guido crosetto

IL SOFFRITTO DI INTERESSE DI CROSETTO – VA A FARE IL MINISTRO DELLA DIFESA DOPO ESSERE STATO (E LO E’ ANCORA) PRESIDENTE DI AIAD, LA FEDERAZIONE CONFINDUSTRIALE CHE CURA GLI INTERESSI DELLE AZIENDE DEL SETTORE DELL’AEROSPAZIO E DELLA DIFESA - UN RUOLO CHE LO AVEVA PORTATO PERSINO A DIMETTERSI DA PARLAMENTARE - VISTA LA DELICATEZZA DEL TEMA E I MILIARDI CHE BALLANO SUL TAVOLO DEI GOVERNI E DELLE INDUSTRIE, IL NUOVO MINISTRO SARÀ IL PRINCIPALE INTERLOCUTORE DELL’ASSOCIAZIONE CHE HA RAPPRESENTATO FINO A OGGI…

Giovanni Tizian per https://www.editorialedomani.it

 

IL TWEET DI GUIDO CROSETTO IL 27 SETTEMBRE

«Tranquilli, sono assolutamente convinto di continuare a tenermi i privilegi di privato cittadino per tanto tempo», diceva Guido Crosetto, commentando l’articolo di Domani, che lo indicava come consigliere principale della leader di Fratelli d’Italia e possibile ministro di un esecutivo di destra.

 

Alla fine gli toccherà giurare da ministro e per giunta della Difesa, settore che conosce a menadito per la sua esperienza pluriennale da presidente di Aiad, la federazione confindustriale che cura gli interessi delle aziende del settore dell’aerospazio e della difesa.

 

Guido Crosetto 2

Un ruolo che lo aveva portato persino a dimettersi da parlamentare per evitare possibili conflitti di interesse, vista la delicatezza del tema e i miliardi che ballano sul tavolo dei governi e delle industrie che il nuovo ministro dovrà trattare. Certamente Crosetto dovrà lasciare la presidenza di Aiad, passerà dall’altra parte: sarà il capo del ministero principale interlocutore dell’associazione che ha rappresentato fino a oggi.

 

CROSETTO MELONI

 «La presidenza dell’Aiad per statuto è gratuita», aveva chiarito Crosetto. In realtà il regolamento interno dice altro. «Tutte le cariche non sono retribuite, fatta eccezione per la carica del presidente ove il cda lo ritenga opportuno», si legge. Evidentemente per Crosetto non ha deliberato conseguentemente. «Da dove vengono i miei guadagni? Dalla mia attività privata, eventuali dividendi di società, entrate da proprietà e fatturato partite Iva», aveva risposto il fondatore di Fratelli d’Italia.

 

I CONFLITTI DI CROSETTO

Il fidato meloniano Crosetto è stato, come detto, il cofondatore del partito. Si è dimesso dal parlamento nel 2018. Ha preferito continuare a rappresentare la lobby delle aziende delle armi, della difesa e dell’aerospazio. 

 

GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI

Oltre a essere un imprenditore, è stato sottosegretario alla Difesa nel quarto governo Berlusconi, oggi è all’Aiad ed è, informalmente, consigliere della Meloni. Un doppio ruolo che spesso genera conflitti. Anche perché di Aiad fa parte Leonardo Spa, l’ex Finmeccanica, che gestisce larga fetta degli affari con il ministero che sarà il regno di Crosetto.

 

Anche dopo essere diventato numero uno dell’Aiad, Crosetto è rimasto per molto tempo coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, con il rischio di plurimi conflitti di interessi: dell’associazione fanno parte 186 aziende più 3 associazioni nazionali quali l’Associazione nazionale produttori armi e munizioni sportive (Anpam), l’Associazione per la normazione, la formazione e qualificazione nel settore dell’aerospazio, difesa e sicurezza (Unavia) e l’Associazione per i servizi, le applicazioni e le tecnologie Ict per lo spazio (Asas).

 

GUIDO CROSETTO - VIGNETTA FRANCESCO FEDERIGHI

Aiad rappresenta il comparto ai massimi livelli. Ha un ruolo predominante nella scelta dei membri della delegazione nazionale presso Niag (Nato industrial advisory group) ossia un «gruppo consultivo ad alto livello di industriali appartenenti ai paesi membri della Nato che agiscono riportando alla Conferenza dei direttori nazionali degli armamenti (Cnad), forum principale per la cooperazione in ambito Nato sugli armamenti».

 

In pratica la delegazione nazionale selezionata da Aiad ha lo scopo di riportare le istanze dell’industria nazionale nei confronti di studi e programmi richiesti o sollecitati da parte di organismi dell’Alleanza atlantica. Si tratta di spazi di confronto in cui si decidono strategie di business nel delicato settore degli armamenti che possono valere svariati miliardi di euro.

CROSETTO MELONI 2

 

C’è chi dice: una volta lasciata la presidenza per Crosetto ogni possibile conflitto svanirà. È davvero così? C’è da dire che all’interno di Aiad e delle aziende che ne fanno parte Crosetto ha molti amici. Per esempio in Aiad potrà sempre contare sul segretario generale, Carlo Festucci:  un dirigente che la famiglia Crosetto conosce bene, è nel consiglio di amministrazione di una azienda che ha tra i soci il 25enne figlio del fondatore di Fratelli d’Italia.

 

luigi di maio guido crosetto foto di bacco (2)

La benevolenza dell’industria degli armamenti verso Crosetto e Fratelli d’Italia è indicata anche da un altro elemento: poco tempo fa un’azienda ha versato 10mila euro al partito. Si tratta della Drass Galeazzi srl, si occupa di «tecnologia subacquea e prodotti per la difesa marina come sommergibili e veicoli per le forze speciali». Drass però membro di Aiad, il cui presidente è Crosetto, l’imprenditore e fondatore del partito di Meloni. Diventato ora il ministro della Difesa con cui Drass dovrà confrontarsi.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”