LO SPAURACCHIO DELL’ITALIA SI CHIAMA PLAYOFF: SE GLI AZZURRI ARRIVANO SECONDI NEL GIRONE, PER ANDARE IN QATAR BISOGNERÀ PASSARE PER LE FORCHE CAUDINE DI UNA SPECIE DI FINAL FOUR. TRA LE AVVERSARIE POTREBBERO ESSERCI LA CROAZIA, LA SERBIA E L’INCUBO SVEZIA - MANCINI A BELFAST A CACCIA DI GOL: BELOTTI HA LE POLVERI BAGNATE. TENTAZIONE SCAMACCA (PIU' DI RASPADORI) O IL TRIDENTE…

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Fabio Licari per gazzetta.it

 

ROBERTO MANCINI ROBERTO MANCINI

Se a Belfast non va bene rischiamo di essere rovinati. Se a Belfast succede un altro “disastro” come quello del 1958 restano i playoff. Quasi sicuramente da teste di serie, ma lo stesso non c’è da festeggiare. La strada per il Qatar si farebbe dura. Le “non” teste di serie, a un primo sguardo, sembrano alla portata degli azzurri, però pensavamo lo fosse anche la Svezia. E in ogni caso avremmo un secondo turno di spareggi nel quale, per esempio, Svezia, Croazia e Serbia non sembrano clienti simpaticissimi.

 

 

Piccolo riassunto. In Qatar sono previste 13 europee, poche ma tant’è: le 10 vincenti dei 10 gruppi; le 3 vincenti dei playoff tra le 10 seconde più le 2 migliori della Nations non qualificate via gruppi. Rifiatate, si continua. Per stabilire le seconde si contano i punti tra le prime cinque di ogni girone (nel nostro caso tutti). Se c’è parità, come tra Italia e Svizzera, il primo criterio è la differenza reti. Per ora siamo in vantaggio: noi +11, loro +9. Se ci ritrovassimo pari anche in questa speciale classifica, però, saremmo noi a soccombere perché negli scontri diretti la Svizzera ha segnato un gol all’Olimpico e noi niente a Basilea.

scamacca scamacca

 

LA GRANDE PAURA

Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”

 

Una infida partita doppia, noi in trasferta e la Svizzera in casa. L'Italia si gioca il Mondiale tra Belfast e Lucerna e nell'ora più difficile servirà tutto il carisma di Roberto Mancini per tirarsi fuori dai guai. Nella stagione dell'attesa consacrazione, dopo lo splendido e inaspettato titolo europeo, la Nazionale ha perso tutto: il gioco, la leggerezza, il sorriso. Complicandosi la vita da sola.

 

La squadra dei record e del rinascimento azzurro non c'è più: abbiamo pareggiato tre delle ultime quattro partite del girone di qualificazione verso il Qatar e considerando le Final Four di Nations League ne abbiamo vinte due su sei. Non è un bel momento.

 

Strozzati dall'angoscia di ritrovarci, come quattro anni fa, nel budello degli spareggi, aggrappati alla maledizione dei calcoli nella lunga volata verso il traguardo. All'Europeo la Svizzera l'avevamo surclassata e adesso è sembrata più quadrata e organizzata di noi. Che fare adesso? Bisognerà vincere in Irlanda e bisognerà farlo bene. Servirebbe una goleada per metterci al riparo da brutte sorprese.

 

roberto mancini roberto mancini

Ma già prendersi i tre punti al Windsor Park, un catino infuocato, non sarà per niente facile. L'Irlanda del Nord non ha niente da chiedere al girone, ma neppure niente da perdere e contro i campioni d'Europa tutti vogliono appendersi una medaglietta al petto. I verdi non sono imbattibili ma in casa, in questa avventura, davanti ai loro tifosi non hanno mai perso e neppure subìto un gol. Un guaio in più per l'anemica Italia del Mancio.

 

Sulla carta è più agevole il compito della Svizzera, in casa con la Bulgaria. E il vantaggio nella differenza reti è minimo: due gol, ma in realtà uno solo, considerando che in caso di arrivo in parità la Nati volerebbe al Mondiale grazie alla rete di Widmer nello scontro diretto in trasferta. Mancini nel dolce autunno romano ha cercato le soluzioni per rianimare la squadra. «Riposare e recuperare», la sua strategia. Lavoro più psicologico che fisico. Il problema non può essere di condizione, casomai di convinzione, come se gli antichi spettri si fossero riaffacciati a quattro anni di distanza. Il rigore calciato alle stelle da Jorginho ha allontanato in un battibaleno il traguardo, che sembrava a portata di mano. Serve una scossa.

raspadori raspadori

 

E andare oltre le negatività. L'emergenza non si allenta, anzi. Ieri sono andati via in tre: Bastoni, che avrebbe fatto molto comodo in Irlanda, per il riacutizzarsi di un problema ai flessori accusato nel derby, e poi Calabria (sofferenza al polpaccio) e Biraghi (problemi personali). In tutto, dal giorno del raduno, Mancini ha perso sette uomini. Il problema principale, tanto per cambiare, resta l'attacco.

 

O meglio il centravanti: Immobile è infortunato, Belotti in ritardo di condizione, Raspadori e Scamacca sono acerbi. Mancini deve studiare in fretta le soluzioni e la tattica giusta per sfondare il muro irlandese. Tutto è rimandato all'allenamento di oggi pomeriggio a Belfast, ma qualche idea l'allenatore e il suo staff se la sono fatta.

 

Se il c.t. sceglierà un centravanti vero la tentazione è Scamacca (più di Raspadori), l'ultimo arrivato, che non è mai stato titolare ma che, con la sua fisicità, potrebbe fare a sportellate con i difensori irlandesi. Altrimenti si torna al tridentino leggero, con Insigne falso nove. Di sicuro in attacco giocherà Berardi che, contro la Svizzera, ha reso l'Italia più imprevedibile. Con Berardi e Scamacca ci sarebbe posto per uno solo tra Insigne e Chiesa.

mancini laurea honoris causa mancini laurea honoris causa

 

Con il napoletano nel cuore dell'attacco, l'ex viola se la giocherebbe con Bernardeschi. A centrocampo è sicuro Tonali, al momento più al posto di Locatelli che di Barella. La difesa dovrebbe essere la stessa che ha giocato e sofferto con la Svizzera. Tutte le ipotesi legate alla formazione Mancini le verificherà questo pomeriggio sul prato del Windsor Park sapendo di non avere più margini di errore. Sbagliare al prossimo incrocio significherebbe imboccare la strada tenebrosa dei play off.

 

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