padel bela

PADEL-LATE D’AUTORE – SMASH STELLARI, COLPI DIETRO LA SCHIENA, INCANTEVOLI STOP VOLLEY: TUTTI PAZZI PER FERNANDO BELASTEGUIN, IL MESSI DEL PADEL – IL TIFO PER IL BARCELLONA, LA PASSIONE PER LA PASTA AL PESTO E LE PICCOLE SUPERSTIZIONI - LO SPETTACOLARE PUNTO NELLA FINALE DI VALENCIA… - VIDEO

 

Giampaolo Martire per supertennis.tv

 

belasteguin lima

Fernando Belasteguin, nato il 19 maggio del 1979 in Argentina a Pehuajò, città a quasi 400 km dalla capitale Buenos Aires, probabilmente sarebbe stato un campione in qualsiasi sport. Piedi velocissimi, capacità di coordinazione non comune e ferrea volontà nel perseguire un obiettivo avrebbero presto fatto di lui un fuoriclasse, per esempio, nel mondo del calcio, attività con la quale cominciò la sua carriera sportiva a soli 5 anni.

 

La classica storia di ragazzo di provincia che trova il suo riscatto nel “futbol” insomma, quantomeno se non si fosse intromesso il solito “zio”, che al pari del più noto Tony Nadal, arrivato il ragazzo ai dieci anni, gli sibilò con una certa insistenza che giocare in quel San Martin di Pehuajò non gli avrebbe dato le stesse soddisfazioni che seguirlo in quegli strani campi vetrati (piste, in spagnolo) dello sport emergente del paese, un incrocio tra tennis e squash, che gli argentini chiamavano “padel” (paddle tennis in inglese).

 

belasteguin

Da quel momento Fernando diventò presto il “piccolo Bela”, poi per tutti soltanto “Bela”, semplicemente la leggenda vivente del paddle. Un campione assoluto, con un palmares che ha ben pochi eguali nello sport professionistico moderno. Da quel famoso 1990 dello “zio”, nel giro di cinque anni, a soli 16 anni, Fernando diventa professionista. Nel 2000 è già il miglior giocatore argentino, e gioca al fianco dei fratelli Gonzalo e Matias Diaz, Roby Gattiker, Alejandro Sanz e Pablo Seprum, finché nel 2002 forma la coppia (“pareja”, ndr) dei sogni, la più forte di sempre, con il connazionale (che poi prese passaporto spagnolo) Juan Martin Diaz. Da quel momento sarà storia. Un sodalizio durato 13 anni quello tra i due argentini, capaci di vincere insieme 170 finali su 191 disputate. Solo dal 2015, con entrambi in cerca di nuovi stimoli, Bela gioca con il brasiliano Pablo Lima, con il quale da due anni forma una coppia praticamente imbattibile.

belasteguin lima

 

I suoi numeri da professionista sono impressionanti: da 14 anni ininterrottamente è il n.1 della classifica mondiale del World Paddle Tour, ha vinto 197 tornei professionistici inclusi quelli dei principali Master (equivalente degli slam) tra cui Barcellona, Madrid, Dubai e Buenos Aires e detiene insieme con Diaz il record di imbattibilità (un anno e nove mesi) con ventidue tornei vinti consecutivamente tra il settembre 2005 e il maggio 2007. Ha condotto l’Argentina a due titoli mondiali, nel 2002 e nel 2004, l’ultimo dei quali disputatisi a Buenos Aires, con la madre gravemente malata.

 

Cifre assolute che però non raccontano tutto quello che Bela rappresenta per il mondo del padel. Per fare dei paragoni con il mondo tennistico Juan Martin Diaz, suo socio, rappresenta una sorta di McEnroe di questo sport. Smash spettacolari, colpi dietro la schiena, incantevoli stop volley ad infiammare le platee.

 

belasteguin

Bela non è questo: per tanti aspetti è più vicino concettualmente a Nole Djokovic. Ha completezza tecnica, ma soprattutto dedizione totale al gioco e assoluta fame di miglioramento e di vittoria. A un certo punto, finito il sodalizio con Diaz, il suo nuovo compagno Lima, emergente e già n.3 al mondo, si infortunò. Bela pur di non rimanere fermo per due o tre tornei decise di giocare con un vecchio amico, l’oltre quarantenne Willy Lahoz, da tempo fuori dai primi 20-30 giocatori del mondo. Bela, al pari di tutti i grandi campioni dello sport, non trascurerebbe mai un singolo gesto, un singolo allenamento e non vorrebbe perdere nemmeno alla tombolata di Natale con i parenti. Così, tempo il rodaggio di qualche game, il campione trovò il modo di fare giocare tatticamente e tecnicamente al meglio Lahoz e con lui vinse addirittura i due tornei disputati, domando tutte le coppie emergenti e consolidate del circuito. Questa impresa, fatta senza Juan Martin Diaz, e con un compagno non nell’elite del gioco, alimentò ulteriormente la leggenda dell’uomo da Pehuajò. Con la sua capacità di dominare mentalmente, tecnicamente e tatticamente un incontro, girava voce che Bela avrebbe vinto un torneo professionistico in coppia con chiunque sapesse tenere una racchetta in mano.

