melissa satta berrettini

L’ANNUS HORRIBILIS DI MATTEO BERRETTINI: ANCORA PROBLEMI AGLI ADDOMINALI, A RISCHIO ANCHE WIMBLEDON. IL TENNISTA ROMANO, SPROFONDATO AL NUMERO 34 DEL RANKING, STA VIVENDO UNA STAGIONE DA INCUBO. I MOTIVI: UNA FRAGILITÀ FISICA DI BASE, COME JACOBS; UNA FASE DI SOVRACCARICO DI IMPEGNI EXTRA TRA SPOT, OSPITATE BEN PAGATE E UNA STORIA MOLTO PAPARAZZATA CON MELISSA SATTA - BERTOLUCCI CONSIGLIA, SE È IL CASO, DI FERMARSI 5-6 MESI, PER METTERSI IN…

Estratto dell’articolo di Gaia Piccardi per corriere.it

 

melissa satta matteo berrettini a monaco 2

Scordatevi Melissa Satta e lasciate ogni speranza che la lunga crisi di risultati di Matteo Berrettini, l’erbivoro del Nuovo Salario (quartiere romano) che a gennaio dell’anno scorso era numero 6 del mondo (best ranking) e oggi si è svegliato sprofondato al numero 34, sia da attribuire alla relazione sentimentale — benché molto paparazzata —, voi che entrate in questa storia a ritroso di ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.

 

Non è la stagione che Berrettini voleva, anzi sta diventando l’annus horribilis che i tifosi gli rimproverano spietatamente (attenzione alle similitudini con un altro campione in grande difficoltà, Marcell Jacobs, strada facendo); la Cassazione dei social non ammette appello, però parallela alla realtà virtuale corre una verità oggettiva alla quale è necessario aggrapparsi, per non smarrirsi tra gossip e invidia sociale, e per tenere la barra dritta verso il sereno oltre la tempesta.

melissa satta matteo berrettini a monaco 6

 

C’è una fragilità di base dell’atleta, Berrettini come Jacobs. Questa è la prima verità conclamata. C’è (stata) una fase di sovraccarico di impegni extra (sponsor, spot, apparizioni, ospitate profumatamente pagate), che ogni enorme successo porta con sé, Berrettini (primo azzurro della storia ad arrivare in finale a Wimbledon, correva il 2021) come Jacobs (primo azzurro della storia a conquistare due ori olimpici nella velocità in pista), complicatissima da gestire, a maggior ragione se non sei consigliato al meglio. È come l’alpinista che scala l’Everest: dopo la fatica, arrivato in cima, è legittimo che si prenda qualche istante per godere del panorama. Senza però rimanerne abbacinato.

melissa satta matteo berrettini a monaco 1

 

 

Dopo un finale di stagione 2022 problematico, con un rientro affrettato in Coppa Davis a Malaga e l’insana idea di giocare il doppio con Fognini (Fabio, sia messo agli atti, non era d’accordo), il 2023 sembrava sorridere di nuovo a Matteo. La ripartenza in Australia, finalmente risanato, gli ha consegnato in dote tre bei successi (Monteiro, Ruud, Hurkacz, gli ultimi due top 10) e due battaglie toste con Tsitsipas e Fritz, perse ma lottate. Certo era la United Cup, una ricca esibizione giocata due set su tre, poi il tennis degli Slam tre su cinque è tutt’altra bestia, però i segnali erano buoni.

 

La prima batosta per il morale, il seme della crisi prima ancora che il tema ridiventassero gli infortuni, a Melbourne: uno scozzese con l’avvenire alle spalle e l’anca di titanio, il 36enne Andy Murray, gli annulla un match point e lo elimina 7-6 al quinto set. È il giorno uno e l’Australian Open del ragazzo che voleva riprendersi tutto con gli interessi è già finito.

 

melissa satta matteo berrettini a monaco 3

In quel momento la storia con Melissa è abbondantemente in rampa di lancio, diventerà pubblica tra basket (Forum di Assago) e calcio (derby a San Siro), famiglia e staff del giocatore considerano un fattore positivo che Matteo abbia trovato una stabilità affettiva e compensi con la felicità della vita privata la cocente delusione di Melbourne. Il tennis di Berrettini, però, si è preso una vacanza, insieme alla precaria solidità di un fisico strutturalmente sbilanciato (polpaccetti fini, torso da Hulk) in grado di sostenere solo on/off gli strappi violenti di un gioco moderno che poggia sull’architrave servizio-dritto. E infatti.

