calenda di maio

TE LO DO’ IO L’ULIVO 2.0! - LETTA NON FA IN TEMPO A SALIRE SULLA BICI DI NOVELLO PRODI, PRONTO A FARE DI TUTTI I CESPUGLI DEL CENTRO UN BEL FASCIO E TOGLIERSI DAL CAZZO I PURI E DURI DI CONTE, DIBBA E TRAVAGLIO, CHE IL POVERINO SI È RITROVATO TRA I RAGGI QUEL BOMBARDONE DI CARLETTO CALENDA. PER UNA VOLTA ZITTO L’ALTRO CAZZARO DEL CENTRO-TAVOLA, CON LA SUA ITALIA MORTA PRONTA PER LA CREMAZIONE, TOCCA AL CHURCHILL DEI PARIOLI ROMPERE LE UOVA ALLA NASCENTE FEDERAZIONE DI CENTRO, RIEMPIENDO DI INSULTI L’EX BIBITARO: “UNA PERSONA CHE HA CHIESTO L'USCITA DALL'EURO, CHE VOLEVA METTERE IN GALERA TUTTI, CHE HA DISTRUTTO L'ILVA, CHE HA ANNIENTATO IL GASDOTTO CON ISRAELE, IN UN PAESE SERIO VERREBBE PRESA A PERNACCHIE”

 DAGONEWS

letta calenda

Te lo do’ io l’Ulivo 2.0! Enrichetto Letta non fa in tempo a salire sulla bici di novello Prodi, pronto a fare di tutti i cespugli del centro un bel fascio e togliersi dal cazzo i puri e duri di Conte, Dibba e Travaglio, smaniosi di far compagnia alla Meloni all’opposizione, che il poverino si è ritrovato tra i raggi quel bombardone di Carletto Calenda. 

 

Per una volta zitto l’altro cazzaro del centro-tavola, con la sua Italia Morta pronta per la cremazione, tocca al Churchill dei Parioli rompere le uova alla nascente federazione di centro, riempiendo di insulti l’ex bibitaro: "Per noi non c'è alcuna possibilità" di costruire un progetto con Insieme per il futuro di Luigi Di Maio. Il nostro lavoro è molto chiaro con Più Europa, con liste civiche, come abbiamo fatto alle amministrative, come abbiamo fatto a Roma e come faremo alle elezioni nazionali". A chi gli fa notare che Enrico Letta ha detto di essere aperto al dialogo sia con il Movimento sia con Di Maio Calenda ha risposto secco: "Auguri...". 

 

renzi di maio calenda

Non soddisfatto, oggi, ha ribadito: "Io penso che una persona che ha avvelenato il dibattito politico, che ha chiesto l'uscita dall'Euro, che voleva mettere in galera tutti, che ha distrutto l'Ilva, che ha annientato il gasdotto con Israele...sentirlo fare i discorsi che gli ho sentito fare l'altra sera, in un Paese serio verrebbe preso a pernacchie. Io non do nessun credito a nessuna cosa dica Di Maio". 

 

renzi calenda

Ovviamente il leader di Azione, ospite di Omnibus su La7, ha sfanculato anche il ex datore di lavoro. "Renzi è un'altra persona rispetto a Di Maio, è stato un ottimo presidente del Consiglio ma oggi ha un posizionamento lontano da noi perché alle elezioni, quando noi di Azione siamo andati con il terzo polo con un candidato diverso dalla destra e dalla sinistra, Renzi si è alleato o con Cuffaro in Sicilia o con i 5Stelle a Perugia. Credo quindi che Renzi voglia fare un'altra strada. Spero non con Di Maio, perché se così fosse sarebbe una pugnalata al cuore".

 

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO

Basta? Non basta: ‘’Di Maio non è credibile e il problema è chi lo segue". Ancora: "In un Paese normale Di Maio dovrebbe dire: 'Vado a riflettere sui danni che ho fatto'. E invece ora rinnega il populismo e parla di competenza", rincara il leader di Azione in un video diffuso sui suoi canali social.

 

DI MAIO? IN UN PAESE SERIO VERREBBE PRESO A PERNACCHIE..."

Ernesto Menicucci per “il Messaggero”

 

CALENDA

Il messaggio, ai naviganti e non solo, è chiaro, limpido, espresso in calendese: «Di Maio? Io penso che una persona che ha avvelenato il dibattito politico, che ha chiesto l'uscita dall'Euro, che voleva mettere in galera tutti, che ha distrutto l'Ilva, che ha annientato il gasdotto con Israele, in un Paese serio verrebbe preso a pernacchie...».

