CONI GELATO - VOTATA LA FIDUCIA AL SENATO SUL DECRETO LEGGE VARATO IN FRETTA E FURIA DA CONTE LO SCORSO 29 GENNAIO PER PERMETTERE ALL’ITALIA DI PARTECIPARE ALLE OLIMPIADI. STOPPATA LA MANOVRA DEL “PARTITO DI MALAGO’” (ITALIA VIVA E FORZA ITALIA) CHE CHIEDEVA DI CAMBIARE I CONTENUTI DEL PROVVEDIMENTO, AMPLIANDO L’AUTONOMIA DEL CONI - A BREVE IL SOTTOSEGRETARIO ALLO SPORT: SARÀ UN TECNICO…

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Da repubblica.it

 

giovanni malagò foto mezzelani gmt007 giovanni malagò foto mezzelani gmt007

Il Senato ha approvato la fiducia posta dal governo al decreto legge Coni. I voti favorevoli sono stati 214, quelli contrari 32, quattro i senatori che si sono astenuti. Il testo, recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato olimpico nazionale, passa ora all'esame della Camera. Il decreto scade a fine mese. E’ il secondo voto di fiducia posto dal governo Draghi, dopo quello del 25 febbraio, quando venne votato il decreto Milleproroghe.

 

 

La riforma, che conferisce l’autonomia piena al Coni, a cominciare dalla dotazione del personale, è stata l’ultimo atto approvato dal governo Conte, lo scorso 29 gennaio. Venne varato in gran fretta per far sì che l’Italia partecipasse alle Olimpiadi con la propria bandiera e con il proprio inno. 

 

MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

 

Ma perché era necessaria la fiducia, visto che c’era un sostanziale accordo tra le forze politiche? E’ successo che a un certo punto in Commissione sono spuntati degli emendamenti, presentati da Forza Italia e Italia viva, che chiedevano di cambiare i contenuti del provvedimento, ampliando l’autonomia del Coni. “Una manovra dilatoria, che avrebbe allungato di molto i tempi, rischiando seriamente la decadenza del provvedimento”, spiegano al Senato.

 

giuseppe conte giuseppe conte

“Il partito di Malagò”, aveva tentato quindi di ottenere di più di quanto già previsto, conferma la senatrice di Loredana De Petris (Leu). Da qui la decisione di chiudere la partita con la fiducia, anche perché una modifica sarebbe stata difficile da spiegare al Quirinale, che a fine gennaio aveva detto sì al decreto sulla base dell’urgenza.

 

 "Voteremo sì al decreto , perché siamo in maggioranza, ma su questa materia dovremo tornare a discutere. Credo che tutto questo tema dovrà essere ridiscusso e affrontato presto al livello di governo", non ha nascosto il proprio malumore la senatrice di Italia viva, Daniela Sbrollini, in sede di dichiarazione di voto.

 

giovanni malagò foto mezzelani gmt010 giovanni malagò foto mezzelani gmt010

"Il decreto è fondamentale per consentire agli atleti italiani di concorrere alle gare sotto la bandiera del loro Paese. Approvarlo era pertanto esigenza immediata. Ma non bisogna dimenticare che è interesse centrale dello Stato tutelare l'associazionismo sportivo di base, che svolge una funzione essenziale nel garantire il ruolo sociale, educativo e anche sanitario dello sport", ha ricordato De Petris.

 

daniela sbrollini daniela sbrollini

Per il no si sono espressi tutti i 19 senatori di Fratelli d'Italia, come annunciato in aula, e tredici del Misto che sono tutti ex Cinque stelle. Fra loro, nove espulsi di recente dal Movimento per non aver votato la fiducia al governo Draghi (Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Bianca Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Cataldo Mininno, Nicola Morra, Fabrizio Ortis). Sono tutti ex M5s (attualmente nel gruppo Misto) anche i quattro astenuti: Emanuele Dessì, Barbara Lezzi, Matteo Mantero e Vilma Moronese. A favore del provvedimento hanno votato le forze di maggioranza (in tutto 214 voti tra M5s, Pd, Lega, Forza Italia, Italia viva, Europeisti-Maie-Centro democratico, Autonomie e gran parte del gruppo Misto-Leu).

 

A breve dovrebbe essere nominato il sottosegretario allo Sport, dovrebbe essere un tecnico.

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