malagò

MEGALO'-MALAGÒ PROVA A TENERSI IL PALLONE: IL CONI PROROGA IL COMMISSARIAMENTO DELLA FIGC FINO AL 10 DICEMBRE 2018 – LE MOSSE DEL NUMERO 1 DELLO SPORT ITALIANO PER EVITARE CHE LA FEDERCALCIO FINISCA NELLE MANI DI ABETE SOSTENUTO DALL’ALLEANZA GRAVINA-SIBILIA-TOMMASI-NICCHI – IL RUOLO DI LOTITO

malagò

(ANSA) - Il Consiglio nazionale del Coni ha deliberato, su proposta della Giunta andata in scena stamane, la proroga del commissariamento della Figc, Roberto Fabbricini, fino al 10 dicembre 2018. Durante la votazione si sono astenuti lo stesso Fabbricini e il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli.

 

 

MALAGO’ NON MOLLA IL PALLONE

Arbiter per il Fatto Quotidiano

 

MALAGO' FABBRICINI

Più che un Commissariamento, quello della Figc si sta trasformando in un' occupazione, per mano del Coni. Con i vecchi sodali Franco Carraro e Franco Chimenti (a proposito di facce nuove) pronti a sostenere le ambizioni e le mire di Giovanni Malagò, numero uno del Comitato Olimpico, indagato nell' ambito dell' inchiesta Parnasi e sempre più inquieto perché i magistrati non gli consentono di chiarire la propria posizione, rinviando l' interrogatorio e creandogli un oggettivo danno di immagine.

 

abete

Ed è stato proprio l' infaticabile "consigliori" Franco Carraro a lanciare nelle ultime ore una proposta che con una definizione a lui tanto cara quanto abusata, "stravagante", è già stata respinta al mittente: presidente di transizione per due anni l' attuale Commissario straordinario Roberto Fabbricini, che per effetto della legge Madia sugli incarichi pubblici dovrà lasciare il vertice della Coni Servizi tra qualche mese, quando scadrà la deroga di un anno prevista per i pensionati e con la condizione che l' incarico sia svolto a titolo gratuito.

 

malago'

Stretto tra le diffide incrociate, a fare le spese di questo stallo alla Federcalcio è proprio il povero Fabbricini, in attesa di eventi, interpretazioni giuridiche e legislative, ma sempre più preoccupato di pagare con una denuncia per abuso d' ufficio la devozione a Malagò. Tanto da far muovere il suo vice commissario, il noto amministrativista romano Angelo Clarizia, che si è già messo in contatto con i legali dei "rivoltosi", larga maggioranza in Figc e decisi a non mollare.

MALAGO' SIBILIA

 

Da un lato, infatti, c' è uno schieramento partito con il 73% dei voti (Gravina per la Lega di Serie C; i Dilettanti del deputato di Forza Italia Cosimo Sibilia; i calciatori guidati da Damiano Tommasi e gli arbitri di Marcello Nicchi) ma appoggiato anche da larghe frange di Serie A e B, che sollecita le nuove elezioni in Federcalcio e ha dato un ultimatum a Fabbricini perché fissi entro il 31 luglio la data dell' Assemblea. Sul fronte opposto, Malagò ha puntato la stessa arma contro il suo braccio destro: una diffida al Commissario Fabbricini perché non convochi l' Assemblea della Federcalcio e rinvii - nonostante il mandato della Giunta esecutiva del Coni - la ricostituzione degli organi ordinari, con l' elezione del nuovo presidente e del nuovo Consiglio federale.

 

malago'

Come si è capito subito, il Coni punta a "espugnare" la Figc facendo slittare tutto di altri 4/5 mesi. Anche per dare tempo a Malagò di individuare un candidato presidente di sua fiducia e gradimento, replicando il meccanismo che ha portato al vertice della Lega di Serie A il banchiere Gaetano Micciché: come clienti attuali o potenziali di Banca Imi, di cui Micciché è il numero uno, i presidenti di club lo hanno eletto all' unanimità. Ma il vero vincitore, in quel caso, è stato Claudio Lotito che ha scambiato il voto favorevole dei suoi alleati con il posto nel prossimo governo della Figc, contro il parere di Malagò.

 

E il futuro candidato di Malagò alla Figc dovrà cercarsi e raccogliere i voti tra le varie componenti del calcio, visto che si tratta di un' elezione (per di più a scrutinio segreto).

 

mancini costacurta fabbricini clarizia

Archiviata la Lega di A, è per la poltrona di presidente della Figc che adesso Malagò mastica amaro. Da quando l' alleanza Gravina-Sibilia-Tommasi-Nicchi ha deciso di rispolverare l'"usato sicuro", un suo antico oppositore, refrattario ai salotti romani, appassionato collezionista di verbali e documenti: Giancarlo Abete, dal 2007 al vertice della Figc fino alle dimissioni del 2014, dopo il flop della Nazionale ai Mondiali in Brasile.

 

La partita Malagò-Abete si gioca anche sul piano legislativo: confortato da qualche amico, zelante avvocato, il presidente del Coni ha fatto sapere attraverso i suoi trombettieri che Abete non è candidabile in base a una legge del gennaio scorso che impedisce di andare oltre i tre mandati. Sono in corso vivaci consultazioni tra giuristi e avvocati sulla corretta interpretazione della legge che potrebbe finire all' esame del Consiglio di Stato, soprattutto per la pretesa retroattività.

 

giovanni malago

Ma negli ultimi giorni lo stesso Malagò ha frenato, quando si è reso conto di aver innescato un boomerang: quella legge riguarda non solo i presidenti delle Federazioni sportive, ma anche i dirigenti del Coni. E ai due mandati da presidente, andrebbe aggiunto un suo doppio mandato da membro della Giunta, dal 2001 al 2003 e poi nel 2009 sotto la gestione Petrucci. Se passasse l' interpretazione restrittiva della legge, non distinguendo tra mandati e funzioni, anche Malagò rischierebbe di scansare definitivamente a fine quadriennio. Tra Lega (questa volta di Salvini), Movimento 5 Stelle e critici sempre più numerosi, in pochi si vestirebbero a lutto.

lotitomalagò

 

 

Marcello Nicchi gravinatommasimalagò

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