 

Tradotto, per Carlo Calenda (come del resto già detto nell'ultima video-intervista al Messaggero), «mai con Di Maio alle elezioni». Lontananze politiche, di trascorsi, di posizionamenti. Ma anche vecchie ruggini del passato, di quando l'attuale ministro degli Esteri, scissionista da M5S, prese la guida dello Sviluppo economico sostituendo lo stesso Calenda. Ma poi, al di là di tutto, il leader di Azione non fa altro che ribadire la linea già dettata ai suoi, ma anche urbi et orbi in questi giorni: «Alle Politiche si va da soli, e non per fare poi l'ago della bilancia. Abbiamo un progetto, un percorso, seguiamo quello».

 

LUIGI DI MAIO AL SENATO

LA COMPETITION Quindi, a parte quella con Più Europa, nessuna alleanza, nessun cartello, nessuna federazione. Anche se, ormai, anche con l'arrivo di Di Maio l'area di centro è più affollata di piazza Venezia nelle ore di punta. Calenda, appunto. Poi Giggino, poi Renzi (a cui lo stesso Calenda riconosce di «essere stato un ottimo presidente del Consiglio, ma ormai abbiamo strade diverse: noi abbiamo fatto il terzo polo, lui in Sicilia è andato con Cuffaro e a Perugia con M5S»), Italia al Centro di Giovanni Toti, Coraggio Italia di Luigi Brugnaro (prima insieme ora definitivamente separati, visto che con gli ultimi 7 addii è venuto meno anche il gruppo parlamentare), Noi con l'Italia di Lupi, i vari pezzi centristi dei partiti maggiori, come Forza Italia e Lega.

carlo calenda a l'aria che tira 2

 

Ma lui, Calenda, tira dritto. Elezioni da soli, poi si vedrà. E non ingannino, ripete spesso ai suoi interlocutori, le prossime amministrative, dove il leader di Azione chiuderà la campagna elettorale a Lucca, sul palco insieme ad Enrico Letta. «Non mischiamo voto locale con quello politico nazionale», la sintesi del pensiero.

 

LE SFIDE NELLE CITTÀ Anche se è chiaro che, anche per Calenda dopo l'ottimo risultato dei suoi candidati e delle sue liste al primo turno i ballottaggi (tredici città al voto, la sfida più calda quella di Verona tra Sboarina e Tommasi) rappresentano una cartina di tornasole, un modo per contarsi. Azione se la gioca soprattutto in tre città, tutte e tre con il centrosinistra.

 

LUIGI DI MAIO AL SENATO

A Lucca, appunto, dove i calendiani stanno con Francesco Raspini contro Mario Pardini («non potevamo appoggiare chi si è alleato con CasaPound»), a Parma dove è avanti Michele Guerra su Pietro Vignali del centrodestra e a Piacenza dove è testa tra Katia Tarasconi (che corre anche sulla spinta degli amici del figlio, morto in un terribile incidente in scooter mentre era in vacanza a Roma) e Patrizia Barbieri. C'è anche Frosinone, dove il calendiano Mauro Vicano si è alleato col centrodestra, ma il leader ha lasciato libertà di voto agli elettori.

 

In ogni caso, pur trattandosi di sfide locali (e nemmeno in grandi metropoli) anche questo risultato servirà a Calenda a costruire un pezzetto del suo progetto. Vincere, significa essere determinanti. E, dunque, rappresentare un polo d'attrazione, avere un'interlocuzione più forte con le altre forze politiche. Con quali? Si vedrà dopo il voto della primavera del 2023. Ma difficilmente con Di Maio, almeno a giudicare dall'esordio di questi giorni. Di certo, l'area di centro rimane quella più in fibrillazione.

LUIGI DI MAIO ARRIVA ALLA CAMERA

 

La riprova è anche la mini-scissione che si è verificata nel gruppo del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Effetto, probabilmente, della mossa di Di Maio. Se ne sono andati in sette, che fanno capo a Marco Marin e a Stefano Mugnai (che era tra i fondatori di Coraggio Italia), e che vorrebbero dar vita ad una sorta di Cosa di centro, magari con Toti. «Noi dice il governatore della Liguria con Coraggio Italia di Brugnaro non c'entriamo più nulla.

 

Lo scioglimento del gruppo fa venir meno anche la residua coabitazione tecnica». Il sindaco di Venezia, da parte sua, ribadisce di voler «stare nel centrodestra», anche se «Di Maio ha avuto coraggio ad ammettere di aver sbagliato». Tante sigle, tanti partitini, tanta polvere. Che si poserà (almeno a legge elettorale vigente) in vista delle Politiche del prossimo anno.

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

quando di maio attaccava i voltagabbanacarlo calendameme sulla scissione di luigi di maio dal m5s 1meme sulla scissione di luigi di maio dal m5s 3meme sulla scissione di luigi di maio dal m5s by societaapertacarlo calenda

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...