iniesta

 

E pensare che Fernando Belasteguin non è stato mai tennista, a differenza della maggior parte dei padelisti amatoriali e professionisti (racconta che vorrebbe aver giocato a tennis solo per aver un miglior gioco al volo) ma come “padelero” nativo, inizialmente svantaggiato dal gioco di volo meno fluido, ha poi fondato su questo la sua forza e sviluppato caratteristiche tipiche di questo sport, soprattutto per chi gioca a sinistra (zona dove arrivano le palle più difficili da giocare): preparazione atletica perfetta, grande costruzione del punto, sagacia tattica, difesa e contrattacco su ogni palla e soprattutto la certezza che quando il punto conterà lui certamente farà la giocata giusta. Senza queste doti non puoi vincere così tanto per tanti anni.

 

fernando belasteguin

Racconta Martina Camorani, che insieme ad Andrea Balducci ha curato l’edizione italiana della sua biografia, “Esta es mi historia” –. Bela è uno cui piace sentire la fatica. È questo uno dei problemi che ha il suo preparatore atletico attuale (Tony Martinez) perché quando gli fa fare esercizi importanti ma poco intensi, anche ora che ha 37 anni e ha vinto tutto, Bela si lamenta perché dice che non suda, non fatica e non gli sembra nemmeno di essersi allenato.

 

E proprio la sua biografia ci racconta sia della sua grandezza in campo, che di quella di uomo nella vita di tutti i giorni. Dedizione, senso della famiglia, attaccamento alle origini, ha destinato tutti i proventi del libro, scritto da Valen Bailon con prefazione del suo grande amico, il calciatore Andres Iniesta, in beneficienza a tre associazioni: la fondazione per bambini “Ronald McDonald” di Barcellona, il panificio “El futuro” di Pehuajò, e la scuola speciale di padel “Fernando Belasteguin” in Argentina.

 

E da “Esta es mi historia” apprendiamo aneddoti che non si trovano nelle cronache sportive: come quando già avanti rispetto ai coetanei, tornava da solo a casa dall’asilo, mentre i genitori lo cercavano disperatamente o come quando faceva grandi sacrifici per diventare il n.1 mondiale: “Quando da piccolo ha iniziato a essere un giocatore forte, andava da solo in pullman dal suo paesino fino a Buenos Aires per giocare i tornei, e veniva ospitato dalla famiglia Diaz. Quando tornava a casa la notte, gli autisti del pullman lo conoscevano e gli lasciavano il posto vicino alla guida così durante il viaggio di ritorno poteva studiare”, racconta ancora Martina Camorani.

messi

 

“Non mi va di perdere"

Oppure delle piccole superstizioni del campione: “Quando si svolge il torneo a Marbella passa sempre prima da casa mia a mangiare una buona italica pasta al pesto di cui è innamorato. Unico anno, nel 2015, in cui non è passato, è stato l’unico anno in cui non ha vinto!”, svela Giuseppe Sinisi, storico giocatore italo-spagnolo da sempre molto vicino a tutti i grandi campioni. O dei retroscena a testimonianza della sua ferocia sportiva. “Era una innocua amichevole, contro due ottimi prima categoria spagnoli. Lasciammo nettamente il primo set, quando venne da me e mi disse 'Scusa contro questi due non mi va di perdere' e mi mise in una posizione in campo per cui lui iniziò a coprire qualsiasi colpo vincente degli avversari. Ovviamente vincemmo”, ci descrive divertito Stefano Fatelli, veterano di questo sport.

 

O come non ricordare della sua grande passione per il calcio. Nel 1999 lasciò per qualche mese la racchetta, per studiare all’università e per provare ad avere una carriera come centrocampista. Venne subito richiamato al padel dal suo riferimento d’infanzia e campione del mondo Roby Gattiker, ma comunque Bela rimane un accanito tifoso del Barcellona, città in cui ormai da anni si allena (sotto la guida di Miguel Sciorilli e Marcela Ferrari) e vive con la moglie i suoi tre figli.

 

Amore per il Barca totalmente ricambiato per giunta: lo scorso 16 marzo è stato invitato al Camp Nou dalla società blaugrana, che gli ha riservato un trattamento d’onore. Il presidente Josep Maria Bartomeu gli ha regalato una maglia con il numero 14, in onore dei suoi anni da numero uno. Al termine della partita, vinta per 3-1 contro l’Arsenal, Bela ha scattato foto con i giocatori blaugrana e Messi gli ha confidato di giocare a paddle e che gli piacerebbe fare almeno una volta coppia con lui...

padel bilbaopadel barbarossapadel malagòpadelpadel bilbao finalepadel candelapadel totti mancini

 

padel bilbao finale

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...