toninelli delrio palenzona

LA STRONZ*TA NUMERO 2 DELLA NOSTRA OPPOSIZIONE STRACCIONA: PRENDONO IN GIRO TONINELLI PERCHÉ L'AISCAT SCRISSE A GENNAIO AL MINISTERO PER IMPEDIRE LA PUBBLICAZIONE DELLA CONCESSIONE, E LUI ALL'EPOCA NON C'ERA. MA POVERI STOLTI, LO CAPITE CHE I TECNICI SONO GLI STESSI, E SOPRATTUTTO CHE LE PRESSIONI EBBERO SUCCESSO VISTO CHE DELRIO TENNE SECRETATE LE CLAUSOLE PIU' IMBARAZZANTI (PER IL GOVERNO) DEGLI ACCORDI CON BENETTON, GAVIO E COMPAGNI?

1. PRENDONO IN GIRO TONINELLI, MA SONO DELLE PIPPE SUL PIANO GIURIDICO (E LOGICO)

DANILO TONINELLI

Dagonota - L'opposizione in Italia certe volte i vaffanc*lo te li strappa dalle mani. Non c'è solo la questione di Conte e i suoi colloqui: ieri il 100% dei Twittaroli/Facebookoni gongolava linkando la risposta di Aiscat alle affermazioni di Toninelli: ''Le lettere al ministero sulle autostrade risalgono a gennaio e marzo 2018''. E tutti giù a ridere del fesso Danilo che subisce pressioni a sua insaputa.

 

Solo che i suddetti geni del retweet non si rendono conto di una cosa: un ministero non nasce e muore col ministro, ma è fatto di tecnici e dirigenti che c'erano prima e ci sono dopo il passaggio del singolo politico. L'ente con personalità giuridica è il Ministero, non il ministro. E questi tecnici e dirigenti potrebbero aver detto a Toninelli, nei giorni dopo il crollo di Genova: occhio, quelli delle autostrade ci diffidarono dal pubblicare i dati più rilevanti delle concessioni, minacciando l'ipotesi del reato di aggiotaggio.

 

PALENZONA

E, poveri stolti dell'opposizione, la prova sta nel fatto che Delrio, ministro all'epoca, pubblicò le convenzioni MANTENENDO SECRETATE TUTTE LE CLAUSOLE PIÙ IMPORTANTI. Dunque non solo le pressioni ci furono – e già questo è gravissimo – ma ebbero anche successo, visto che il ministro del Pd si fece scrupoli di diffondere i dettagli davvero rilevanti.

 

 

2. CROLLO PONTE: AISCAT, A MINISTERO RISPOSTE A GENNAIO

 (ANSA) - Aiscat ha risposto lo scorso gennaio (quando al ministero c'era Graziano Delrio ndr) "a seguito di richiesta di parere ricevuta dalla direzione del ministero illustrando la propria posizione" in merito alla pubblicazioni degli atti delle concessioni autostradali. E' quanto scrive l'associazione in una nota allegando le due lettere (del Mit e la propria) ribadendo quindi di non aver "mai esercitato pressioni nè sul ministro nè sul ministero".

 

oliviero toscani luciano benetton

Nella lettera (datata 11 gennaio 2018 mentre la richiesta del Mit era del 15 dicembre 2017) Aiscat rispondeva che dovevano essere pubblicati "unicamente i contratti di concessione e non anche i relativi allegati nel rispetto della normativa in materia di riservatezza, segreto commerciale e industriale". L'associazione richiamava esperienze di paesi europei "Francia, Grecia e Portogallo (diversamente da altri come Irlanda, Spagna, Polonia, Austria, Croazia e Slovenia). La pubblicazione degli allegati, affermava, "rischia di determinare danni all'attività imprenditoriale" mentre rimanevano "impregiudicate le autonome considerazioni di società" magari quotate in Borsa.

gilberto benetton

 

Aiscat nella missiva firmata dal dg Massimo Schintu rilevava come il ministero "non sia tenuto alla pubblicazione della convenzione di concessione, degli atti aggiuntivi e relativi allegati in quanto non obbligato dalla normativa". Aiscat annunciava comunque la "disponibilità del comparto autostradale ad approfondire la questione assicurando la più completa collaborazione con l'amministrazione per garantire livelli di massima trasparenza" chiedendo quindi un incontro. L'associazione paventava il rischio di "danni anche rilevanti" all'attività imprenditoriale dalla diffusione al pubblico degli allegati e "rispetto a tale eventualità, le società concessionarie manifestano, tramite l'associazione, una ferma opposizione".

 

beniamino gavio

"Rimangono ovviamente impregiudicate - aggiungeva Aiscat - con particolare riferimento agli allegati, le eventuali ulteriori autonome considerazioni di ciascuna singola società anche in considerazione delle specificità dei relativi contenuti e delle differenti peculiarità societarie, con particolare riferimento, tra l'altro, alla natura pubblica o provata o all'essere o meno quotate in Borsa". Infine l'associazione sottolineava come "eventuali istanze di accesso civico qualora ricevute dal ministero, siano prontamente inoltrate alle singole società concessionarie al fine di consentire alle stesse di controdedurre nel pieno rispetto dei termini di legge e del diritto di difesa"

beniamino gavio

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…