IL LATO OSCURO DEI GIOCHI: CONTI IN ROSSO, STADI VUOTI, FUGA DALLA TV E SPONSOR SPIAZZATI DAI PIRATI DEGLI SPOT - LA NBC DELUSA DAI RISULTATI DELL’AUDIENCE - 100 MILIONI DI BUCO IN BILANCIO: SARA’ TAPPATO CON SOLDI PUBBLICI - LE PARALIMPIADI RESTANO A SECCO

Condividi questo articolo


GIOCHI RIO GIOCHI RIO

Ettore Livini per “la Repubblica”

 

Conti in rosso, rating tv in calo e sponsor ufficiali spiazzati dai “pirati dello spot”. Il business Olimpico – quello dove a vincere è la legge del profitto – esce da Rio con un bilancio più agro che dolce. E con il serio rischio che lo sforzo finanziario per mandare in porto i Giochi ufficiali finisca per mettere a rischio le Paralimpiadi – al via il 7 settembre – ancora nel caos e senza soldi e costrette a tagliare drasticamente i servizi per evitare il flop.

 

IL BUDGET IN ROSSO

BBC PROMO GIOCHI OLIMPICI RIO BBC PROMO GIOCHI OLIMPICI RIO

La crisi del Brasile e gli stadi vuoti hanno mandato in passivo l’organizzazione. E il buco – previsto in circa 100 milioni – sarà tappato con soldi pubblici dello Stato. Un salasso per un paese in gravissima crisi. Quattro tornate di tagli (a numero volontari, infrastrutture, fringe benefits come le tv per gli atleti e le zanzariere) non sono bastati a compensare le entrate inferiori al previsto. Le cifre ufficiali parlano di 5 milioni di biglietti venduti, l’82% di quelli disponibili.

 

Ma gli stadi sono apparsi quasi sempre tristemente vuoti. «Colpa di quelli venduti in blocco a grandi aziende e non usati», spiegano a Rio 2016. I costi per la sola organizzazione dei Giochi sono stati pari a 4,8 miliardi di dollari, il 56% più del budget secondo uno studio della Oxford University.

 

GIOCHI DI RIO GIOCHI DI RIO

La media dello sforamento nella storia delle Olimpiadi dal 1960 è del 151%. I nodi però rischiano di arrivare al pettine ora: il Comitato che ha gestito questa edizione – sospettano in molti – potrebbe aver raschiato il fondo del barile per mandare in porto senza troppi guai la prima fase. Lasciando a secco le Paralimpiadi che condividono lo stesso budget.

 

Molte Federazioni non hanno ancora ricevuto i fondi per pagare biglietti e soggiorni ai loro atleti che sarebbero dovuti arrivare a fine luglio. «È il momento più difficile della nostra storia», ha ammesso Philip Craven, presidente del Comitato paralimpico, annunciando una nuova pesante sforbiciata ai costi necessaria per evitare un’imbarazzante cancellazione. Una pagina olimpica nera, specie dopo lo spettacolo (e i numeri) delle Paralimpiadi di Londra 2012.

 

UN BUCO NEL VIDEO

Il bilancio delle Olimpiadi in tv è invece in chiaroscuro. La rete americana Nbc ha pagato 12 miliardi per assicurarsi i diritti dei Giochi su tutte le piattaforme fino al 2032, forte del fatto che i cinque cerchi restano sempre l’avvenimento sportivo più seguito sul pianeta.

 

I risultati a Rio le lasciano però un po’ d’amaro in bocca. L’audience è scesa del 17% (a circa 31 milioni di spettatori a sera negli Usa) rispetto a Londra. La visione su piattaforme digitali del network, come ovvio, è decollata con un bel +46% e nei primi dieci giorni a cinque cerchi era superiore a quelle di Pechino e del 2012 sommati.

RIO GIOCHI OLIMPICI RIO GIOCHI OLIMPICI

 

Ma si tratta sempre di numeri marginali. Solo l’8% dei telespettatori ha guardato i Giochi su smartphone o pc. La rete tv Usa preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno. L’audience è scesa, ma gli spot sono stati di più: Nbc ha raccolto 1,2 miliardi di pubblicità, il 20% in più di Londra. Dove l’avventura dei Giochi le aveva regalato un utile di 120 milioni.

 

I PIRATI DELLO SPOT

La vera rivoluzione nel business olimpico è però quella degli sponsor. Quelli ufficiali – che sborsano 40 milioni per i diritti – hanno subito quest’anno l’attacco dei figli di uno spot minore. Il Cio – per questioni di soldi – ha ammorbidito la “Rule 40”, la camicia di ferro che proteggeva i diritti di Coca-Cola, McDonald &C., storici partner. Pagando una cifra e evitando di usare parole come “Vittoria” “Olimpiadi”, persino “estate” e “citius, altius, fortius” alcune aziende hanno potuto continuare a utilizzare i loro testimonial anche nel periodo di black-out della manifestazione.

 

GIOCHI RIO GIOCHI RIO

Under Armour per esempio ha fatto girare in tv uno spot con Michael Phelps nelle ore delle sue gare senza alcun riferimento (se non quello naturale e subliminale) a Rio. E la sua esposizione digitale, hanno calcolato i guru del settore, è cresciuta dell’83%. È possibile che gli sponsor ufficiali chiedano ora al Cio uno sconto o il ripristino della versione “dura” della Rule 40 per Tokyo 2020.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME SI PUO’ CONTROLLARE UN PARTITO CHE HA QUASI IL 30% DEI VOTI CON UN POLITBURO DI 4-5 PERSONE? E INFATTI NON SI PUO’! - LE SORELLE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI NON TENGONO LE BRIGLIA DI FRATELLI D’ITALIA: SILENZIATA LA CORRENTE DEI “GABBIANI” DI RAMPELLI, AZZERATO IL DISSENSO, ELIMINATA OGNI DIALETTICA INTERNA (CHE SI CHIAMA “POLITICA”), TRATTATI I PARLAMENTARI COME CAMERIERI A CUI SI DANNO ORDINI VIA CHAT, COSA SUCCEDE? CHE POI QUALCUNO SI INCAZZA E FA “L’INFAME”, SPUTTANANDO ALL’ESTERNO IL PIANO DI GIORGIA MELONI PER IL BLITZ PER ELEGGERE FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA…

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?