luigi di maio silvio berlusconi

SILVIO IS BACK IN BUSINESS – BERLUSCONI È AL GOVERNO CON I CINQUE STELLE, HA RITROVATO AGIBILITÀ E CENTRALITÀ POLITICA E NON SOLO: IL PATRIMONIO DI FAMIGLIA È AUMENTATO DEL 45% RISPETTO A DIECI MESI FA, ED È ANCHE MERITO DEI GRILLINI, CHE ORMAI SI SONO APPOLLAIATI NEI PROGRAMMI DEL "BISCIONE" E SONO PRONTI A DIFENDERE MEDIASET DALLE OFFENSIVE DI VIVENDI – E POI C’È IL MONZA, CHE IL PROSSIMO ANNO TORNERÀ IN SERIE A…

Carlo Tecce per https://espresso.repubblica.it/

 

BERLUSCONI DI MAIO

Con la brezza del successo che scompiglia i capelli e i pensieri, allora ministro nel primo governo dei tre fin qui inanellati, Luigi Di Maio sentenziò: «Silvio Berlusconi ha fatto il suo tempo». Adesso ne trascorrono un po’ assieme. Silvio di anni ne ha 84, Luigi 34. Forza Italia fondata da Berlusconi, i Cinque Stelle fondati contro Berlusconi.

 

GIANNI LETTA BERLUSCONI

Il senatore Adriano Galliani, con quel ghigno di chi sta per alzare la coppa, esulta con una citazione dell’Eneide: «Quantum mutatus ab illo! Quanto è diverso da quel che ricordo! Non siamo ignoranti, vede?».

 

Forza Italia è al governo. Mediaset è protetta. Gianni Letta è in postazione. Il Monza calcio - non più il Milan - si prepara a vincere il campionato (di serie B). Acciacchi, inchieste e processi insistono sull’ex Cavaliere. Si rivedono pure i legittimi impedimenti per le udienze.

 

berlusconi salvini di maio

Il patrimonio della famiglia Berlusconi, secondo le stime di Forbes, la rivista americana, è di 7,6 miliardi di dollari: è aumentato del 45 per cento rispetto a dieci mesi fa. Il tempo di Silvio & C. è ritornato. Nessuno può negare i meriti dei Cinque Stelle.

 

CHI CAMBIA, SBAGLIA

marina berlusconi

La più grande novità di Mediaset è di quarant’anni fa. «Non fate i raffinati», dice Mauro Crippa, direttore generale per l’informazione, che stava già lì quando Forza Italia non c’era e forse portava ancora i baffetti da ragazzo del Movimento studentesco.

 

Mauro Crippa

«Quando mi parlano di strategie mi insospettisco, mi piace citare Fedele Confalonieri. E poi la formula di Silvio è sempre valida: spazi pubblicitari con in mezzo un po’ di televisione. Esposta in maniera concisa non è elegante, ma si capisce». Il telespettatore ideale deve svolgere due funzioni: guardare da casa e spendere in giro.

fedele confalonieri marina berlusconi

 

La pandemia ha gonfiato per Mediaset il numero di chi guarda - 8,37 milioni di telespettatori in prima serata nel 2020 con una crescita del 12,6 per cento sul 2019, 3 punti in più della media del settore e 5 del servizio pubblico Rai - e però ha sgonfiato il numero di chi spende.

QUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDO

 

I consumi si bloccano, le inserzioni si comprimono, il fatturato si assottiglia, ma il 2020 avrà un bilancio positivo, di poco, ma positivo. A Cologno Monzese, se ne vantano, si guadagna con la riduzione feroce dei costi. Sì, spesso i palinsesti sono rimpinzati con le repliche. Non hanno mica il canone di viale Mazzini, la tassa più odiata dagli italiani. Si definiscono «opportunisti». In senso ecologico, si precisa sfogliando la Treccani: «Specie adattata ad ambienti in cui la disponibilità delle risorse varia in modo discontinuo».

 

fedele confalonieri con marina e pier silvio berlusconi

Al bando europeo per i diritti tv della Champions League, come a ogni trattativa, Mediaset si è presentata vestita da prefica con quel lamento costante che esaspera: spiace, non possiamo pagare più dell’ultima volta.

 

silvio berlusconi negli spogliatoi del monza

Allora ha confermato 41 milioni di euro a stagione per la partita gratuita del mercoledì. Amazon ne ha investiti 80 per 16 esclusive senza la finale, Sky Italia addirittura 100 per il resto del torneo. Il tavolo era imbandito finché ci si è accorti che c’erano 104 incontri da assegnare per la vendita su piattaforme e applicazioni digitali. Come un pallone che all’improvviso precipita dal cielo in mezzo a una mischia: vai tu, no vai tu, ci pensa lui.

