luigi di maio alessandro di battista gilet gialli

VUOI VEDERE CHE IL M5S SI BUTTA A SINISTRA?! - ORSINA: “I CINQUESTELLE SONO ALLA RICERCA AFFANNOSA DI UN'IDENTITÀ E TRE FATTORI CONTRIBUISCONO A SPINGERLI VERSO SINISTRA: IL LORO ORIENTAMENTO IDEOLOGICO ORIGINARIO, LA CRISI DEL PARTITO DEMOCRATICO, E L'OCCUPAZIONE LEGHISTA DELLA DESTRA- IN LORO C'È UNO STRATO DI AMBIENTALISMO, COMUNITARISMO E ANTI-CAPITALISMO. A QUESTO STRATO SE N'È SOVRAPPOSTO UNO GENERATO DALL'OSTILITÀ VERSO L'ESTABLISHMENT POLITICO"

Giovanni Orsina per “la Stampa”

 

giovanni orsina

La Tav o si fa o non si fa. I migranti della Sea Watch o si accolgono o si respingono.

Tendiamo troppo spesso a considerare la politica il regno delle meschine mediazioni e dei compromessi deteriori, e a dimenticare che è anche il regno delle decisioni ultime, della scelta secca fra opzioni opposte e inconciliabili. Un governo si qualifica proprio quando deve prendere questo tipo di decisioni, perché è allora che indica la direzione nella quale vuole portare il Paese, l'Italia ideale sulla quale vorrebbe modellare quella reale.

 

È per questo che, alla lunga, un governo non può né reggersi su un contratto né essere presieduto da un mediatore. Anche la strategia di dare un colpo al cerchio e uno alla botte - a me lo sblocco della Sea Watch e a te quello della Tav; o viceversa, a me il blocco dell' una e a te quello dell' altra - è destinata prima o poi a scontrarsi con l' inevitabile ambizione dei contraenti di dare al Paese ciascuno il proprio indirizzo politico.

Se gli indirizzi divergono in maniera netta, poi, il mediatore sarà costretto a prendere posizione da una parte o dall'altra. Come il presidente del Consiglio ha dovuto fare sui migranti.

 

luigi di maio casaleggio di battista casalino

È ben possibile ritenere che Salvini abbia dell'Italia un'idea indesiderabile e magari irrealizzabile, ma è difficile negare che quell'idea ci sia, e sia piuttosto chiara. Che Paese abbiano in mente i Cinque Stelle, invece, è più complicato dirlo. Nel Movimento c' è uno strato ideologico originario fatto fra l' altro di ambientalismo, comunitarismo e anti-capitalismo.

 

A questo strato se n'è però sovrapposto uno molto più spesso e variopinto, generato dall' ostilità pura e semplice nei confronti dell' establishment politico. Il millefoglie pentastellato dev' essere poi completato quanto meno da due componenti ulteriori: l' idea di Gianroberto Casaleggio che il M5S debba canalizzare attraverso il web i desideri e le priorità della base; e l' opportunismo e l' ambizione che appartengono sempre all' azione politica.

di maio di battista

 

L'indeterminatezza ideologica del Movimento ha reso possibile la nascita del gabinetto Conte. Anche il contratto di governo, a ben vedere, si basa su un'idea di politica che assomiglia un po' a quella di Casaleggio: una politica che non imprima al Paese un proprio indirizzo forte e coerente, ma al contrario tragga dal Paese di volta in volta l' indicazione dei singoli provvedimenti che bisogna prendere, isolati gli uni dagli altri.

 

Oggi l' impossibilità di evitare a lungo le scelte ultime sta mettendo in crisi quell'indeterminatezza ideologica e quell'idea di politica. Da quando è nato il governo, del resto, i pentastellati hanno sostanzialmente smesso di coinvolgere la propria base nei processi decisionali. Non è un caso: se è vero che i cittadini vogliono partecipare, è vero pure che al contempo, e in maniera in parte contraddittoria, chiedono pure alla politica di dare loro guida e certezze. E, una volta che si è al governo, quella richiesta non la si può ignorare.

 

alessandro di battista e luigi di maio sulle piste di moena 4

Spinti dall' avvicinarsi delle elezioni regionali ed europee e dalla micidiale concorrenza di Salvini, i Cinque Stelle sono dunque alla ricerca affannosa di un' identità. Tre fattori contribuiscono a spingerli verso sinistra: il loro orientamento ideologico originario, la crisi del Partito democratico, e l'occupazione leghista della destra. Non è affatto chiaro, però, di quale sinistra debba trattarsi: sostenere i Gilets Jaunes è una cosa, ammorbidire la politica sui migranti ne è tutta un' altra. E naturalmente non è chiaro se questa ricerca d' identità sia destinata a spingersi fino a mettere in pericolo la sopravvivenza del governo.

Che è sì indebolito dalle continue e crescenti tensioni fra i due partner. Ma è pure tenuto insieme, almeno per il momento, da un collante potentissimo: la mancanza di alternative.

Di Maio e Di Battistaalessandro di battista e luigi di maio sulle piste di moena 3DI BATTISTA DI MAIOdi maio di battista

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."