khalilah camacho muhammad ali

LA DONNA CHE STESE MUHAMMAD ALÌ - KALILAH È LA CAZZUTISSIMA SECONDA MOGLIE (DI QUATTRO) DEL GRANDE PUGILE: ''ERO CON LUI IN TUTTI GLI INCONTRI PIÙ IMPORTANTI, L'HO MANTENUTO, INCORAGGIATO. MI HA TRADITO, HA FATTO FIGLI CON ALTRE CON LA SCUSA DELL'ISLAM. MA QUANDO HA PRESENTATO L'AMANTE COME SUA MOGLIE HO PRESO L'AEREO E SONO ANDATA A MENARLO. ERO CINTURA NERA DI KARATÉ, DEVASTAI LUI E LA STANZA'' - ''LA QUARTA MOGLIE LO RIMBECILLISCE DI FARMACI''

Emanuela Audisio per ''la Repubblica''

khalilah camacho e muhammad  ali khalilah camacho e muhammad ali

 

È la donna che ha steso Ali. Nel ring di una camera, senza testimoni. Ancora adesso non le servono i guantoni. È imponente, non proprio una bambolina: se vi dà una sberla, vi rigira. Bel viso, occhi che non si abbassano, tratti decisi. Conosce anche le arti marziali, è stata cintura nera di karatè.

 

Rappa, come faceva lui. Khalilah Camacho Ali, prima si chiamava Belinda, è la seconda moglie di Muhammad Ali. Quasi dieci anni di matrimonio, quattro figli, tre femmine, un maschio. Forse la moglie più importante: lei c' era quando Cassius Clay è diventato Ali, lei c' era quando lui rifiutò di andare (contro Foreman nel '74), lei c' era nelle Filippine, (contro Frazier nel '75).

 

khalilah camacho alikhalilah camacho ali

Ali con lei ha fatto le cose più grandi: sul ring e fuori. E ora lei rivendica il suo ruolo: di donna che lo ha reso il campione della gente. appunto. Khalilah, sessantacinque anni, è di Chicago, ma vive a nord di Miami.

 

Quando vi siete conosciuti?

khalilah camacho ali  khalilah camacho ali

«Avevo undici anni, portavo la coda di cavallo, ci è venuto a trovare nella scuola islamica. Si è avvicinato, mi ha dato la foto autografata, gli ho chiesto: come ti chiami? E lui: Cassius Clay. Gli ho risposto: ma che razza di nome è? come fango, terra? Sei ridicolo. Ho preso l' autografo e l' ho stracciato: torna quando avrai un nome decente, gli ho detto».

 

Però, che carattere.

«Quello non mi mancava. Ero giovane, ma culturalmente non una sprovveduta. E mi scappavano più no che sì. Ero di Chicago, mia padre leggeva molto, usava spiegarci tutto, militava con Elijah Muhammad, della Nation of Islam. Io non avevo bisogno di convertirmi, avevo fede e disciplina».

 

Ali tornò a trovarla.

khalilah camacho  e muhammad  ali khalilah camacho e muhammad ali

«Un po' di anni dopo. Lavoravo in una panetteria, faceva il simpatico, voleva accompagnarmi a casa. Ma a me non va, dissi, e nemmeno i miei saranno d' accordo. Avevo sedici anni, lui ventiquattro. Un giorno venne e pioveva, sali in macchina che ti dò un passaggio, mi disse. Non ci penso proprio, gli risposi, ma se vuoi, puoi seguirmi mentre cammino. E così fece, tenendo il finestrino abbassato. Almeno aveva capito che con me non funzionava come con le altre. Ero un maschiaccio, m' interessavano solo i cavalli».

 

Lo sposò.

khalilah camacho  ali khalilah camacho ali

«Sì. Anche se i miei erano contrari. Era alto e belloccio, a me bastava. Ero vergine, veniva sempre a cena a casa, mai uscita sola con lui. Aveva divorziato dalla prima moglie, Sonji, perché lei non voleva rinunciare alle minigonne e al trucco. Lui le disse: ti comprerò un vestito semplice e modesto. Lei gli rispose: accosta, e scese per sempre dalla macchina».

 

«Con me non correva rischi, non ero troppo vezzosa, né avevo grilli nella testa. In viaggio di nozze andammo a New York e la rivista Ebony ci dedicò sette copertine. Ma Ali nel privato era diverso da come si mostrava in pubblico. In quel momento lì era giù di morale, anzi era depresso, molto infelice. Gli avevano tolto il titolo mondiale e la licenza pugilistica, non poteva combattere, non aveva soldi, né carte di credito. Era a terra, in tutti i sensi. Io gli ho insegnato ad avere fiducia in se stesso. Io l' ho mantenuto per tre anni».

