DALLE STELLE ALLE STALLE: 30-40 PARLAMENTARI PRONTI ALLA SCISSIONE (E IL PD SI FREGA LE MANI)

Emanuele Buzzi per "Corriere.it"

Effetto Titanic. Un iceberg improvviso capace di disgregare il gruppo. Le parole di Adele Gambaro, ascoltando i parlamentari Cinque Stelle, hanno la forza del colpo che non ti aspetti. E che potrebbe far vacillare gli equilibri (precari). «Dimessa, tranquilla» sono gli aggettivi più ricorrenti per descrivere la senatrice. Anche per questo le sue parole sono suonate come «un fulmine a ciel sereno», sostiene un collega a Palazzo Madama. Parole però meditate, al punto che - secondo quanto riferiscono fonti vicine al Movimento - incalzata da alcuni parlamentari per correggere il tiro, Gambaro avrebbe confermato la sua posizione con tenacia.

Tra i Cinque Stelle ci si interroga. Anche sulla reazione di Beppe Grillo. In serata, il vertice tra senatori «per un confronto, non un processo», indetto per chiarire la direzione dei parlamentari. Si va verso un bivio pericoloso. Aprire l'iter per l'espulsione potrebbe scoperchiare tutti i malesseri interni al gruppo.

La faglia dei delusi, ossia dei dissidenti ma anche di coloro che sempre più spesso si trovano costretti ad abbozzare una linea che condividono solo in parte, si è allargata. Da quindici-venti persone in tutto a trenta-quaranta, con stime in ulteriore crescita. Un'accelerazione improvvisa nelle ultime settimane, con motivazioni che, secondo alcuni, si «rispecchiano nella presa di posizione della senatrice»: i post sulle istituzioni, le scelte dettate dai fedelissimi.

Il voto di martedì sul nuovo capogruppo al Senato con i parlamentari divisi in due schieramenti quasi uguali è la prova della ricerca di alternative all'interno del gruppo, diverse da quelle tenute finora. E proprio la scelta di non cambiare potrebbe essere tra le motivazioni che hanno spinto Gambaro - a distanza di qualche manciata di minuti dalla votazione - a fare il suo intervento ai microfoni di Sky. Ipotesi, solo ipotesi. L'unica certezza, per ora, è che a finire travolta è la comunicazione.

«Facciamo una grande fatica per veicolare i nostri discorsi ai contenuti e questi episodi spazzano via tutto il lavoro di giorni in un attimo - sbotta Claudio Messora, responsabile dello staff Cinque Stelle al Senato -. La diretta streaming per l'elezione del capogruppo è stata un successo, ma non se ne parlerà. Se ognuno dice quello che pensa senza seguire una logica di gruppo finiamo solo per essere autolesionisti». Sul caso Gambaro Messora è secco: «Se gli stessi toni e le stesse battaglie che hanno portato 163 parlamentari nelle istituzioni ora infastidiscono, bisogna chiedersi per quale motivo continuare a stare nel Movimento».

Uscire dal pantano, ora, però, sembra sempre più complesso. Più probabile che si vada verso una frattura. E un eventuale iter per l'espulsione della senatrice potrebbe essere la classica goccia che fa traboccare il vaso. In questo caso - immaginano fonti vicine al Movimento - la discussione potrebbe portare allo scoperto un gruppo di persone, un nucleo che si staccherebbe in modo traumatico dando vita, numeri permettendo, a gruppi parlamentari autonomi.

Uno scenario apocalittico per i Cinque Stelle, che molti vorrebbero evitare. Una soluzione caldeggiata sarebbe quella di dimissioni «volontarie» di Gambaro, seguendo quelle indicazioni che lei stessa aveva posto nel suo curriculum. «Penso a un parlamentare che nel caso non fosse più in sintonia con il M5S, grazie al quale è stato eletto, la sua base, i suoi principi, semplicemente si debba dimettere», scriveva in vista delle Parlamentarie. Sei mesi fa e prima di un'esternazione dai toni accesi.

Ora per lei e per i parlamentari il dado è tratto. I nodi verranno al pettine presto, in pochi giorni, forse in tempo per il consueto vertice con Grillo, che si dovrebbe tenere nel giro di una settimana. Una riunione che mai come ora si preannuncia infuocata. Intanto, c'è chi difende il leader: «Queste prese di posizione contro Beppe - dice la deputata Giulia Sarti - non ci fanno che male. Sono un modo di deresponsabilizzarci: i problemi sono nostri, del gruppo, e noi dovremmo essere i primi a volerli risolvere confrontandoci».

 

 

LA SENATRICE GRILLINA ADELE GAMBARO ADELE GAMBARO LA SENATRICE GRILLINA ADELE GAMBARO LA SENATRICE GRILLINA ADELE GAMBARO BEPPE GRILLO DAL TRENO CLAUDIO MESSORAgiulia sarti deputati grilliniGRILLINI

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)