tiago pinto mourinho

ARIDATECE WALTER SABATINI – DOPO LA CALAMITA’ MONCHI, LE SCERIFFATE DI PETRACHI, LA ROMA SCONTA LE SCELTE SCELLERATE DI TIAGO PINTO: L’INADEGUATO REYNOLDS (PAGATO 8 MILIONI!), SHOMURODOV, RISERVA DEL GENOA (QUASI 18 MILIONI!), SENZA CONTARE GLI ADDII A PEDRO E DZEKO. NIENTE XHAKA, CHIESTO DA MOURINHO. E NESSUN CENTROCAMPISTA, CON ANGUISSA LASCIATO AL NAPOLI – MOU SI E’ RITROVATO UNA SQUADRA INCOMPLETA MA CI HA MESSO ANCHE DEL SUO…

Alessandro Angeloni Ugo Trani per "il Messaggero"

 

tiago pinto mourinho

La classifica, dopo 16 giornate, trasmette angoscia e preoccupazione: la Roma è out. Fuori dall'Europa. Anche dalla Conference League, competizione alla quale partecipa in questa stagione e da ricordare per il flop vergognoso in Norvegia contro il Bodo Glimt (6-1). In campionato, dunque, non conta. Lontanissima dalla capolista, il Milan è a +13, e dalla zona Chiampions, l'Atalanta quarta sta + 9.

 

Già 7 le sconfitte, più quella vergognosa in coppa. E senza sapere come andrà a finire a maggio, sul traguardo. Il timore è che non ci sia l'exit strategy per un'eventuale riabilitazione. Il rischio più grande è che la situazione possa addirittura peggiorare. Lo confermano, insieme con i risultati, le prestazioni.

 

Spesso scadenti e non solo contro le big che, nella rosa e nel rendimento, sembrano iscritte a un altro torneo, con i giallorossi incapaci di inseguire, di reagire e comunque di essere competitivi. La sensazione è che per riprendere quota non basteranno i prossimi mesi. Di tempo, sprecato già negli anni scorsi, ce ne vorrà di più. Ed è sbagliato, lo diciamo subito per non illudere la piazza, sperare nel mercato invernale.

TIAGO PINTO PETRACHI 4

 

RAFFORZAMENTO A VUOTO A gennaio non si rifà mai la squadra. E due-tre acquisti non sono sufficienti per rilanciarsi. A sopravvivere forse sì, a evitare qualche altra figuraccia. Perché a Trigoria andrebbe ribaltato il roster. Con interventi finalmente mirati e non più con errori grossolani. In 3 anni sembra improbabile, però. Il peccato originale si chiama Reynolds: è stato il primo acquisto di Tiago Pinto, sbarcato lo scorso gennaio. Ma adesso infierire sul terzino texano sarebbe però di cattivo gusto. Semplicemente: non è adeguato per il calcio professionistico.

 

Eppure è costato 8 milioni. Un investimento a vanvera che la Roma, con un indebitamento netto di 442,1 milioni, non si può permettere. Il suo acquisto inquadra la missione del club. Reynolds, voluto dai Friedkin e subito benedetto da Pinto, il gm preso proprio per non andare a intralciare la passione calcistica (e il ruolo in società) di Ryan, vice e figlio di Dan. È stato chiamato a corte un giovane senza esperienze nel nostro calcio proprio per evitare sovrapposizioni.

TIAGO PINTO

 

Ancora più inquietante è come è stato individuato: ci ha pensato Charles Gould, fondatore e CEO della Retexo Intelligence, compagnia specializzata nella creazione di strategie e analisi per conto di società sportive. Un cacciatore di teste che ha preso in contropiede chi frequenta Trigoria. La voglia, insomma, di stupire quando da queste parti bisognerebbe andare sul sicuro. Italiani ce ne sono e per tutti i gusti: Sartori, Giuntoli, Carnevali e altri.

 

Da Lisbona è invece planato il braccio destro di Rui Costa che si occupava del mercato del Benfica. Pinto si è presentato e ha subito protetto il connazionale Fonseca, scaricando invece Dzeko. Fine percorso per la Roma: 7° posto e addio Paulo. Mourinho, invece, è stato voluto direttamente da Dan Friedkin. Al mercato, solo in teoria, ha pensato il gm. Ascoltando Ryan e andando a bussare ai procuratori che hanno sempre frequentato Trigoria. E che spesso hanno fatto gli interessi propri e non quelli della società. Così, mal consigliato, Pinto ha speso 90 milioni (stanziati in 3 anni). Solo Rui Patricio, inizialmente, è stato indicato da Mourinho, portiere appena sufficiente. Poi il flop. Da Viña a Shomurodov, riserva del Genoa.

 

tiago pinto ryan friedkin foto mezzelani gmt002

In più regali ai competitor: Pedro alla Lazio, già 6 gol stagionali, e Dzeko all'Inter, subito in doppia cifra con 11 reti (pure Florenzi al Milan...). Vecchi per età e costosi per ingaggio. Progetto che chiamano sostenibile. Per gli altri. Il colpo è stato Abraham, voluto da Mourinho dopo l'addio di Edin. Tammy si sta ambientando. Non è, dunque, pronto come Dzeko o come sarebbe stato Vlahovic, anche più giovane. Niente Xhaka, chiesto da Josè. E nessun centrocampista, con Anguissa, lasciato al Napoli per 500 mila euro. «Mi do 7,5. Sarebbe stato 8 se avessi preso anche il mediano», l'autocelebrazione di Pinto (ieri ha fatto il punto al telefono con Dan) a fine mercato.

 

tiago pinto ryan friedkin foto mezzelani gmt003

REBUS ALLENATORE In questo scenario, ecco Mourinho. E tanti si chiedono come mai abbia accettato la Roma in queste condizioni. Forse erano altre e nel tempo sono state tradite. Mou (in Inghilterra assicurano che lo cerca l'Everton) si è ritrovato con una squadra incompleta e ha fatto quel che poteva. Poi - tranne alcune partite - è andato in confusione, mettendoci del suo. Fare peggio di Fonseca era un'impresa. C'è riuscito, per ora: -8 punti in 16 match, 9 contando quello perso a tavolino contro il Verona.

 

jose mourinho foto mezzelani gmt 296

Josè ha fatto una scelta di campo, ha puntato su dodici giocatori, scartando gli altri. Uno come Villar, titolare lo scorso anno, quest' anno in campionato è fermo a zero minuti. Stesso discorso per Mayoral. Le alternative mancano e lui non ha fatto nulla, o poco, per inventarsele. Ha solo coinvolto qualche giovane della Primavera (che ieri, insieme con Nuno Campos, ha seguito al Tre Fontane). Segnale chiaro per la proprietà. La grande arte comunicativa non basta: è inutile crearsi solo nemici, condurre battaglie contro gli arbitri se poi in campo le soluzioni spesso sfuggono di mano. La partita contro l'Inter è stata emblematica: la squadra, certificata l'assenza di leader e campioni, ha difeso lo 0-3. Mourinho, a questo, non serve (ha bisogno di giocatori più strutturati per dare l'impronta). Anche perché i nerazzurri si sono fermati dopo meno di mezz' ora. Prima del Lecce e dell'Atalanta che, all'epoca nella ripresa, non infierirono nel 2012. Chiedere a Luis Enrique.

mourinho

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...