AHI, BONAMI! - "AI WEIWEI È UN ARRAMPICATORE STRATEGA FURBISSIMO: LA SUA VERA OPERA D’ARTE È STATA TRASFORMARSI IN UNO PSEUDO DISSIDENTE, DI QUELLI CHE PIACCIONO TANTO A NOI OCCIDENTALI PERCHÉ COSTA POCO DIFENDERLI E MAGARI UNO CI TIRA SU ANCHE QUALCHE EURO"

Francesco Bonami sull'artista cinese: "Nel suo lavoro c'è un'artificialità che produce a volte cose dignitose, ma è più uno strumento di autopropaganda. Per cosa Ai Weiwei protesti, non mi è ancora chiaro. È un po’ come Bocelli. Parlarne male è un crimine a priori. Prima o poi vedremo anche lui a Che tempo che fa di Fazio"...

Condividi questo articolo


francesco bonami 9287ffd384da francesco bonami 9287ffd384da

Estratto dal libro di Francesco Bonami, Il Bonami dell’arte (Electa)

 

Ai Weiwei l’ho conosciuto prima che fosse Ai Weiwei. Anzi, Ai Weiwei era già Ai Weiwei cioè un arrampicatore stratega furbissimo che pur di diventare famoso avrebbe fatto di tutto. Credo fosse attorno al 2005, quando visitai Pechino per cercare personaggi da inserire nella mia mostra di artisti giapponesi, coreani e cinesi “Allooksame”.

 

ai weiwei 06 ai weiwei 06

Ai Weiwei non era nella mia lista, anzi qualche curatore locale mi aveva pure detto di evitarlo. Non so come finii nel suo studio, che a quel tempo era vicino a un centro d’arte abbastanza importante. Lo studio era anche la sua casa. Lui era più conosciuto come architetto che come artista e la carriera di “vittima” del regime era ancora di là da venire.

 

ai weiwei installation 15 ai weiwei installation 15

L’edificio era elegante e austero: cemento grigio e legno scuro. Lui non era certo, come si dice a Firenze, una “sagoma”. Il sorriso sulla sua faccia dovevano ancora inventarlo. Lo studio sembrava il deposito di un antiquario, con tutte le sue sculture fatte con sedie e tavoli cinesi antichi. Non erano nemmeno malissimo, ma gli mancava qualcosa, tanto che durante la visita non scattò mai quella scintilla che solitamente mi scatta quando sto per organizzare una mostra.

ai weiwei ai weiwei

 

C’è nel suo lavoro un’artificialità che a volte produce anche cose dignitose, ma spesso è solo uno strumento di autopropaganda. Non potevo certo immaginare cosa sarebbe diventato il nostro Ai. La sua vera opera d’arte è stata trasformarsi in uno pseudo dissidente, di quelli che piacciono tanto a noi occidentali perché costa poco difenderli e magari uno ci tira su anche qualche euro.

 

ai weiwei ai weiwei

Ho incontrato Ai di nuovo a Gwangju in Corea del Sud. Gli feci un’intervista per “Il Riformista”, il quotidiano per il quale collaboravo allora. L’impressione non cambiò, la conversazione al tavolo di un albergo non produsse nulla d’interessante. Per cosa Ai Weiwei protestasse non mi fu del tutto chiaro, e non mi è chiaro nemmeno ora. Libertà di parola? Sì, ma in modo molto vago.

Ai Wei Wei, performance Ai Wei Wei, performance

 

Certamente, quando poi lo hanno sbattuto in galera la radiografia del suo cranio incrinato per una manganellata ha fatto il giro del mondo. Tuttavia a me rimane la tentazione di esclamare «Dov’è il problema?!». Ai Weiwei è un po’ come Bocelli. Parlarne male è un crimine a priori. Prima o poi vedremo anche lui a Che tempo che fa di Fazio. Ma a me il suo dissidio continuerà a dare fastidio.

AI WEIWEI BALLA GANGNAM STYLE AI WEIWEI BALLA GANGNAM STYLE

 

Parafrasando il titolo di un film degli anni settanta, Non si uccidono così anche i cavalli?, direi che non si prendono così per il sedere i pappagalli. I pappagalli in questo caso sono tutti coloro che senza sapere bene cosa dicono si limitano a ripetere ciò che il povero Weiwei decide di far credere loro.

