IL VATICANO NON CHIEDE AIUTO ALLE AUTORITÀ ITALIANE PER PAURA DI DOVER POI COLLABORARE ALLE INCHIESTE SUI CONTI ALLO IOR - DOPO IL SEQUESTRO DEI DOCUMENTI NELLA CASA DI GOTTI TEDESCHI, BERTONE AVEVA AVVISATO IL GOVERNO CHE I SEGRETI DELLO IOR NON POTEVANO ESSERE VIOLATI - ANCHE A COSTO DI RINUNCIARE A FAR VALERE I PROPRI DIRITTI CONTRO CHI È SOSPETTATO DI AVER UTILIZZATO CARTE SEGRETE E POTREBBE QUINDI ESSERE DENUNCIATO PER RICETTAZIONE MA ANCHE PER UN REATO BEN PIÙ GRAVE: VIOLAZIONE DELLA PRIVACY DEL PAPA…

Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera

Tre mesi fa, appena una settimana prima che fosse arrestato il maggiordomo del Papa, la Santa Sede aveva annunciato che avrebbe chiesto una «collaborazione internazionale» per perseguire chi aveva rubato e utilizzato documenti riservati.

Una presa di posizione forte, con una nota ufficiale che accusava esplicitamente il giornalista Gianluigi Nuzzi di aver violato la privacy del Pontefice e di altre personalità con la pubblicazione del suo libro Sua Santità. Nulla è accaduto sino ad ora. E difficilmente l'istanza sarà formalmente trasmessa alla magistratura italiana. Almeno fino alla sentenza definitiva contro Paolo Gabriele.

Le autorità vaticane scelgono di muoversi autonomamente, consapevoli che l'avvio di una rogatoria farebbe scattare il principio di reciprocità. E dunque che a loro volta dovrebbero collaborare con l'Italia nelle indagini sullo Ior. Non si tratta di un automatismo, ma se uno Stato chiede aiuto a un altro, difficilmente potrà poi rifiutarsi di fare altrettanto.

E invece sui conti aperti presso la banca vaticana e soprattutto sull'identità degli intestatari non è mai stata fornita alcuna cooperazione. Nonostante le verifiche già svolte abbiano dimostrato come alcuni depositi intestati a prelati possano essere stati utilizzati da politici, manager e alti funzionari dello Stato con la compiacenza delle gerarchie ecclesiastiche.

Ci sono altri nomi nel fascicolo che documenta gli accertamenti compiuti per individuare i «corvi» che hanno divulgato le carte segrete del Vaticano. E alcuni sono di cittadini italiani. Persone che potrebbero aver collaborato con il maggiordomo per veicolarle. Se dovessero essere disposti controlli nei loro confronti bisognerebbe chiedere al ministero la Giustizia di accettare una rogatoria e la competenza sarebbe della procura di Roma.

Una strada che al momento sembra si sia deciso di non percorrere, anche per non rischiare che le indagini possano coinvolgere prelati o funzionari della Santa Sede perdendo così il controllo della situazione. Su questo le parole di padre Lombardi appaiono esplicite quando non esclude rogatorie internazionali ma specifica come sia «difficile fare passi avanti se non hai ancora compiuto quelli iniziali» e dunque conferma che al momento nessuna iniziativa in tal senso sarà presa.

Ci sono tre indagini avviate dalla magistratura italiana - a Roma, Napoli e Trapani - che preoccupano la Santa Sede e tutte si concentrano su conti correnti aperti presso lo Ior e alcune operazioni sospette segnalate da altre banche proprio perché riguardavano movimentazioni di denaro collegate all'Istituto opere religiose.

Ma l'allarme maggiore riguarda il ruolo dell'ex presidente Ettore Gotti Tedeschi, che dopo essere stato licenziato ha subito una perquisizione e il sequestro di numerosi documenti, compreso il memoriale destinato a Benedetto XVI che contiene l'elenco «dei miei nemici» e svela numerosi retroscena sui tre anni trascorsi al vertice del Ior. Gotti ha già accettato di collaborare con i pubblici ministeri rispondendo agli interrogatori e non è escluso che possa essere nuovamente convocato a settembre.

«Riponiamo la massima fiducia nell'autorità giudiziaria italiana affinché le prerogative sovrane riconosciute alla Santa Sede dall'ordinamento internazionale siano adeguatamente vagliate e rispettate», è la nota ufficiale diramata dopo il sequestro dei documenti nella casa e nell'ufficio di Gotti.

Un messaggio chiaro per ribadire che i documenti che riguardano il Vaticano non possono essere utilizzati. E per lanciare un segnale anche all'esterno: i segreti dello Ior non saranno violati. Anche a costo di rinunciare a far valere i propri diritti contro chi è sospettato di aver utilizzato carte segrete e potrebbe quindi essere denunciato per ricettazione ma anche per un reato ben più grave: violazione della privacy del Papa.

 

 

IL CARDINAL BERTONE IN VISITA ALLA FERRARI CON MONTEZEMOLO lombardi bertone papa TARCISIO BERTONE CON LE CUFFIE PAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE gotti tedeschi jpegGOTTILETTERA A MARCO SIMEON DI ETTORE GOTTI TEDESCHI jpeg

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