Ieri Ceferin, presidente Uefa, ha annunciato che non si ricandiderà nel 2027.
Su il Giornale, Damascelli commenta così la scelta del presidente slovacco.
Ceferin ha ancora tre anni per fare chissà che cosa del calcio
Dopo tre mandati, senza gloria alcuna, Ceferin ha fatto il grande e buffo annuncio: «Non mi ricandido» che sarebbe una buona notizia ma è appunto buffa perché il fatto avverrà non domani ma tra tre anni, dunque nel 2027, quando lo stesso sloveno compirà i sessanta e avrà fatto chissà che cosa altro per il football europeo.
Avanza l’ombra del braccio destro Al Khelaifi
Ceferin deve avere annusato puzza di bruciato, il presidente della Football Association, Bullingham, aveva votato contro la rielezione, una modifica statutaria per il 4° mandato proposta dallo stesso Ceferin e accolta dai cortigiani propensi allo status quo, anche i capi del calcio di Norvegia e Islanda avevano alzato la cartolina rossa in assemblea dimostrando il loro dissenso alla dittatura. Non cambia molto, anzi avanza l’ombra del qatariota Al Khelaifi, presidente del Psg e braccio destro, sinistro e di tutto il resto di Ceferin, pronto ad impossessarsi del potere.
La Uefa dovrà fare i conti con i ribelli della Superlega
Per altri tre anni Ceferin continuerà ad esercitare il suo potere, a tenere a distanza i ribelli, goffi, della superlega, l’Uefa resiste a se stessa ma dovrà fare i conti con il crescente potere dei club e delle voci critiche al proprio interno. Le dimissioni di Boban sono state il primo segnale di allarme tenuto sotto traccia dal sistema di Nyon e con una reazione sgarbata dello stesso Ceferin: «Non meritano il mio commento». Effettivamente Boban non meritava di lavorare per e con uno come l’attuale presidente dell’Uefa.