ALI WEIWEi ALI WEIWEi AI WEIWEI AI WEIWEI Il nido d\'uccello, lo stadio olimpico cinese progettato anche da Weiwei Il nido d\'uccello, lo stadio olimpico cinese progettato anche da Weiwei

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FLASH! – PRESIDENZIALI USA 2024 AL PUNTO DI SVOLTA: SE NON C’È TRUMP NON CI SARÀ BIDEN. L’HA DETTO “SLEEPY JOE” AI SUOI COLLABORATORI E A OBAMA – IL NUOVO SONDAGGIO DEL “WALL STREET JOURNAL”: SE LA CANDIDATA REPUBBLICANA ALLE PRESIDENZIALI FOSSE LA 51ENNE INDO-AMERICANA NIMRATA "NIKKI" RANDHAWA, CONIUGATA HALEY, L’OTTUAGENARIO BIDEN FINIREBBE AI GIARDINETTI - L’EX GOVERNATRICE DELLA CAROLINA DEL SUD ED EX AMBASCIATRICE USA ALL’ONU AVREBBE UN VANTAGGIO DI BEN 17 PUNTI PERCENTUALI (51-34)…

QUANTO PUÒ DURARE ANCORA LA PARTITA DI POKER CON BLUFF DI MELONI CON L’EUROPA? - DAL 1 GENNAIO DEL 2024, SE ROMA NON RATIFICA IL MES, TUTTI GLI ALTRI 26 STATI MEMBRI DELL'UNIONE EUROPEA SAREBBERO SENZA OMBRELLO DI SALVATAGGIO IN CASO DI DEFAULT - NEGOZIANDO, COME SE FOSSE AL MERCATINO DI PORTA PORTESE, LA CONTRATTAZIONE SUL PATTO DI STABILITÀ IN CAMBIO DEL MES, LA DUCETTA RISCHIA DI RESTARE COL CERINO ACCESO - PER BRUXELLES, IL “PACCHETTO MELONI” È UNA MINACCIA CHE REGGE POCO: L’UNICO PAESE CHE RISCHIA IL DEFAULT, DALL’ALTO DI UN DEBITO PUBBLICO MOSTRUOSO (2.844 MILIARDI DI EURO) SAREBBE L’ITALIA. E SENZA MES, I MERCATI LA PUNIREBBERO CON LO SPREAD IN SALITA - PER LA DUCETTA LA RIUSCITA DELLA TRATTATIVA SAREBBE L’UNICA VIA D’USCITA PER EVITARE DI VENIR SBERTUCCIATA COME “CAMALEONTE” - O PEGGIO: “LA CAZZARA DELLA FIAMMA” - DALL’OPPOSIZIONE E INFILZATA COME UN TORDO DA MATTEO SALVINI, CHE NON ASPETTA ALTRO CHE LA RATIFICA DEL MES PER SPUTTANARLA E RIACCHIAPPARE I VOTI PERDUTI

AH GIORGIA, MA CHE CAZZO STAI A DI’? – TRAFITTA DA UN RAGGIO DI PARA-ALZHEIMER, "IO SO' GIORGIA" SUL MES ATTACCA IL PD: “PERCHÉ QUANDO GOVERNAVA NON L’HA RATIFICATO?” - DAGO-RISPOSTA: NON L'HA RATIFICATO PER IL SEMPLICE MOTIVO CHE ALL’EPOCA NON C’ERA ALCUNA URGENZA IN QUANTO LA SCADENZA PER IL TRATTATO DEL MES ERA IL 31 DICEMBRE 2023. IL PRECEDENTE GOVERNO, GUIDATO DA MARIO DRAGHI, E’ STATO FATTO FUORI IL 21 LUGLIO 2022 - QUALCHE ANIMA PIA PUO’ RICORDARE ALLA SMEMORATA DI COLLE OPPIO CHE IL PRIMO ATTO POLITICO E FORMALE DI NASCITA DEL MES RISALE ALL’11 LUGLIO 2011, QUANDO IN ITALIA ERA AL GOVERNO IL CENTRODESTRA DI SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI, IN QUELLA LEGISLATURA ADERENTE AL POPOLO DELLE LIBERTA’, ERA MINISTRA DELLA GIOVENTU’. ALL’EPOCA, SUL MES, NON SI RISCONTRANO RIMOSTRANZE, ALMENO PUBBLICHE, NE' DELLA DUCETTA NE' DI SALVINI