C’È POSTA PER EZIOLINO - CAPUANO: “DOPO STRISCIA E LE IENE, ORA MI MANCA SOLO MARIA DE FILIPPI” - LO SHOW AL PROCESSO DEL LUNEDI’: “NON CAPISCO QUESTO URAGANO MEDIATICO SU DI ME. ODIO IPOCRISIA E FALSO MORALISMO. SPEROTTO CON L’AREZZO HA CHIUSO” - - -

Intervistato da “Le Iene” lo “spione” Sperotto era pronto a chiedere scusa per aver registrato e messo on line lo sfogo del suo tecnico: “Ho fatto una cazzata ma mi hanno trattato come il peggiore dei venduti” - Capuano tiene il punto ed esclude il reintegro - Da Liedholm a Mancini: quando l’allenatore perde le staffe...

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CAPUANO STRISCIA LA NOTIZIA CAPUANO STRISCIA LA NOTIZIA

Francesco Persili per “Dagospia”

 

A Eziolino Capuano ora manca solo di andare ospite da Maria De Filippi. Dopo il Tapiro d’oro ricevuto da “Striscia”, l’allenatore dell’Arezzo è diventato una sorta di prezzemolino tv.

 

Ieri sera, al Processo del lunedì, è tornato sullo sfogo registrato e messo on line da un suo calciatore, Nicolò Sperotto: «Non capisco questo uragano mediatico su di me. Odio ipocrisia e falso moralismo - spiega il tecnico - Probabilmente esagero ma il mio rapporto coi giocatori è questo. Non è giusto che un calciatore registri e poi derida l’allenatore. Sperotto è un bravo ragazzo, gli auguro ogni bene ma con l’Arezzo ha chiuso».

 

CAPUANO LE IENE CAPUANO LE IENE

Lo “spione” dello spogliatoio, intervistato da “Le Iene”, si era detto pronto a chiedere scusa: «Ho fatto una cazzata, è vero, ma mi hanno trattato come il peggiore dei venduti». Serse Cosmi, a “Quelli che…” aveva invitato il tecnico campano a perdonare il suo calciatore. Ma Capuano, che in settimana ha polemizzato anche con il presidente dell’Assoallenatori Ulivieri, chiude la porta a Sperotto: «Altre volte ho fatto a cazzotti nello spogliatoio ma non è mai uscito nulla».

 

Sulla sfuriata stracult condita da epiteti ed espressioni non proprio da Accademia dei Lincei (“Siete una banda di merde, vi scanno”) il tecnico aveva chiarito il pensiero con l’inviato di Striscia, Valerio Staffelli: «Quando perderò questa fase adrenalinica smetterò di allenare. Ferguson ha spaccato la testa a Beckham e non c’è stato tutto questo casino»

 

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Mica vero. 13 febbraio 2003, il Manchester United ha appena perso in Fa Cup contro l’Arsenal, Sir Alex è una furia, piomba negli spogliatoi e si scaglia contro Beckham reo di non aver svolto i compiti difensivi. David non accetta le critiche e impreca, Fergie tira a un calcio a uno scarpino che si stampa sul viso da copertina di Becks. Apriti cielo: l’inglese si scaglia contro lo scozzese e viene bloccato a forza dai compagni.

 

Taglio all’arcata sopraccigliare e due punti di sutura. «Fergie decks Becks, Ferguson stende Beckham, titola il Sun. «Il fatto è che David pensava di essere al di sopra del tecnico e quando un giocatore si sente al di sopra dell’allenatore deve andarsene», il Ferguson pensiero consegnato agli annali. Nel momento in cui l’allenatore perde la propria autorità, la squadra non esiste più. Finiscono per gestirla i giocatori e iniziano i guai.

 

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Ma i tecnici ogni tanto si fanno prendere la mano. Mancini è finito a spintoni con Balotelli e Osvaldo, Delio Rossi ha tirato un pugno a un suo calciatore (Adem Ljajic) e Nigel Pearson, ex allenatore del Leicester, ha addirittura provato a strangolare un calciatore avversario. Il tecnico, poi esonerato dopo che suo figlio partecipò a un’orgia in Thailandia, è stato sostituito per una strana legge del contrappasso da sir Claudio Ranieri, il baronetto di San Saba, un gentleman della panchina.

 

Scene da allenatore nel pallone coinvolgono anche insospettabili come Nils Liedholm che perde il suo proverbiale self control con Ramon Turone e Lippi che attacca al muro Bobo Vieri. Storie di pallone, segreti di spogliatoio. In quel mondo fuori dal mondo si vive senza pelle. Lo spogliatoio è il tempio che custodisce il fuoco sacro dello spirito di squadra, il luogo deputato per stringere quel patto di corresponsabilità che porta a infiammare l’agonismo di valori e obiettivi condivisi. Dentro quelle quattro mura ci si spoglia di reticenze e ipocrisie.

 

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Nel confronto, e nello scontro, può finire o rinascere una squadra. Lo sa il presidente dell’Arezzo, Mauro Ferretti che a “La Zanzara” difende a spada tratta il suo tecnico «genio e sregolatezza»: «Cacceremo il giocatore, lo spogliatoio non va violato». Capuano ringrazia e dopo il successo col Prato vola sotto la curva a festeggiare con i tifosi: «Ho ricevuto anche l’invito alla trasmissione di Maria De Filippi. Andrò ad aprire la busta...», ironizza. Il pallone, in fondo, è una cosa semplice e la regola aurea la scolpisce Capuano: «Chi esterna quello che è successo negli spogliatoi non è degno di giocare a calcio».

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