel 'Qatargate' non si vede un democristiano neppure col binocolo, ma solo ex Pci». Il tema dell'assemblea dc di lunedì era: «Ancora utili all'Italia?». I "popolari" dentro a questo Pd si sentono estranei: «La nostra presenza» ha detto Castagnetti «viene descritta come fosse un freno». Nei prossimi mesi può verificarsi l'esplosione del Pd. Per ora volano gli stracci e i sondaggi precipitano.

CASTAGNETTI DELRIO

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?