renzi pinocchio

SOLO FREGATURE – IL GOVERNO RENZI CAMBIA IN SORDINA I COEFFICCIENTI PER LE NUOVE PENSIONI – DAL PRIMO GENNAIO, UN NUOVO PENSIONATO DA 11.652 EURO NE PRENDERÀ 252 IN MENO ALL’ANNO – INSOMMA, CHI PUÒ VADA SUBITO IN PENSIONE...

Antonio Castro per "Libero Quotidiano"

 

MATTEO RENZI CLAUDIO DE VINCENTIMATTEO RENZI CLAUDIO DE VINCENTI

Se avete i requisiti per andare in pensione già nel 2015, ma state tentennando, forse un incoraggiamento ad andare a riposo entro il prossimo dicembre potrebbe arrivarvi dal taglio della pensione che a inizio luglio (il 6) è stato formalizzato sulla Gazzetta Ufficiale (n° 154).

 

Un regalino per il popolo degli aspiranti pensionati (e non sono pochi, nel 2014 le pensioni attivate sono state 75mila) confezionato dal ministero delle Politiche sociali (guidato da Giuliano Poletti), nascosto a pagina 46 della Gazzetta tra un accordo con il Canada e un' intesa militare con il Kazakhstan.

 

In sostanza verranno rivisti i coefficienti di trasformazione del montante contributivo.

matteo renzi al g7matteo renzi al g7

Che detta così sembra una porcheria. Tradotto in italiano è il rendimento del tesoretto previdenziale (la somma dei contributi messi da parte). Ebbene il governo Renzi - ereditando una limatura rifilataci a suo tempo dal ministro del Lavoro Cesare Damiano - ha pensato bene di pubblicare il decreto che rivede, e abbassa, i coefficienti e, per effetto a cascata, anche le nostre pensioni.

 

I nuovi parametri saranno applicati a tutte le pensioni che scatteranno dal 1 gennaio 2016. Quindi il lavoratore che ha già il diritto alla pensione quest'anno, ha tutta la convenienza a scappare prima.

 

GIULIANO POLETTI GIULIANO POLETTI

Forse un esempio pratico - come quello offerto ieri da "Il Sole 24 Ore", ma nascosto a pagina 35 del supplemento Norme e Tributi - aiuta a capire meglio. Poniamo il caso di un lavoratore che entro il prossimo novembre compirà i previsti (dalla riforma Fornero) 67 anni. E ipotizziamo che questo signore abbia accumulato circa 200mila euro. La sua pensione sarebbe di 11.652 euro se comincerà a percepirla quest' anno. Se invece dovesse fare domanda nel 2016, e quindi continuando a versare contributi, la stessa pensione sarebbe di 11.400 euro, 252 euro in meno.

 

Una decurtazione di circa 19 euro al mese (per tredici mensilità). Un bella fregatura per il lavoratore, un risparmio netto per gli istituti di previdenza e per lo Stato, che degli enti pubblici "ricopre" i buchi miliardari. Insomma, più lavori meno guadagnerai.

 

TITO BOERI TITO BOERI

A dirla tutta i coefficienti sono rimasti gli stessi dal 1996 (riforma Dini), fino al 2009. Poi Damiano (nel secondo Governo Prodi dal maggio 2006 all'aprile 2008), ha introdotto la definizione dei coefficienti per il triennio 2010/2012. Poi si è deciso di agganciare gli incrementi alle aspettative di vita. Prima la revisione era triennale (come quello che sta per arrivare 2016/2018), ma dal 2019 gli incrementi della speranza di vita passeranno dal triennali a biennali. Dettaglio non trascurabile visto che l'agganciamento alla speranza di vita rinvia anche di anno in anno il raggiungimento della pensione ai lavoratori.

 

Da un lato, quindi, si riduce il rendimento del tesoretto previdenziale accumulato, dall' altro si allontana la data in cui si riuscirà ad andare in pensione.

 

PENSIONE PENSIONE

Ovviamente per lo Stato questo rinvio - e la contemporanea riduzione della rivalutazione e quindi dell'assegno - si trasformano in un risparmio netto di miliardi. Considerando che le donne vivono mediamente più degli uomini (l'aspettativa di vita fissata dall' Istat quest' anno è di 79,6 anni per gli uomini e a 84,4 anni per le donne, rispettivamente superiore di 2,1 anni e 1,3 anni alla media europea), si capisce bene perché ogni governo (questo, il precedente e quello prima ancora), metta progressivamente mano alle pensioni.

 

E' una sorta di bancomat di risparmi. Il giochino della Fornero - al netto delle 6 salvaguardie per gli esodati - porterà risparmi per 80 miliardi. Solo giocando sui rinvii dell'età pensionabile e il taglio delle prestazioni.

 

Più si alzano i parametri di accesso, più si riduce il tempo in cui il lavoratore incasserà potenzialmente l' assegno pensionistico, più lo Stato risparmia. Riducendo l' erosione del montante personale accumulato e quindi aumentando i potenziali risparmi futuri per lo Stato.

PENSIONI PENSIONI

 

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha già annunciato che a settembre - con la presentazione della Legge di Stabilità - si aprirà la "pratica pensioni". Il ministro del Welfare Giuliano Poletti è già al lavoro e l'Inps di Tito Boeri ha già presentato, a inizio luglio, una sorta di canovaccio di riforma.

 

L' idea resta quella di accordare "scivoli" a chi è in zona pensione (con un anticipo massimo di 5 anni). Ma saranno scivoli a pagamento: ovvero con l' introduzione di una penalità crescente tanto più è lontana la data del pensionamento. Si parla di un taglio dell' assegno del 2, forse 3% in meno l' anno.

INPS PENSIONI INPS PENSIONI

 

Che però cumulato per un quinquenni di anticipo fa la bellezza di un meno 15% di pensione. L'altra idea è di coinvolgere imprese e lavoratori in un percorso di "maturazione dei requisiti". In sostanza - e lo stanno già facendo alcune grandi banche per svecchiare il personale - si accorda un prestito al dipendente per riscattare periodi (come la laurea), e quindi avere entro il 2017 i contributi.

 

In sostanza gli si consente in via sperimentale (legge di Stabilità 2015) di raggiungere i 40 anni di versamenti. Se avrà 62 di età nel dicembre 2017, potrà andare in pensione senza aspettare i 67. Ma è un po' come pagarsi un pezzo di pensione. O come rinunciarvi. La sostanza cambia poco.

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?