enwezor baratta

IL "CAPITALE" DELLA BIENNALE - L'ARTE CONTEMPORANEA È IN MANO A HEDGE FUND E MILIARDARI? A VENEZIA SI LEGGERÀ MARX E SI RECITERANNO STALIN E PASOLINI

Pierluigi Panza per il “Corriere della Sera

 

okwui enwezorl x okwui enwezorl x

La troika vi respinge? Il vostro Parlamento è esautorato? La finanza mondiale schiaccia ogni vostra aspirazione di libertà? Nessun problema, l’arte vi viene incontro e la vostra casa, dal 9 maggio al 22 novembre, sarà la Biennale d’arte di Venezia. Se non sapessimo che il curatore della 56ª edizione è il 52enne nigeriano Okwui Enwezor (balzato alla ribalta nel 2002 per aver curato una delle più politicizzate edizioni della politicizzata Documenta di Kassel) penseremmo che Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis ci abbiano messo lo zampino.

 

L’evento, che cade a 120 anni dalla nascita della Biennale, appare infatti come un «Parlamento delle forme», un collettivo aperto, assembleare, ex terzomondista, ex periferico dove artisti diversissimi sembrano chiamati a rispondere alle nuove forme di dominio mondiale, «dall’atteggiamento antiliberale di alcune nazioni alla controrivoluzione del capitalismo finanziario in Occidente» confessa Enwezor. «Le fratture che ci circondano abbondano in ogni angolo del pianeta e la risposta per gli artisti è tornare nell’Arena».

 

enwezor ar x enwezor ar x

Già, l’Arena sarà il cuore di questa Biennale, l’area pulsante del Padiglione centrale ai Giardini dove ogni giorno, per sette mesi, verrà letto, ininterrottamente, Il Capitale di Marx accompagnando la lettura con «recital, canti di lavoro, discussioni, assemblee plenarie e proiezioni di film dedicati a esplorazioni dell’opera di Marx».

 

Sarà come «un oratorio» popolare, l’ha definito il curatore, come ipnotici canti religiosi, che coinvolgerà il pensiero di Engels, Lenin, Rosa Luxemburg, Trotsky, Stalin, Gramsci fino a Pier Paolo Pasolini, con la sua poesia La Guinea declamata in un recital che sarà sempre ripetuto. A corredo di queste letture, opere d’arte appese alle pareti, installazioni, proiezioni di film di Eisenstein, la musica di Luigi Nono ( Non consumiamo Marx ), i tam-tam di Janson Moran e altro di contorno.

 

studio azzurro padiglione vaticano alla biennalestudio azzurro padiglione vaticano alla biennale

«Espropriare gli espropriatori», insomma, come dal Libro I del Capitale , sembra un po’ il messaggio collettivo che dovrebbe uscire, se non dall’intera Biennale, certamente dalla mostra principale, All the World’s Futures curata appunto da Enwezor, che qui tutti chiamano amichevolmente con il nome proprio Okwui. Okwui ha radunato 136 artisti, dei quali 89 presenti per la prima volta, da 53 Paesi (molti africani) in una mostra con tante opere, sia filmiche che grafiche, di cui ben 159 nuove produzioni. Artisti che avranno anche modo di presentarsi, confrontarsi e, alla fine, dar vita a un progetto speciale: la raccolta dei curriculum di tutti gli artisti operanti nel mondo, da consegnarsi agli archivi della Biennale.

 

Enwezor e OrlanEnwezor e Orlan

Per Enwezor, che tende a saldare storia e proiezione contemporanea, si è arrivati a questa mostra globale perché la Biennale deve riscoprire quella vocazione espressa nel 1974: «L’anno successivo al golpe di Pinochet, la Biennale sostenne il Cile e si impegnò con una serie di programmi con attivisti, sindacati e studenti dimostrando che l’arte può servire alla trasformazione sociale».

 

Anche se nella rassegna odierna il riferimento è più simbolico che di impegno militante (ma ci sarà anche una mappa dei conflitti in corso in Siria), a questa prospettiva si ispira la selezione delle opere dei vari Christian Boltansky, Robert Smithson, Chris Marker, Abdel Abdessemed, Allora & Calzadilla, Philippe Parreno e moltissimi nomi poco noti con lavori che mitizzano quasi un’intera storia del mondo come sforzo di libertà.

Enwezor  e Carolyn ChristovEnwezor e Carolyn Christov

 

Le loro opere saranno accompagnate da lavori più engagé come quelli di Inji Aflatoun (attivista egiziano incarcerato) o quelli sulla Borsa valori e sulle fabbriche di Andreas Gursky. Gli italiani sono quattro: Fabio Mauri, Pino Pascali e, viventi, Monica Bonvicini e Rosa Barba, più uno spazio per la rivista «the Tomorrow» con sede a Milano. Il tutto esposto in quelli che Enwezor chiama i tre filtri della rassegna: il primo dedicato ai residui ( Giardino del disordine ai Giardini), il secondo al Capitale ( Arena nel Padiglione principale), il terzo alla Vitalità (diverse sedi).

Enwezor e BaselitzEnwezor e Baselitz

 

Accanto alla mostra principale, ci saranno gli 89 padiglioni delle diverse nazioni tra le quali, new entry, Grenada, Mauritius, Mongolia, Mozambico, Seychelles. Il Padiglione Italia sarà curato da Vincenzo Trione; presente, per la seconda volta, il Vaticano. Più progetti speciali e 44 eventi collaterali.

 

Le esposizioni nazionali consentono al presidente della Biennale, Paolo Baratta, di rafforzare il senso della rassegna che si presenta: «A chi, nel 1998, chiedeva la chiusura dei padiglioni nazionali perché obsoleti, oggi possiamo dire che il loro mantenimento ha consentito di non dare ospitalità alla dittatura del mercato. Nonostante i progressi delle scienze, la nostra è una sorta di age of anxiety e per questo la Biennale torna a osservare il rapporto tra l’arte e lo sviluppo della realtà umana. E lo fa coinvolgendo artisti e discipline diverse in una sorta di Parlamento delle forme.

Arsenale Veduta aerea Arsenale Veduta aerea

 

 Siamo come l’ Angelus novus del quadro di Klee descritto da Benjamin: guardiamo le rovine della nostra storia consapevoli che dobbiamo andare avanti». Avanti verso una terra promessa, con Il Capitale ma senza il capitalismo andando oltre «l’arte non arte» degli ultimi decenni. Sebbene — o forse proprio per questo — gran parte dell’arte contemporanea sia proprio una specie di future , di hedge-fund nelle mani del capitalismo finanziario internazionale.

 

 

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…