LUCI A SAN SIRO NON NE ACCENDERANNO PIU’?- FRONTE TRASVERSALE CONTRO IL NUOVO STADIO, SALA: "SI DECIDERÀ IN CONSIGLIO COMUNALE MA SAN SIRO SARA’ IL TEATRO DELLA CERIMONIA D’APERTURA DEI GIOCHI OLIMPICI INVERNALI DEL 2026" - DAL MINISTRO SALVINI A PEZZI DEL CENTROSINISTRA, PROTESTE CONTRO IL 'MASTERPLAN' PRESENTATO DA INTER E MILAN IN COMUNE. E I COMITATI DEL QUARTIERE PENSANO A UNA RACCOLTA FIRME PER UN REFERENDUM…

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SAN SIRO SAN SIRO

Zita Dazzi per repubblica.it

 

Un punto fermo lo mette il sindaco Beppe Sala: "Difficile non mantenere la promessa fatta al Cio, a Losanna, e nel dossier olimpico con cui Milano e Cortina si sono aggiudicate i Giochi invernali 2026". Quella promessa è che l'inaugurazione dell'Olimpiade avvenga sul prato dello stadio di San Siro.

 

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L'attuale, San Siro: e non quello che, da ieri, ha preso forma con la presentazione da parte di Inter e Milan del plastico del loro progetto per un nuovo stadio, ipotesi che già sta scatenando i contrari all'abbattimento del Meazza. Quel che è, ancora, certo, è che la politica dovrà decidere: "Credo che si aprirà anche un bel dibattito politico perché lo stadio di San Siro ha un ruolo importantissimo. Quindi prima capiremo tecnicamente i contenuti della proposta e poi andremo in Consiglio comunale, l'aula dovrà avere un ruolo importante", assicura Sala.

 

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Cautela, insomma, su quel progetto di un nuovo impianto da 60mila posti con annesso distretto dello sport e dello shopping che i due club vorrebbero realizzare: "Io non ho avuto modo di vederlo ma in questo momento devono verificarlo gli uffici, il primo tema è capire se è in linea con il Pgt, con le leggi speciali sugli stadi, bisogna considerare tutto. Sono 750 pagine e prima di esprimere un giudizio aspetto", ha aggiunto Sala.

 

Ai giornalisti che gli hanno chiesto se nel masterplan presentato dalle squadre ci sia un raddoppio di cubature rispetto al Pgt, il piano di governo del territorio,  Sala ha risposto che "questo è quello che appare come prima istanza ed è ovviamente un problema di base, credo che l'abbiano fatto appellandosi alla legge sugli stadi", ha detto il sindaco, che ribadisce: "Io sono tra i nostalgici di San Siro, ma di fronte alla proposta delle squadre è difficile che io mi possa girare dall'altra parte".

 

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Eppure c'è già chi è pronto a incatenarsi davanti ai cancelli del 'vecchio' Meazza. Nella versione più soft: a organizzare una raccolta firme per chiedere un referendum contro l'abbattimento dello stadio. Un fronte trasversale, che poco c'entra con gli schieramenti politici e che forse, proprio per questo, è ancora più temibile. Con le adesioni ideali più varie: da Matteo Salvini agli ecologisti, passando per il consiglio comunale e per i comitati di quartiere.

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A loro replica indirettamente Adriano Galliani, senatore di Forza Italia, ex Ad del Milan: "Non ci sono alternative all'abbattimento, Non si può giocare e allo stesso tempo ristrutturare lo stadio. Il primo anello è stato fatto nel 1926, il secondo nel '60 e il terzo nel '90. Non ne può nascere uno stadio moderno".

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In serata il vicepremier Matteo Salvini dà un'autorevole benedizione ai contrari all'abbattimento: "Chiedo copia del progetto: ogni novità è la benvenuta, soprattutto se ci aiuta a gestire meglio anche la sicurezza. Ma da sportivo, italiano, milanese e milanista non posso pensare all'abbattimento del glorioso stadio di San Siro". In Municipio 7 il presidente Marco Bestetti, di Forza Italia, sostiene gli abitanti dei diversi comitati nati nella zona contrari al progetto. Guai ad abbattere lo stadio vecchio col suo terzo anello e la sua sagoma inconfondibile: "E' un simbolo di Milano nell'Italia e nel mondo, non un edificio qualsiasi da tirar giù con una ruspa. La decisione spetta ai milanesi", dice Bestetti.

 

 

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Anche da Palazzo Marino arrivano proteste risentite. Lo juventino Carlo Monguzzi (Pd) per motivi ambientali: "Guai chi vuole costruire uno stadio nuovo consumando materiali, suolo, producendo residui e spreco energetico enorme. Non ce lo possiamo permettere in questo momento di emergenza ecologica". Il Cinque stelle Simone Sollazzo spara a zero contro "l'ennesima colata di cemento sulla città". Enrico Marcora (Lista Sala) ricorda "l'investimento importante fatto negli anni passati: sarebbe uno spreco ora ricominciare a spendere per uno stadio più piccolo che farebbe aumentare il prezzo dei biglietti".

 

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Il 'Comitato no demolizione stadio nato ad aprile è pronto a raccogliere le 15mila firme per arrivare al referendum, protestando contro "un carico urbanistico insopportabile che stravolgerà il quartiere". Perché, dicono dal comitato: "Qui c'è gente pronta ad andare per vie legali, gente che si incatenerà davanti ai cancelli. Già diventiamo pazzi con le partite e i concerti al Meazza, dobbiamo stare in casa tappati con le serrande abbassate per schivare i lanci di oggetti dei tifosi, ci manca che ce lo mettano davanti al portone: lo facciano a Settimo Milanese, che almeno ci sono i parcheggi".

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