 

Ritiro ad Acapulco con Rune, rientro lento e macchinoso sul veloce di Indian Wells perdendo con Daniel, girone del purgatorio al challenger di Phoenix, sconfitto da Shevchenko, peggio che andar di notte a Miami, kappaò con McDonald. Tutti avversari di classifica molto inferiore a quella di Berrettini. Sono legnate, oltre che per il fisico, per il morale. Intenzioni e risultati disallineati, pensiero creativo che gli si ritorce contro. Invece di creare, distrugge.

 

melissa satta matteo berrettini a monaco 4

Matteo si rende conto che c’è (più di) qualcosa che non va. «Ho deciso di fidarmi di chi mi allena da sempre, mi sono rimesso a lavorare sodo» dice alla vigilia di Montecarlo, inizio della stagione su terra, ammettendo implicitamente di essersi preso qualche umana pausa di riflessione, di aver sostato troppo a lungo sulla vetta dell’Everest. Montecarlo, però, mentre anche in Jannik Sinner beffato da Rune in semifinale si apre una crepa mai più chiusa, è un’altra sberla in faccia. Cressy va via veloce al primo turno, poi la fatica improba per superare Cerundolo (osso durissimo sul rosso, lo scoprirà a stretto giro Sinner a Roma) chiede il conto a Berrettini: ritiro dal torneo, ennesimo bacino di carenaggio. Il resto è storia recente. Rinuncia a Roma e Parigi (per il secondo anno consecutivo), l’erba come balsamo per l’anima. A Stoccarda, il torneo a casa dello sponsor tedesco, è impensabile che il testimonial romano non ci sia. Forse un altro rientro affrettato per ragioni di business, ma il confronto con l’amico Sonego è impietoso: 6-1, 6-2. Matteo esce dal campo con la testa tra le mani, in lacrime. «Pensavo di essere più avanti» mormora. L’erba è subdola e impietosa: non perdona niente, nemmeno a chi è bello, ricco e famoso.

 

Berrettini in lacrime dopo la sconfitta con Sonego a Stoccarda

melissa satta matteo berrettini a monaco 5

C’è il Queen’s, l’anticamera di Wimbledon, dove Berrettini difende il titolo bis e 500 punti preziosi per il ranking. Il forfait (senza spiegazioni) arriva alla vigilia: primo turno contro Ruusuvuori, il finlandese che ha evidenziato sull’erba olandese gli attuali limiti di Sinner. Ancora problemi agli addominali, pare (qualcuno pensa a un infortunio diplomatico però nel caso di Matteo non è difficile credere che sia l’amaro refrain di una vita).

 

melissa satta berrettini

A questo punto è a serissimo rischio anche Wimbledon, cui l’anno scorso Berrettini non potè partecipare per positività al Covid (e qui ci sarebbe da ragionare sul fatto che Matteo nel 2022, da favorito dei Championships, non si sia chiuso sotto una campana di vetro come hanno fatto Djokovic e Nadal, che ha addirittura chiesto ai genitori di indossare sempre la mascherina e di non andare al ristorante per limitare il rischio di contagio, ma questa è un’altra storia; in ogni caso la sfortuna non c’entra nulla…).

 

È la seconda stagione monca di un giocatore che non trova pace, cui il guru Paolo Bertolucci sulla Gazzetta consiglia, se è il caso, di fermarsi 5-6 mesi, per mettersi in condizione di risolvere il problema una volta per tutte. Sempre che il problema sia risolvibile e non cronicizzato, e qui torna il paragone con Jacobs.

berrettini sattamelissa satta berrettinimelissa satta berrettinimelissa satta matteo berrettinimelissa satta matteo berrettinimelissa satta e matteo berrettini foto chi 8berrettini melissa sattamelissa satta e matteo berrettini foto chi 9melissa satta berrettinimelissa satta e matteo berrettini foto chi 8berrettini melissa satta

Ultimi Dagoreport

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO

donald trump

COME STA IN SALUTE DONALD TRUMP? DOPO LE FOTO HORROR DELLE CAVIGLIE FORMATO ZAMPOGNA DEL PRESIDENTE, ANCHE NEGLI STATES INIZIANO A FARSI DELLE DOMANDE - C’È UNA CORRENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO, VICINA A BERNIE SANDERS, CONVINTA CHE LA SALUTE DI TRUMP SIA PIÙ TRABALLANTE DI QUANTO I MEDICI DELLA CASA BIANCA NON VOGLIANO AMMETTERE. I PUGNACI DEPUTATI DEM STAREBBERO VALUTANDO DI CHIEDERE L’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE MEDICA INDIPENDENTE PER VALUTARE LE REALI CONDIZIONI DEL PRESIDENTE… - TRA INSUFFICIENZA CARDIACA E DEMENZA SENILE, SUI SOCIAL I COMPLOTTARI MORMORANO: "QUALUNQUE COSA NASCONDA, STA PEGGIORANDO"

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?