giorgia meloni giancarlo giorgetti soldi

STA MANOVRA PO’ ESSE PIUMA O PO’ ESSE FERO – GIORGIA MELONI, CHE NON VUOLE FARE LA FINE DI LIZ TRUSS, HA FATTO TRAPELARE CHE FARÀ SALIRE IL DEFICIT, MA DI POCO: DAL 3,9 EREDITATO DA DRAGHI AL 4,5. LA LEGGE DI BILANCIO VARRÀ PIÙ DI 20 MILIARDI DI EURO, MA IL GROSSO SERVIRÀ PER COMBATTERE L’INFLAZIONE – LA MINA DELLE PENSIONI DA DISINNESCARE: SI CERCA UN MODO PER ACCONTENTARE SALVINI SULLA FORNERO – L’IPOTESI DI UNA TASSA VERDE CONTRO AMAZON E IL RIDIMENSIONAMENTO DELL’AUMENTO DEL LIMITE AL CONTANTE…

Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Un po' più di spesa. Un po' di tagli, soprattutto ai bonus edilizi. Molta prudenza sulle pensioni, una nuova tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche. C'è una donna che Giorgia Meloni a Palazzo Chigi non intende imitare: Liz Truss. La premier italiana non vuole far la fine della collega inglese, travolta dai mercati 44 giorni dopo aver varcato il portone di Downing Street.

 

Così, per evitare di alimentare le aspettative dei partiti e le fughe di notizie, ieri ha fatto trapelare quel che intende fare coi conti pubblici del terzo Paese più indebitato del mondo sviluppato. Il deficit l'anno prossimo salirà, ma di poco: dal 3,9 per cento ereditato dal governo Draghi al 4,5.

 

matteo salvini giorgia meloni

«Il limite massimo prima di entrare nella zona di rischio», commenta un grosso investitore internazionale. Nemmeno dieci miliardi di spesa aggiuntiva rispetto ai numeri del governo precedente, il minimo necessario a evitare la recessione. Il calendario lo ha deciso due giorni fa in una riunione con il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti e quello degli Affari europei Raffaele Fitto: entro una settimana presenterà la relazione al Parlamento su come intende spendere l'extradeficit di quest' anno, a metà novembre il governo approverà un decreto per confermare gli sconti a famiglie e imprese, subito dopo ci sarà la bozza della legge Finanziaria, da approvare a tempo di record entro la fine dell'anno.

 

MARIO DRAGHI E GIORGIA MELONI

Per definire numeri più precisi la Meloni attenderà i dati Istat di fine mese, il 31. Lunedì ci sarà un consiglio dei ministri, ma avrà all'ordine del giorno una sola decisione: la nomina dei sottosegretari. Giovedì sarà a Bruxelles per incontrare chi comanda in Europa: le presidenti della Commissione e del Parlamento Ursula von der Leyen e Roberta Metsola, subito dopo quello del Consiglio Charles Michel.

 

La gran parte delle risorse a disposizione - circa i due terzi - servirà a combattere l'inflazione. «Troveremo le risorse anche con una nuova e più efficace norma sugli extraprofitti e utilizzando l'extragettito» ereditato da Draghi, spiega a La Stampa il ministro dello Sviluppo Adolfo Urso. E' un segnale della continuità con il governo Draghi: fu lui, ormai dimissionario, a lasciare a Meloni il compito di riscrivere una norma aggirata da molti colossi dell'energia.

 

ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

«Una linea di comunicazione che abbiamo sempre voluto e non si è mai interrotta», ammette Urso. Meloni sarà costretta a prendere altre decisioni che Draghi non ha potuto o voluto prendere. La prima: tagliare la spesa per i bonus edilizi cari e al reddito di cittadinanza cari ai Cinque Stelle. La seconda: trovare un accordo con Matteo Salvini sulle pensioni.

 

Senza una nuova norma, il primo gennaio tornerebbe in vigore la legge Fornero, che innalzerebbe immediatamente l'età pensionabile a 67 anni. Salvini è pronto alle barricate perché non accada, e così nei palazzi si sta studiando la soluzione meno costosa possibile. Una delle ipotesi è la conferma delle attuali regole (64 anni e 38 di contributi) ma con un correttivo: uno sconto contributivo per favorire la permanenza al lavoro dei sessantatreenni.

 

MATTEO SALVINI LEGGE FORNERO

La manovra varrà certamente più di venti miliardi di euro, «il minimo necessario ad affrontare le conseguenze della guerra», ammette una fonte di governo.

Per Meloni il tema delle pensioni è il più scivoloso di tutti, perché su quello si gioca il giudizio degli investitori e la tranquillità dell'alleato leghista.

 

La decisione di due giorni fa della Banca centrale europea di innalzare i tassi di 75 punti base non lascia molto scampo: di qui in poi piazzare i titoli pubblici sui mercati sarà costoso come non avveniva da anni. Allo stesso tempo non può nemmeno dare agli italiani l'impressione di restare ferma a guardare l'arrivo della tempesta.

 

GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI

E così i tecnici stanno valutando altre spese anticicliche: la ripetizione del bonus da 150 euro concesso a novembre, un taglio dell'Iva su alcuni beni primari, una norma per evitare le conseguenze del mancato pagamento delle bollette a chi dimostrerà di non poter sostenere i maggiori costi, spesso triplicati da un anno all'altro. A Palazzo Chigi garantiscono anche che ci saranno le risorse per ritoccare ancora i contributi in busta paga delle imprese.

 

La decisione di non sbracare sul deficit costringerà in ogni caso alla Meloni di imporre qualche nuova tassa. La nuova imposta sugli extraprofitti è ancora ferma alle ipotesi di un mese fa: la trasformazione in un'addizionale Irap, oppure l'innalzamento dell'attuale modello di prelievo al 25 per cento.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti guido crosetto

Ci sarà anche una tassa verde per le grandi società di distribuzione (leggasi Amazon) che utilizzano mezzi inquinanti per la consegna della merce acquistata. Della proposta di legge per aumentare a diecimila euro il tetto all'uso dei contanti è rimasto già poco: nella migliore delle ipotesi salirà dagli attuali duemila a cinquemila.

giancarlo giorgetti giuramento governo. 3

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....