TOGHE ROTTE – BRUTI RIUNISCE LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI PM ED EMARGINA ROBLEDO – MA ORA AL CSM RISCHIANO ENTRAMBI IL TRASFERIMENTO, CHE POTREBBE ARRIVARE ENTRO NATALE

Luca Fazzo per “il Giornale”

 

BRUTI ROBLEDO BRUTI ROBLEDO

La nave va, e forse il comandante ne sta riprendendo il timone. Ma quanto e come la Procura di Milano potrà proseguire il suo viaggio, nei marosi delle polemiche e dei veleni, è a oggi impossibile prevedere. Perché da un lato c'è Edmondo Bruti Liberati, procuratore della Repubblica, che ieri riesce a raccogliere intorno a sè la grande maggioranza dei suoi pm, in una lunga riunione a metà tra la seduta di autocoscienza e le pratiche burocratiche, conclusa da un applauso liberatorio; ma all'altra c'è il Consiglio superiore della magistratura che finalmente sembra volersi occupare davvero del «caso Milano», e nel giro di qualche settimana potrebbe decidere di azzerare tutto, via Bruti Liberati e via il suo arcinemico Alfredo Robledo.

 

Da qui ad allora, la guerra delle accuse e degli esposti difficilmente si placherà, con le conseguenze che si possono immaginare sul clima quotidiano negli uffici, nelle inchieste, nei processi.
 

a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberatia sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati

Difficile immaginare una rappresentazione più plastica della situazione quanto la scena che ieri pomeriggio offre il quarto piano del Palazzo di giustizia. Nella sua anticamera, Bruti chiama a raccolta i pm. Il tam tam diceva che molti avrebbero disertato, in polemica con il capo, e lo stesso procuratore sembrava quasi darlo per scontato, «ci faremo una ragione anche degli assenti». Invece, uno dopo l'altro, i pm arrivano in massa. Ci sono praticamente tutti: i vecchi e i giovani, quelli da sempre legati a Bruti ma anche altri considerati vicini alla «fronda».

 

LA LETTERA DI ROBLEDO AL CSM LA LETTERA DI ROBLEDO AL CSM

A restare fuori, chiusi nei loro uffici, solo Robledo, e il più vecchio di tutti i pm, Ferdinando Pomarici, più un paio di altri pm. È il segno dell'isolamento di Robledo, della scelta della maggioranza dei pm di non marcare pubblicamente la spaccatura dell'ufficio. Le spaccature rimangono, ma da ieri Bruti è più forte. Anche perché mentre intorno al procuratore si raduna tutto l'ufficio, a Robledo tocca difendersi dall'ultima staffilata che gli ha rifilato il capo: l'accusa di avere tenuta nascosta al Consiglio superiore della magistratura il rapporto di consulenza continuativa tra sua moglie e l'Expo.

 

In generale, un magistrato che sta con un avvocato del suo stesso distretto deve segnalarlo. Robledo ribatte che sua moglie non svolge «attività forense» e quindi non è un caso di incompatibilità. Ma è chiaro che il problema è il rapporto di lavoro con Expo, ovvero con un ente su cui (fino a quando non è stato esonerato da Bruti) Robledo aveva la competenza a indagare. Per Bruti e i suoi, si tratta di un caso plateale di conflitto di interessi. «Pensate davvero - dice un pm uscendo dalla riunione - che una signora che fa l'avvocato amministrativista si occupasse di filiera agroalimentare, come dice il marito, e non magari di appalti?».
 

Ferdinando PomariciFerdinando Pomarici

Così, anche questa faccenda della signora Robledo è destinata a finire sul tavolo del Consiglio superiore della magistratura. Il nuovo presidente del Csm, Giovanni Legnini, ieri ha annunciato che il caso che scuote la Procura di Milano verrà trattato in modo «tempestivo e risolutivo». A occuparsene sarà la commissione che valuta i casi di incompatibilità ambientale dei magistrati, e che potrebbe decidere di sciogliere il nodo rimuovendo sia Bruti che Robledo.

 

Ci vorrà comunque più di un mese, nel migliore dei casi si arriverà a Natale. Soprattutto bisognerà fare i conti con i vincoli rigidi che il Consiglio di Stato, rimettendo al suo posto un altro giudice milanese, Clementina Forleo, mise ai poteri del Csm. E insomma alla fine il rischio è che tutto rimanga così: Robledo nell'angolo, Bruti che si riassesta in sella, e i problemi veri che restano irrisolti.

 

Procura di MilanoProcura di Milano

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…