 

silvio berlusconi e adriano galliani

È sbucata Mediaset che ci ha messo circa un paio di milioni di euro, l’equivalente di una manutenzione all’imbarcazione da 37 metri che si è regalato Pier Silvio Berlusconi, e si è presa 104 gare a un prezzo ridicolo. Questa astuzia è necessaria per superare gli incerti del mestiere, poi ci sono le strategie che insospettiscono Confalonieri, classe ’37 e un anno cupo, lancinante per la morte della moglie Annick Cornet, il migliore amico di Silvio, la sua spalla musicale, il lobbista più efficace, che si divide fra l’ottavo piano della sede di Mediaset a Cologno Monzese di cui è presidente da sempre e il palazzo della Veneranda fabbrica del duomo di Milano di cui è presidente per il secondo mandato.

 

letta berlusconi andreotti spadolini

Quelle diavolerie, le strategie, non dipendono da Mediaset, ma da Vivendi di Vincent Bolloré. Adesso l’hanno ammesso: Silvio sbagliò a fidarsi di Vincent. Fu un’intuizione errata che ha catturato il Biscione per un periodo che si può rivelare fatale.

 

Dopo un pranzo nella villa di Arcore, Berlusconi autorizzò la campagna italiana del finanziere Bolloré con due manovre convergenti: assumere il controllo di Telecom e poi entrare, da invitato, nel capitale sociale del Biscione per creare una Netflix europea.

berlusconi bollore vivendi mediaset

 

Il patto fra Bolloré e Berlusconi culminò l’8 aprile 2016 in uno scambio di quote fra Vivendi e Mediaset con la supervalutata cessione di Premium (la televisione a pagamento) ai francesi. Poi Vivendi si è ritirata dal contratto e in Borsa ha tentato una scalata ostile a Mediaset che fu fermata da un intervento del governo di Paolo Gentiloni.

 

DALEMA RENZI BERLUSCONI E DI MAIO COME I CUGINI DI CAMPAGNA

Di quel giorno di illusoria gloria restano un contenzioso civile con Mediaset che reclama miliardi di danni, un’indagine penale con la famiglia Berlusconi che si riscopre a tifare per la procura di Milano e un’ipotesi di accordo che si fa e si disfa, soprattutto resta incagliato il “progetto europeo” con base legale in Olanda.

fedele confalonieri

 

ANTOLOGIA DEI PARTITI

Per andare in Europa, oltre alla colonia spagnola, Mediaset dispone del 24,9 per cento di Prosibensat1, l’azienda radiotelevisiva della Baviera, prettamente commerciale, che trasmette in Germania e in altri paesi di lingua tedesca. Bolloré è soprannominato il boa e lo squalo.

 

gianni letta luigi di maio

A Cologno Monzese prediligono l’epiteto boa, per la presa: ti stringe, ti sfianca, non molla se non ti arrendi. Il boa impedisce a Mediaset di muoversi, il titolo non si è più riavuto, ma il desiderio di vendetta su Bolloré ha definito le gerarchie tra i figli Pier Silvio e Marina Berlusconi, i veri eredi. Marina ha riconosciuto il primato di Pier Silvio in Mediaset.

 

goffredo bettini gianni letta giuseppe conte

Il supporto del governo conforta. Non è mancato. Pure i Cinque Stelle si sono affannati. Il governo giallorosso di Conte si è sfigurato, in novembre, con una norma firmata da Valeria Valente (Pd) che ha posto un altro argine alle offensive di Vivendi mobilitando l’Autorità di garanzia per le comunicazioni.

 

La politica non ha risparmiato mai un sostegno a Mediaset, cioè al conflitto di interessi di Berlusconi, a volte l’ha fatto con slancio, altre con timidezza. Crippa ne fa una ragione etica ed estetica. Mediaset era il consumo, l’eccesso, l’impudico.

 

berlusconi letta

 I socialisti ne erano inebriati, modello di società e di azienda si potevano sovrapporre (siano lodati, è la preghiera del mattino a Cologno Monzese, Bettino Craxi e suoi decreti che ci hanno salvati). I comunisti avevano un approccio dialettico e, in fondo, neanche troppo in fondo, conciliante, come ha insegnato Massimo D’Alema. I comunisti non comunisti, come Walter Veltroni, ne coglievano lo spirito innovatore o perlomeno ne erano persuasi.

 

I temuti grillini si sono subito appollaiati nei programmi del Biscione. Quelli indifferenti a qualsiasi blandizia, ricorda Crippa, sono i democristiani di sinistra, distanti da Mediaset per un’irrimediabile formazione culturale. Come il ministro Sergio Mattarella che si dimise nel ’90 per contestare la legge Mammì e che per il Quirinale non fu votato da Forza Italia proprio per quel vecchio sgarbo. Tutto risolto. L’ha sistemata Gianni Letta. Invece i Cinque Stelle si sono sistemati da soli.

 

SULLE ORME DI ARRIGO SACCHI

Nel 2017 la Fininvest della famiglia Berlusconi ha rifilato il Milan con 220 milioni di euro di debiti al prezzo di 540 milioni a un imprenditore cinese apparso dal nulla e scomparso nel nulla, il 28 settembre 2018 ne ha spesi 3 per comprarsi il Monza in C.