 

Come?

khalilah  camacho e muhammad  ali khalilah camacho e muhammad ali

«Con i soldi di una borsa di studio universitaria. Cucendo abiti, ricamando, cucinando mattina e sera, mandando avanti la casa, senza aiuti, non chiedendo mai un dollaro. Senza fargli sapere che stavo usando un mio fondo, perché il suo orgoglio maschile ne avrebbe sofferto. Così come l' ho convinto che fosse giusto rifiutare il servizio militare per il Vietnam. Certi titoli te li possono togliere, altri no, e sono quelli che ti dà la gente, quando diventi un simbolo. Lui era incerto, sapeva di rischiare molto, ma non vedeva».

 

khalilah  camacho alikhalilah camacho ali

Cosa?

«Che fuori c' era un mondo, una generazione pronta a seguirlo. Che il suo gesto avrebbe significato tanto per molti. Erano anni di contestazione. Glielo ripetevo: ci sono molti modi per battersi. Tu sai solo dare pugni, ma puoi diventare il campione della gente, di chi protesta per una guerra assurda. Trova un altro modo di essere un eroe, fuori dal ring. Gli ho preparato i discorsi, gli ho insegnato a parlare quando non si trattava di boxe. Gli ho detto che poteva farsi ascoltare dalla gente, di preoccuparsi di quello, doveva costruirsi una personalità. Non si trattava solo di provocare, ma di dare coerenza a quell' impegno. Il resto sarebbe venuto. L' ho guidato, ma è stata una battaglia. Gli dicevo: io scrivo, tu leggi. Sia chiaro: non era un fantoccio nelle mie mani, ma io l' ho spinto e sorretto».

Vuol dire che c' era lei dietro?
«In quel momento era un cane bastonato. Forse fuori sembrava forte, ma a casa era abbattuto, fragile, con l' autostima sotto i tacchi. Non riusciva a mantenere la famiglia, non aveva contratti. Era abituato a dominare sul ring, ad avere una classifica, gli mancava quell' identità, quella conferma del suo valore. Io lo incitavo, gli dicevo: possiamo fare degli spettacoli a Broadway, andare lì a raccontare la nostra storia, proviamo a chiedere sostegno a quelli che la pensano come noi.

khalilah  camacho  e muhammad  ali khalilah camacho e muhammad ali

 

Quindi la risposta è sì. Io ho cercato delle vie d' uscita, io l' ho spronato a non abbattersi. E l' ho allenato a reggere la scena. E insieme abbiamo fatto Maryum nel '68, le gemelle Jamillah e Rasheda nel '70 , e finalmente il maschio Muhammad jr. nel '72, a cui lui teneva molto. Gli ricordavo: abbiamo una famiglia, credici, anche quella è un valore. Lui non ha capito subito che fuori dal ring poteva avere un' altra dimensione. E che per farlo doveva battersi, sostenere dei principi che lo avrebbero reso nemico a una parte dell' America, ma un grande campione dell' altra. Lui aveva il coraggio, ma io glielo ho tirato fuori».

khalilah  camacho  ali khalilah camacho ali


Però lui l' ha tradita.
«Sì, quando stava con me ha fatto figlie un po' ovunque. Qualcuno ha ancora illusioni sugli uomini? Non è che abbia avuto grandi esempi, suo padre era peggio: beveva e andava a donne. Però fino a quando è stato mio marito mi ha sempre ascoltato. Aveva fiducia in quello che dicevo. Anche in Africa, a Kinshasa, quella notte ero lì, a bordo ring».

khalilah  camacho  ali  khalilah camacho ali


Lei era l' unica a darlo vincente.
«Sapevo che contro Foreman ce la poteva fare. Non era facile, ma nemmeno impossibile.
Bisognava però mettere in testa ad Ali una cosa: doveva allenarsi bene, perché a volte trasgrediva, e doveva dormire da solo di notte».

Da solo?
«Sì. Si era portato dietro l' altra, Veronica Porsche, una delle quattro ragazze ritratte nel manifesto dell' incontro. La faceva passare per mia cugina, per bambinaia, sapevo che ci andava a letto. Ma quello non era il momento per regolare i conti, nè per lui quello di fare sesso».

