TI FO UN VATICANO COSÌ – DARIO FO: RATZINGER “TRADITO DAI MARPIONI” CHE LO CIRCONDANO - “BENEDETTO XVI MI RICORDA PAPA LUCIANI, UN ALTRO CHE HA MESSO LE MANI NELLO IOR. ENTRAMBI SONO STATI POSTI NELLA CONDIZIONE DI NON INTERFERIRE NEL SISTEMA DI POTERE” – BERTONE? “L’UOMO NERO MA NON SONO CONVINTO CHE SIA LUI IL PADRONE, FORSE È IL SERVO” – IL PREMIO NOBEL VOTERÀ GRILLO CHE LO HA PROPOSTO AL QUIRINALE: “È UNA BOUTADE”….

Beatrice Borromeo per il "Fatto quotidiano"

Non basta il gesto epocale di un uomo per rivalutare il suo Pontificato. Serve, piuttosto, a capire che "il Papa, tutti i Papi, sono deboli, hanno potere solo sulla carta, vivono condizionati da marpioni e ricattatori e non hanno nessuna speranza, se anche ne avessero la volontà, di cambiare le cose". Il premio Nobel per la Letteratura Dario Fo parla delle dimissioni di Benedetto XVI come farebbe a teatro, ribaltando i punti di vista e recuperando quella memoria storica che, se possibile, attutisce l'eccezionalità di questo avvenimento: "Tutti parlano di Celestino V, ma ricordiamo che salì al trono dopo anni di vacatio pontificia, già ultraottantenne. Un Papa vecchio si può gestire".

Per questo, Dario Fo, tutti i Pontefici vengono scelti anziani?
Fa parte delle regole: la Chiesa da una parta ricatta e dall'altra è ricattata. Vive per tenere nascosti gli affari più torbidi e per ignorare i crimini più palesi. Un Pontefice giovane e autorevole incrinerebbe il sistema. Bonifacio VIII, infatti, non ha faticato a far fuori Celestino V per prenderne il posto. Anche se il caso di Papa Ratzinger è diverso.

Come?
Qui non vedo paura né violenza. Piuttosto un lungo logoramento, che ha messo il Papa nella condizione di andarsene. Penso a Vatileaks e ai marpioni che lo circondano per spiarlo e tradirlo. Non ha pesato solo la malattia fisica.

Che ruolo avrebbe in una sua opera il Segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone?
Quello dell'uomo nero, che ha in mano il potere vero, e cura certi affari che chiamare loschi è un eufemismo. Ma non sono convinto che lui sia il padrone: forse è il servo. Lui e le altre ombre gestiscono tutto, a partire dallo Ior. Sa, infatti, chi mi ricorda Ratzinger?

Dica.
Papa Luciani: l'altro che ha messo le mani nella banca di Dio. L'equilibrio, nella
Chiesa, viene dalla gestione di denaro che arriva da luoghi oscuri, come la mafia. Entrambi i Papi sono stati messi nella condizione di non interferire nel sistema di potere. D'altronde, nella Storia, è sempre stato così.

A cosa pensa?
Alla totale mancanza di autonomia cui sono assoggettati i Papi: basti citare le guerre cui non si sono opposti, i crimini che non hanno combattuto. Ricorda Giovanni Paolo II che si affaccia dal balcone assieme al dittatore Pinochet? Un tale sputtanamento può solo essere l'esito di un ricatto. Come l'atteggiamento del Vaticano durante il nazifascismo.

Però è anche grazie alla connivenza che la Chiesa è sopravvissuta nei secoli.
Non sono solo complici, ma anche promotori di strategie meschine. Hanno inventato il Purgatorio pochi anni prima che Dante lo inserisse nella Divina Commedia: non ve n'è traccia nei Vangeli. E l'hanno fatto per guadagnare miliardi, costringendo i familiari dei morti a pagare per le messe, per le esequie e soprattutto per l'intercessione verso il Paradiso. L'idea del Purgatorio è nata nel 1250, e funziona ancora oggi.

Pensa ai privilegi di cui ancora gode il Vaticano, per esempio sul piano fiscale?
Sì, e dobbiamo dire grazie alla nostra classe dirigente. Il peggior personaggio politico che bazzica in Italia, Berlusconi, si è potuto lamentare, quando parte della Chiesa gli ha voltato le spalle, perché fino al giorno prima andavano a braccetto. Privilegi in cambio di appoggio alle urne: funziona così.

Perché, secondo lei, la gente non si ribella a questi meccanismi?
Quando ascolti un Papa che parla in latino o in greco non t'interroghi su quello che dice. È il potere della cultura. E poi qualche secolo fa, per stare tranquilli, hanno anche deciso che mettere in dubbio i dogmi della Chiesa è peccato mortale.

Anche alla luce di quello che dice, non prova solidarietà verso l'uomo Ratzinger?
È presto per dirlo. I veri motivi per cui ha lasciato emergeranno col tempo, come è successo con Papa Luciani.

Che aspettative ha sul nuovo Pontefice?
Proprio nessuna. È improbabile che scelgano una figura forte, autorevole come, per esempio, era il cardinale Carlo Maria Martini. Un grande uomo che, infatti, è stato esiliato in Israele.

Tra pochi mesi cambierà tutto: premier, Parlamento, capo dello Stato e Papa.
Significa poco, perché non esiste una forza assoluta che possa gestire il Paese. Casa-leggio (il socio di Grillo, ndr) sostiene che la prossima legislatura durerà al massimo sei mesi. Si faranno accordi generici, fidanzamenti e matrimoni, ma quando si dovranno prendere decisioni serie salterà tutto. Emergeranno le violenze, i segreti, gli inciuci e la piccola mafia politica.

Teme che anche i grillini possano trasformarsi in piccoli Scilipoti?
No, perché sanno bene che la loro esistenza politica dipende esclusivamente dal fatto di restare autonomi e diversi dagli altri.

A proposito, è vero che farà campagna elettorale con Beppe Grillo?
Falso! Mi è bastato scrivere un libro con lui e Casaleggio ("Il Grillo canta sempre al tramonto", ndr). Però di certo lo voto.

Grillo ha proposto lei come nuovo presidente della Repubblica, che ne dice?
Una boutade! Per carità, non sono così autolesionista. Con quella gente intorno finirei nella tomba entro una settimana. Poi lo sa che tra poco è il mio compleanno? Compio 88 anni: a quest'età dal trono si scende.

 

 

dario fodario fodario fopapa ratzinger benedetto CARDINALE TARCISIO BERTONE Dario FoBEPPE GRILLO DURANTE UN COMIZIOPAPA LUCIANI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."