giancarlo giorgetti usa stati uniti d'america

TU VUO’ FA L’AMERICANO - CHE CI VA A FARE IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO NEGLI USA A FINE OTTOBRE? UFFICIALMENTE ANDRÀ A UN EVENTO DELLA “NATIONAL ITALIAN AMERICAN FOUNDATION”, MA IL VIAGGIO SARÀ UN’OCCASIONE PER ACCREDITARSI CON I VERTICI DELL’AMMINISTRAZIONE BIDEN E RASSICURARE L’ESTABLISHMENT A STELLE E STRISCE CHE ANCORA TEMONO LE PULSIONI PUTINIANE DEL CARROCCIO. COME FECE GIÀ NEL 2019, ALL’EPOCA DEL GOVERNO GIALLOVERDE…

Gabriele Carrer per www.formiche.net

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

Infilata quasi al fondo di un articolo sulle ultime vicissitudini in casa Lega, dove il leader Matteo Salvini è “sempre più solo” dopo le indagini a carico di Luca Morisi, Repubblica dà una notizia: Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico e numero due del Carroccio, sarà negli Stati Uniti a fine ottobre per un evento della National Italian American Foundation.

 

salvini savoini

Scrive il giornale diretto da Maurizio Molinari, in un pezzo che racconta lo “stupore” di Salvini dopo il pessimismo confessato al quotidiano La Stampa da Giorgetti rispetto alle prossime elezioni amministrative, che “c’è chi indica il viaggio come occasione per accreditarsi con i vertici dell’amministrazione Biden”.

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 8

L’appuntamento dovrebbe essere fissato per sabato 23 ottobre all’Omni Shoreham Hotel di Washington per il gala dei 46 anni dell’organizzazione fondata che si occupa di preservare la cultura italoamericana e rafforzare i legami tra Italia e Stati Uniti. A quanto si apprende sul sito della Niaf, all’evento ci saranno anche il cantante Tony Bennett, l’attore Stanley Tucci, lo sceneggiatore Enrico Casarosa, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e John Silvestri, numero uno del Jefferson Health New Jersey.

 

simone crolla

A quanto risulta a Formiche.net l’agenda americana di Giorgetti è ancora in fase di preparazione. L’American Chamber of Commerce in Italy, guidata da Simone Crolla, ha lavorato silenziosamente in questi mesi per favorire l’accreditamento costante con la nuova amministrazione di Washington, sforzi culminati con l’evento Niaf. Che potrebbe così essere l’occasione giusta per una serie di incontri istituzionali con l’amministrazione di Joe Biden. L’entourage del ministro è al lavoro.

 

GIANCARLO GIORGETTI E L AMBASCIATORE USA LEWIS EISENBERG A VILLA TAVERNA

È una dinamica simile a quella che aprì la strada al viaggio del numero due leghista oltre Atlantico nel marzo 2019, quando era sottosegretario a Palazzo Chigi con il governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte. Allora era partito tutto da un invito a un workshop a New York organizzato dal Consiglio per le relazioni tra Italia e Stati Uniti presieduto da Domenico Siniscalco, vicepresidente di Morgan Stanley Europe, che dell’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi ha preso il posto come direttore generale del Tesoro nel 2001.

 

DONALD TRUMP JARED KUSHNER

Durante quel viaggio Giorgetti aveva incontrato diversi esponenti dell’amministrazione di Donald Trump, tra cui Jared Kushner, genero e consigliere del presidente, Steven Mnuchin, segretario al Tesoro, e John Sullivan, allora vicesegretario di Stato, oggi ambasciatore a Mosca. Ma anche Scott Pace, segretario esecutivo del National Space Council, e i vertici di Virgin Galactic e SpaceX.

 

savoini salvini

Il suo incontro al Council on Foreign Relations, il più importante think tank di politica estera americano, aveva attirato l’attenzione sempre di Repubblica. Il corrispondente Federico Rampini aveva raccontato di un intervento tenuto senza interprete, in un inglese che sembra “una lingua a lui quasi sconosciuta”. Il quotidiano allora diretto da Carlo Verdelli sottolineava che quella era una fase in cui il governo Conte I cercava “di costruire una relazione solida con l’amministrazione Trump (con cui non mancano le affinità ideologiche)”. Ma anche che “alla vigilia di questa missione Giorgetti era stato presentato agli americani come un esponente relativamente moderato e pragmatico della Lega”.

 

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI

Quel viaggio, però, non era pensato soltanto per rafforzare un asse “sovranista” tra la Lega di Salvini e l’amministrazione Trump. Aveva due obiettivi. Primo: prendere le distanze dagli alleati di governo, di allora come di oggi. Raccontava La Stampa: “La sensazione è che gli elementi di incomprensione con Washington dipendano quasi tutti dalle posizioni dei 5 stelle, e il primo obiettivo di Giorgetti sia stato chiarire le differenze con la Lega”.

 

Secondo: rassicurare l’establishment americano davanti a certe pulsioni interne al Carroccio, che da lì a quel mese sarebbe stato scosso dalle inchieste sui presunti fondi dalla Russia che hanno coinvolto, tra gli altri, Gianluca Savoini, fedelissimo del leader.

 

council on foreign relations sede di new york

Ne è dimostrazione proprio l’incontro al Council on Foreign Relations. Il rapporto con la Cina, con cui da lì a poche settimane l’Italia avrebbe firmato il memorandum d’intesa sulla Via della Seta; quello, ovviamente, con la Russia; la posizione sul Venezuela, allora tema caldissimo; e dossier specifici come il 5G su cui le preoccupazioni statunitensi erano poi arrivate anche in Italia, con il Copasir presieduto allora dal leghista Raffaele Volpi che aveva concluso pochi mesi dopo, a dicembre, che le aziende cinesi rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale: c’era questo nell’agenda americana di Giorgetti.

mario draghi joe biden al g7 1

 

E così arriviamo a oggi. A Washington l’amministrazione Trump ha lasciato il posto a quella Biden. A Roma, dopo i due governi Conte, è arrivato Draghi, il cui feeling con l’amministrazione Biden è noto. Così come quello con il ministro Giorgetti.

 

Proprio lui a novembre, all’indomani delle elezioni statunitensi, quando era all’opposizione del governo giallorosso, aveva dichiarato che “eravamo, siamo e saremo amici degli Stati Uniti. Avremo relazioni positive anche con Biden, teniamo la barra dritta sui rapporti transatlantici”.

 

giancarlo giorgetti mario draghi stefano patuanelli

In questi ultimi mesi il ministro Giorgetti ha continuato a coltivare i rapporti con gli Stati Uniti. A giugno, per esempio, è stato ospite dall’assemblea annuale dei soci della American Chamber of Commerce in Italy assieme a Robert Needham, console generale americano a Milano, e all’ambasciatore Philip Reeker, allora numero due della diplomazia americana, già console a Milano e oggi chargé d’affaires a Londra in attesa della conferma del Senato per Jane Hartley, nominata da Biden.

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