È’ LA SETTIMANA TERRIBILE DI SARKOZY. DUE GIORNI FA HA SCOPERTO DI ESSERE STATO REGISTRATO PER ANNI DAL SUO STESSO CONSIGLIERE ALL’ELISEO. IERI HA SAPUTO DI ESSERE INTERCETTATO DA QUASI UN ANNO DA DUE MAGISTRATI PER IL CASO DEI FINANZIAMENTI LIBICI

Le telefonate del capo di Stato emerito ascoltate per mesi e mesi dagli inquirenti, è una cosa che in Francia non era mai successa. E anche il motivo delle intercettazioni è clamoroso. Sarkozy è sospettato di essersi messo d’accordo con l’alto magistrato di Cassazione Gilbert Azibert…

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Stefano Montefiori per Corriere della Sera

È la settimana terribile di Nicolas Sarkozy. Due giorni fa l'ex presidente ha scoperto di essere stato registrato per anni a sua insaputa dal suo stesso consigliere all'Eliseo, Patrick Buisson. Già umiliato e ridicolizzato, l'uomo che punta alla rivincita contro Hollande ieri ha saputo - dalla prima pagina di Le Monde - di essere intercettato da quasi un anno da due magistrati.

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Le telefonate del capo di Stato emerito ascoltate per mesi e mesi dagli inquirenti, è una cosa che in Francia non era mai successa. E anche il motivo delle intercettazioni è clamoroso. Sarkozy è sospettato di essersi messo d'accordo con l'alto magistrato di Cassazione Gilbert Azibert: tu mi tieni informato sulle indagini a mio carico, e io userò il mio potere di influenza per farti avere quel posto da fine carriera a cui tieni tanto, consigliere di Stato nel Principato di Monaco.

È una storia che rischia di minare il rientro in politica di Sarkozy, che finora era dato per scontato. Se l'impopolarità di François Hollande non fa più notizia, anche il centrodestra è in preda a una crisi gravissima. Il segretario dell'Ump Jean-François Copé sta affondando in un'ennesima vicenda di fatture gonfiate, il suo avversario di partito ed ex premier François Fillon appare stremato dalle lotte intestine, e a parte il peraltro non giovanissimo Alain Juppé (68 anni), il ritorno di Nicolas Sarkozy sembrava l'unica speranza rimasta alla destra francese.

SARKO GHEDDAFISARKO GHEDDAFI

Le rivelazioni di Le Monde però sono pesanti, e non mancano di particolari imbarazzanti.
Tutto comincia il 19 aprile 2013, quando ai magistrati Serge Tournaire e René Grouman viene affidato il compito di indagare su possibili finanziamenti della Libia di Gheddafi alla vittoriosa campagna elettorale di Sarkozy nel 2007. Come la legge consente, i giudici decidono di mettere sotto ascolto i telefoni dell'ex presidente e dei suoi ministri dell'Interno dell'epoca, Brice Hortefeux e Claude Guéant.

A dicembre 2013, Le Monde scrive per la prima volta di intercettazioni su Hortefeux e l'ex capo della polizia di Parigi, Christian Flaesch, che documenterebbero rapporti di famigliarità e confidenza poco opportuni.

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A quel punto, secondo la ricostruzione del giornale, Sarkozy si fa prudente. I magistrati Tournaire e Grouman notano che il presidente emerito, allarmato dalle intercettazioni su Hortefeux, diventa estremamente laconico sul suo telefonino abituale. Per forza. Sarkozy usa ormai un nuovo cellulare intestato a un'altra persona, e lo stesso fa il suo avvocato Thierry Herzog. Lo stratagemma non serve, pure i nuovi telefonini vengono posti sotto controllo.

Sarko e GheddafiSarko e Gheddafi

I magistrati cercano informazioni sui finanziamenti della Libia, ma ne trovano invece sull'altro scandalo che tormenta Sarkozy, quello dei soldi forse ottenuti dalla miliardaria Liliane Bettencourt. In particolare, scoprono che Sarkozy e il suo avvocato sono informati benissimo sull'avanzamento dell'inchiesta. Come fanno a conoscere certi dettagli?