 

«Perché noi siamo anziani e ancora romantici: io sono un ex dirigente e un tifoso del Monza di giorno e di notte. Mi permetto di aggiungere: fu stabilito il 29 settembre, compleanno di Silvio, ma era un sabato e il notaio non poteva».

 

conte letta

Galliani ha cura dei dettagli e del sodalizio con Berlusconi che dal ’79 non si è interrotto e cominciò in quel di Arcore con un invito a cena. Fu Elettronica Industriale di Galliani a fornire le antenne all’imprenditore di Telemilano58 per irradiare l’intero territorio nazionale. Poi vennero 29 trofei al Milan come quelli di Santiago Bernabeu al Real Madrid, le memorabili smorfie in tribuna a San Siro, le cravatte gialle e i soprabiti color cammello, un potere smisurato nel sistema del pallone e il debutto da senatore della Repubblica.

stadio monza

 

Quando Fininvest si precipitò a Monza con i suoi uomini in grigio scuro, accanto al presidente Paolo, detto il fratello, Berlusconi e all’amministratore delegato Galliani, lo stadio Brianteo non era agibile. Il campo scelto era a Gorgonzola. Fininvest ha iniettato una massa di denaro travolgente per la modesta serie C girone nord. Al primo tentativo, durante la pandemia, il Monza ha agguantato la B con 9,25 milioni di euro di passivo nel 2019.

 

silvio berlusconi allo stadio brianteo di monza

Oggi lo stadio Brianteo non esiste più, il nome è di uno sponsor: di U-Power, un’azienda di calzature e abbigliamento da lavoro. Per riqualificare il centro di allenamento Monzello e l’ex Brianteo, due beni in concessione, in attesa di abbattere e ricostruire l’impianto ad eccezione della tribuna, Fininvest ha sborsato 6 milioni di euro.

 

stadio monza

E l’ha fatto con assoluta leggerezza anche per l’originale convenzione totale, di opere ordinarie e straordinarie, che fu sottoscritta fra il comune di Monza e il Monza calcio nel luglio 2018, a tre mesi dall’arrivo di Galliani e Berlusconi: 44 anni con un obolo annuo di 10.101 euro (ribassato dell’80 per cento), roba da un bilocale in periferia. San Siro era un altro blasone e un altro contesto e il Milan ha un affitto di quasi 5 milioni di euro, però il Monza offre le condizioni più comode per sfruttare uno stadio come se fosse di proprietà.

 

silvio berlusconi con la maglia del monza

La raccolta pubblicitaria del Monza è gestita da Digitalia, cioè Publitalia, l’agguerrita concessionaria di Mediaset. I risultati sono inediti: 2,25 milioni di euro in C e circa 6 per la B. È il metodo Publitalia: pretendere uno sforzo dai clienti adesso per ricevere un vantaggio domani.

 

gianni letta e berlusconi

Galliani ha ingaggiato una trentina di calciatori soltanto per questa stagione e i vari Kevin Prince Boateng e Mario Balotelli spingeranno le perdite ben oltre il doppio del 2019. Il Monza è fra i principali favoriti per il salto in A. «L’ho promesso a Silvio: derby con il Milan e l’Inter entro 24 mesi e io impazzisco, lo giuro».

 

DRAGHI BERLUSCONI

Il Milan di Berlusconi ha 5 Champions League in bacheca, perché svenarsi per il Monza? «Mi sembra un quesito semplice - sostiene Galliani - Io sono di Monza e lui abita da mezzo secolo in provincia di Monza. Lo sapete che dalla villa di Arcore può vedere le luci dello stadio?». Galliani è rientrato e le altre squadre l’hanno rieletto in Lega.

 

Gli tocca la Lega di B e la modesta vicepresidenza poiché non si trattiene a lungo, l’anno prossimo è previsto il trasloco in A, ma il presidente Mauro Balata gli deve l’incarico. Il fondo inglese Cvc ha negoziato l’ingresso nella Lega di A con i patron di A senza consultare Galliani. Peccati di gioventù. Galliani li ha bombardati e poi ha artigliato un confronto con Cvc.

renato brunetta

 

In politica Berlusconi ripete sempre la stessa scenetta. È successo con l’indicazione dei ministri di Forza Italia nell’esecutivo Mario Draghi: Renato Brunetta, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Antonio Tajani e Licia Ronzulli hanno protestato. Berlusconi li ha ascoltati, si è scusato per il torto, che ne poteva sapere. Avrà fatto Gianni Letta con il premier Draghi. E chi se non Gianni Letta che dal ’94 lo scorta nei palazzi romani? Qualcuno ci casca ancora.

 

Erano otto anni che non c’era un forzista nel governo, almeno un forzista non mimetizzato. A Mediaset non intravedono più nemici o pericoli. Anzi hanno apprezzato la svolta dei Cinque Stelle. Si attendono che da un momento all’altro bussi un grillino e - come fece Cesare Pavese con la tessera del Pci - chieda di «regolare la sua posizione» di berlusconiano mancato. Alla fine il tempo lo si trova.

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...