giulia grillo

SOLO LA VIA GIUDIZIARIA PUÒ FERMARE GLI STREGONI NO-VAX - I GENITORI DI UNA BIMBA IMMUNODEPRESSA SPORGONO DENUNCIA: L'HANNO ASSEGNATA A UNA CLASSE DI NON VACCINATI. L'ACCUSA È DI OMISSIONE D'ATTI D'UFFICIO, ISTIGAZIONE ALLA DISOBBEDIENZA E TENTATA EPIDEMIA - I PRESIDI IN RIVOLTA: ''NON FAREMO ENTRARE CHI NON È VACCINATO. LA LEGGE LORENZIN VALE PIÙ DELLA CIRCOLARE DELLA GRILLO''

1. TREVISO, BIMBA IMMUNODEPRESSA IN CLASSE CON NON VACCINATI: LA FAMIGLIA DENUNCIA

http://www.tgcom24.mediaset.it/

 

La piccola, costretta a non frequentare l'asilo per cinque settimane, è una paziente trapiantata: era già stata sottoposta al primo vaccino risultando "non-responder"

 

giulia grillo

Due genitori hanno sporto denuncia contro ignoti perché la loro bimba, sana ma con un deficit immunitario, era stata costretta a restare a casa dalla materna per non subire il contagio di una malattia infettiva contratta da due compagni di classe non vaccinati. L'atto depositato in Procura a Treviso si riferisce a un episodio risalente a maggio: l'accusa è di "omissione d'atti d'ufficio, istigazione alla disobbedienza e tentata epidemia".

 

"La magistratura deve prendere posizione sui vaccini, perché i dirigenti scolastici non possono trattare il problema con superficialità. Non è un fatto ideologico, è una questione seria", afferma la mamma della bimba che ha sporto denuncia a Treviso dopo aver dovuto tenere a casa per 5 settimane la figlioletta, trapiantata e con deficit immunitario, perché nella classe c'erano due fratellini non vaccinati, che avevano contratto la varicella.

GIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIO

 

"I magistrati - prosegue la donna - devono esprimersi in maniera tale, con condanne se serve, perché i dirigenti delle scuole d'infanzia si adeguino alle norme, senza sconti. Più vaccinati ci sono, più i nostri figli sono al sicuro. Non si possono mettere in una classe bambini non vaccinati per motivi medici con altri non vaccinati per motivi ideologici".

 

La bambina costretta a non frequentare l'asilo è una paziente trapiantata: era già stata sottosta al primo vaccino - ha spiegato la mamma - risultando 'non-responder' (persone che non producono anticorpi dopo il vaccino), e non poteva essere sottoposta al secondo vaccino, cosa che la avrebbe esposta al contagio della malattia, in questo caso la varicella.

 

 

 

2. VACCINI, LO STOP DEI PRESIDI: SOLO CHI HA IL CERTIFICATO ENTRERÀ IN NIDI E MATERNE

Margherita De Bac per il ''Corriere della Sera''

prima della scoperta del vaccino contor la difterite, 1903

 

Presidi contro governo.

«Allo stato attuale se non verrà presentato all' inizio dell' anno il certificato di avvenuta vaccinazione della Asl, non potremo permettere la frequenza dei bimbi a nidi e materne». Si spalanca un solco profondo tra l' Anp, l' associazione nazionale che rappresenta i massimi dirigenti scolastici, e il ministro della Salute Giulia Grillo. Sua e di Marco Bussetti (Istruzione) la circolare del 5 luglio che ha rotto gli indugi. Secondo le nuove disposizioni basterà la sola autocertificazione per assicurare l' ingresso in classe.

 

VACCINAZIONE

I presidi però non ci stanno ritenendo: «Non è possibile far prevalere la nuova circolare. Il diritto alla salute è prioritario. Per ora ci atteniamo alla legge Lorenzin, sarà quest' ultima ad essere applicata».

 

Le norme del 2017 prevedono che se inadempienti all' obbligo i piccoli non entrino. Ieri un incontro tra l' associazione e il capo di gabinetto del Ministero, Alfonso Celotto.

Il presidente Antonello Giannelli ha espresso «netto dissenso sulle classi differenziali composte da soli vaccinati in cui inserire alunni immunodepressi, con problemi di non idoneità alla profilassi.

 

Resta il rischio degli spazi comuni dove il pericolo di contagio aumenta».

vaccini

La situazione ribolle e siamo a meno di un mese dalla riapertura delle lezioni con tanti input in ballo. Da una parte la circolare che introduce l' autocertificazione, in contrasto con una legge del 2000 che esclude la certificazione medica dalla documentazione amministrativa. Poi l' emendamento al decreto Milleproroghe approvato dal Senato, in discussione alla Camera dall' 11 settembre, che posticipa al 2019-20 l' applicazione delle sanzioni per le famiglie non in regola ammorbidendo il principio dell' obbligo. Infine il disegno di legge parlamentare, pare ancora più orientato verso la libertà di scelta.

 

Le Regioni non arretrano.

Al ritorno dalle ferie il coordinatore per la sanità Antonio Saitta, assessore in Piemonte, definirà assieme ai colleghi dissenzienti le azioni da intraprendere. «Noi non stiamo portando avanti nessuna proposta», afferma replicando all' intervista di Grillo sul Corriere della Sera. «Se il Parlamento non elimina l' emendamento noi lo impugneremo di fronte alla Consulta», traccia la prima ipotesi Saitta.

 

roberto burioni

La seconda: ordinamenti regionali per mantenere l' attuate sistema: «Noi ci avevamo lavorato molto col ministero e invece da parte di questo ministero nessun confronto. Non si può buttare via tutto». Ieri intanto l' immunologo Roberto Burioni ha risposto alla Grillo, che al Corriere aveva detto che «non si può illudere la gente che non morirà nessuno» di morbillo.

 

Lui replica: «Il ministro dovrebbe sapere che dove c' è l' immunità di gregge non muore nessuno di morbillo. Il suo dovere sarebbe di portarci in quella "illusione". Andiamo bene».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”