Qui entrerebbe in gioco Gilbert Azibert, che non segue direttamente il fascicolo di Sarkozy ma ha accesso alla rete Intranet della Cassazione, nella quale sono depositati tutti i documenti di tutti i procedimenti. Un piccolo aiuto a Sarkozy, in cambio della poltrona a Monaco. L'avvocato Herzog parla di montatura politica, di un complotto per sabotare il ritorno di Sarkozy. Il nuovo scandalo francese è appena cominciato.

Buisson PatrickBuisson Patrick

2. BUISSON, ANIMA NERA ALL'ELISEO IL MONARCHICO CHE HA TRADITO
«L'estrema destra non esiste». Questa era ed è la convinzione fondamentale di Patrick Buisson. Per lui, un consigliere monarchico all'Eliseo quando presidente della République era Nicolas Sarkozy, la tradizione pétainista, collaborazionista, pro-Algeria francese, e pure il razzismo talvolta latente talvolta no del suo amico Jean-Marie Le Pen, facevano parte dell'unica, grande famiglia della destra francese. Da ricomporre una volta per tutte superando la barriera - «esile come un foglio di carta», secondo lui - tra Front National lepenista e demonizzato e Ump post gollista e rispettabile.

Sarkozy lo sapeva, e proprio per questo aveva chiamato Buisson come suo consigliere all'Eliseo: voleva entrare nei cuori dei francesi tradizionalisti, e di tutti quelli spaventati dalla globalizzazione, dall'immigrazione e dall'Europa. L'obiettivo era sottrarre voti al Fn.

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Ma Buisson ha tradito. Ieri Sarkozy lo ha denunciato per violazione della vita privata, perché due giorni fa si è avuta prova che l'«anima nera» registrava di nascosto tutti i colloqui riservati dell'Eliseo. Lo scandalo Buisson precede di un solo giorno quello dei legami tra Sarkozy e un magistrato di Cassazione; le due vicende sono distinte ma si sovrappongono. Il punto in comune sono gli affari di dubbia legalità (finanziamenti dalla Libia, altri soldi dai Bettencourt) in cui è tuttora coinvolto Sarkozy, che tribunali permettendo vorrebbe puntare alla rivincita contro Hollande nel 2017.

LO SCEICCO AL QATAR - SARKOZY E CARLA BRUNILO SCEICCO AL QATAR - SARKOZY E CARLA BRUNI

Perché Buisson registrava tutti i colloqui? Forse per interesse di storico (la sua formazione), o più probabilmente per accumulare potere di ricatto. «Un giorno quei nastri potrebbero tornare utili», ha detto una volta al figlio Georges, che lo detesta e ora lo invita ad «approfittare della Quaresima per pentirsi e chiedere perdono».

Adesso che Buisson è tornato tra gli infrequentabili e inseguito dalle tv bofonchia «lasciatemi in pace», il suo percorso risulta ancora più affascinante: Sarkozy ha chiamato all'Eliseo, tempio della Repubblica, un uomo che nei suoi stessi nastri, prima di un discorso importante di Sarkozy, dice «non deve castrare le frasi sui pericoli... l'integrazione (degli immigrati, ndr ), chi se ne frega... nel momento in cui ne arrivano altri 500 mila e non abbiamo ancora integrato i sei milioni che abbiamo già (...) Io sono monarchico, sono il figlio di un camelot du roi ».

HOLLANDE E SARKOZY INSIEME ALLARCO DI TRIONFO PER CELEBRARE LA VITTORIA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALEHOLLANDE E SARKOZY INSIEME ALLARCO DI TRIONFO PER CELEBRARE LA VITTORIA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

I camelot du roi, all'inizio del Novecento, erano gli strilloni che vendevano per strada il quotidiano reazionario Action française . Buisson ha poi rivendicato una volta di far parte di una famiglia «contro Dreyfus dal Medioevo»: l'antisemitismo atavico di un ammiratore di Pétain e di Maurras.

Sarkozy avvicinò Buisson per la prima volta nel 2005, ammirato perché quel caporedattore dei fogli reazionari Minute e Valeurs Actuelles era stato il primo ad azzeccare la previsione: «I francesi diranno no al referendum sull'Europa». Sotto i suoi consigli, due anni fa in campagna elettorale Sarkozy ha sterzato a destra. E ha perso.

 

 

 

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