E dopo?
«Gli spiegai. La poligamia in America non era accettata e noi lì vivevamo. Non me la venisse a raccontare in versione islamica. In più davanti ai figli non poteva mancarmi di rispetto in quel modo, era una questione di dignità.
Un conto sono le avventure, un altro le storie parallele. Tutti possono avere figli, ma da uomini a diventare padri ce ne vuole».

khalilah  camacho    ali  khalilah camacho ali


A Manila lei lo picchiò.
«Mi arrabbiai perché lui presentò Veronica come sua moglie al presidente Marcos. Ma io non ero lì, lo lessi sui giornali. Così gli urlai al telefono, e lui mi disse: sono balle, non è vero niente, vieni qui a controllare».


E lei?
«Nemmeno feci i bagagli, m' imbarcai subito: ventisei ore di viaggio via Parigi per arrivare a Manila. Non ne potevo più, volevo sbugiardarlo. Alla Casa Bianca per re Hussein di Giordania aveva lasciato la cena dicendo: me ne devo andare, mia moglie sta partorendo, e tutti sapevano che non ero io, ma un' altra».

khalilah   camacho alikhalilah camacho ali


Dicono che lei buttò giù la porta della stanza.
«Ero piuttosto infuriata quando sbarcai nelle Filippine. E sì, più che una visita feci un' irruzione. Le guardie del corpo non tentarono nemmeno di fermarmi».

Cinque minuti di grande rabbia?
«Facciamo quindici. Ma non mi dilungo, vorrei raccontare i particolari in un libro. Le ho detto che ero cintura nera di karatè?».

khalilah   camacho ali khalilah camacho ali khalilah   camacho ali  khalilah camacho ali


Gli mollò degli schiaffoni, devastò la sua camera.
«Diciamo che prima dei round con Frazier se la dovette vedere con me. E non ero meno dura. Ma volevo proteggere i miei figli, avevano una madre che non si abbassava a certi compromessi. Chiesi il divorzio. Ali sul ring è stato grande, come marito un po' meno».

Come sono i vostri rapporti ora?
«Erano buoni fino a un po' di tempo fa. È stato un colpo vederlo cambiare, ha iniziato a tremare sempre di più. Ma io gli parlavo all' orecchio dei vecchi tempi, lui era affettuoso, si divertiva. Ancora non prendeva tutte quelle pillole che gli dà Lonnie, la sua quarta moglie, quella a cui lui ha pagato gli studi sin da piccola. Non era contento di assumere tutti quei farmaci. È un' altra persona sotto quel trattamento, sembra rimbecillito. Ma ora è lei a occuparsi di lui. E da quando c' è lei, è isolato, noi non contiamo più molto. Non accuso nessuno, ma credo che un Ali stordito dai medicinali faccia comodo».

Non è gelosia la sua?
«Io sono andata avanti. Ho fatto tante cose, anche una piccola parte nel film Sindrome Cinese con Jane Fonda. Mi sono risposata, ho avuto altre due figlie, non voglio parlare male di lui, non mi appartiene più. Se dico che ho conosciuto Ali quando non era ancora Ali non è per vendetta. Io gli ho mostrato quello che poteva essere. Sì, io ho fatto Ali, lui ha fatto me, e insieme abbiamo fatto un pezzo di storia».

khalilah   camacho  ali  khalilah camacho ali ali vs foreman 9ali vs foreman 9ali vs foreman 4ali vs foreman 4ali vs foreman 5ali vs foreman 5ali vs foreman 12ali vs foreman 12ali vs foreman 13ali vs foreman 13ANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALI ANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALI FRAZIER VS ALI FRAZIER VS ALI ANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALI ANGELO DUNDEE E MOHAMMED ALI DAVID FROST CON MOHAMMED ALI CASSIUS CLAY DAVID FROST CON MOHAMMED ALI CASSIUS CLAY FRAZIER E ALI FRAZIER E ALI FRAZIER ALI FRAZIER ALI ali vs foreman 11ali vs foreman 11ali vs foreman 14ali vs foreman 14ali vs foreman 15ali vs foreman 15ali vs foreman 2ali vs foreman 2ali vs foreman 3ali vs foreman 3MOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONMOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONMOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONMOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONMOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONMOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONkhalilah camacho ali khalilah camacho ali khalilah camacho  ali  khalilah camacho ali khalilah camacho  alikhalilah camacho alimohamed ali e sammy davis jrmohamed ali e sammy davis jr

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…