matteo renzi giuseppe conte mario draghi

SOGNO O SONDAGGIO? L’INCARICO A DRAGHI? ARRIVA IL SÌ DEL 60% DEGLI ITALIANI – LA SOLUZIONE PREFERITA È QUELLA DI UN GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE - PER IL 48 PER CENTO RENZI È IL POLITICO CHE ESCE PEGGIO DALLA CRISI.  IL SONDAGGISTA PREFERITO DEL CONTE CASALINO SCODELLA ANCHE I DATI SUL GRADIMENTO CHE RISCUOTE L’EX PREMIER…

Nando Pagnoncelli per corriere.it

 

draghi renzi

La decisione del presidente Mattarella di dare l’incarico per la formazione di un nuovo governo a Mario Draghi incontra il consenso del 60% degli italiani: l’apprezzamento della scelta è trasversale, prevale tra tutti gli elettorati.

 

Non era un dato scontato tenuto conto che, come abbiamo potuto leggere nei sondaggi pubblicati su queste pagine nelle ultime settimane, la crisi di governo è risultata incomprensibile alla maggioranza dei cittadini.

 

Non solo: il presidente Conte e l’esecutivo riscuotevano un gradimento elevato, ancorché inferiore rispetto alla prima fase dell’emergenza sanitaria.

 

Nel complesso, poco più di un italiano su quattro (28%) si esprime criticamente riguardo all’incarico dato all’ex presidente della Bce. I più critici risultano gli elettori della Lega (42%) e di FdI (36%), che presumibilmente auspicavano nuove elezioni, e i pentastellati (40%), forse per il timore di avere un ruolo meno rilevante in un prossimo esecutivo.

 

DRAGHI MERKEL RENZI

Al momento non è dato sapere se il tentativo di Mario Draghi andrà in porto e da quali forze politiche potrebbe essere composta una nuova maggioranza.

 

La soluzione preferita (28%) sarebbe quella di un governo che comprendesse tutte le forze politiche; a seguire risulterebbe gradita una maggioranza con le principali forze ad esclusione del M5S (13%); le altre possibili maggioranze ottengono un consenso inferiore al 10%: dalla continuazione di quella uscente allargata al gruppo europeista guidato da Bruno Tabacci (9%), all’inclusione di Forza Italia, la cosiddetta «maggioranza Ursula» (8%), fino all’inclusione di tutte i principali partiti tranne la Lega (7%). Da notare che uno su tre (35%), non esprime alcun gradimento, e tra astensionisti e indecisi la quota sale al 51%.

 

 

DRAGHI RENZI

Nei diversi elettorati le opinioni sono molto differenziate. I più diversificati sono gli elettori del Pd, che si dividono in tre gruppi di uguale entità: a favore della continuazione della maggioranza uscente, di un esecutivo Ursula e di uno di unità nazionale; i pentastellati privilegiano la continuazione della maggioranza uscente; i leghisti preferirebbero una maggioranza con tutti tranne il M5S e in subordine l’unità nazionale, mentre tra gli elettori di FI e FdI si registra un’inversione tra queste due opzioni.

 

Quanto ai pronostici degli italiani, le opinioni sono molto frammentate. E al 34% che non è in grado di fare previsioni si aggiunge il 12% che ritiene che il tentativo di Draghi fallirà e si andrà a nuove elezioni, nonostante il messaggio fermo ed estremamente chiaro del presidente Mattarella che ha ritenuto di mettere in guardia rispetto ai rischi di tale eventualità nel contesto attuale.

 

Ma come valutano gli italiani i protagonisti di questa fase politica? Le opinioni dipendono non solo dalla loro visibilità e dalle posizioni avute nella crisi politica, ma anche dal giudizio pregresso sui singoli leader, quindi indipendentemente dal ruolo assunto nelle ultime settimane.

GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO E IL TAVOLINO MEME

 

Conte prevale nella graduatoria di coloro che ne escono meglio (viene citato dal 28%), seguito da Meloni (10%) e Salvini (9%), quindi Zingaretti e Renzi appaiati al 5%, Fico (4%), Berlusconi (3%) e Di Maio (2%). Uno su tre (35%) non indica alcun esponente che si sia distinto positivamente, e questo la dice lunga su come stiano vivendo la situazione.

 

Nella graduatoria tra chi è uscito peggio Renzi prevale nettamente (viene menzionato da quasi un italiano su due), seguito da Conte (12%), Salvini e Di Maio (7%), Zingaretti (4%), Meloni (2%), Berlusconi e Fico, entrambi con l’1%, mentre il 18% non ne indica nemmeno uno.

CONTE E IL BANCHETTO DAVANTI PALAZZO CHIGI

 

Qualora il tentativo di Draghi andasse in porto, una delle principali sfide sarà costituita dal Recovery plan e a questo proposito abbiamo voluto rilevare il giudizio sul Piano nazionale di ripresa e resilienza messo a punto dal governo uscente. Ebbene, l’importanza attribuita ai sei temi specifici considerati è decisamente elevata, a partire dal capitolo della salute (62%), seguito dall’istruzione e ricerca (56%), da inclusione e coesione (50%). I restanti tre capitoli (ambiente, innovazione e competitività, infrastrutture) sono giudicati molto rilevanti da quasi un cittadino su due. Ma la vera scommessa per il (possibile) prossimo esecutivo sarà sull’atteggiamento che verrà assunto dalle forze che comporranno la maggioranza. Se prevarranno logiche di parte, la rivendicazione di «questioni irrinunciabili» e i veti incrociati, il Paese non andrà molto lontano.

 

CONTE E IL BANCHETTO DAVANTI PALAZZO CHIGI

L’auspicio è che prevalga quella ricerca di «compromessi alti» che ha consentito all’Italia di uscire dai momenti più drammatici della sua storia, dal secondo dopoguerra alla «concertazione» di Carlo Azeglio Ciampi, con il quale come è noto il presidente incaricato ha a lungo collaborato.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?