mario de biasi

CLIC! MARIO DE BIASI, “L’ITALIANO PAZZO” - ALLA CASA DEI TRE OCI DI VENEZIA UNA RETROSPETTIVA CELEBRA UNO DEI GRANDI FOTOGRAFI DEL ‘900 – I SUOI SCATTI PIU’ BELLI: DA BUDAPEST ’56 ALL’ITALIA NEOREALISTA – LA FOTO ICONA DI UNA SPLENDIDA MOIRA ORFEI VESTITA DI BIANCO CHE ATTIRA SU DI SÉ LO SGUARDO DI UN GRUPPO DI UOMINI. ALTRO CHE CATCALLING... - LA DEDICA DI ALFONSO GATTO...

Luigi Mascheroni per “il Giornale”

 

mario de biasi

Bruno Munari, che lo conosceva bene, una volta disse che la macchina fotografica faceva parte della sua anatomia, come il naso e la bocca. Poche parole tanto occhio, un'idea «grafica» dell'immagine, intelligenza curiosa e volontà di ferro, un segreto professionale che si può riassumere in tre parole - «Lavorare», «Lavorare», «Lavorare» - e la convinzione che per scattare un clic al volo serva una preparazione ancora maggiore di una fotografia posata.

 

Ecco chi era Mario De Biasi (1923-2013), uno dei nostri grandi fotografi del '900, viaggiatore instancabile e narratore del mondo, nato fotoamatore e diventato fotoreporter maximum, così famoso che i colleghi stranieri lo chiamavano «l'italiano pazzo». «E c'è da chiedersi - ci confida la figlia, Silvia De Biasi - come sia riuscito a tornare a casa vivo dai suoi viaggi».

 

mario de biasi

Una leggenda del giornalismo e della fotografia alla quale oggi la Casa dei Tre Oci di Venezia, uno dei palazzi-museo più belli che esistano, ha dedicato una grande retrospettiva curata da Enrica Viganò: Mario De Biasi. Fotografie 1947-2003 (fino al 9 gennaio 2022). Tre piani di mostra: color azzurro mare il piano terra, rosso Epoca il primo, giallo sole il terzo. Dieci sezioni, dall'Italia del dopoguerra ai grandi eventi storici, dai viaggi esotici alle scene di vita quotidiana, dagli scatti della natura alle fotografie «astratte» dell'ultimo periodo.

 

Un percorso lungo 216 stampe fotografiche, metà delle quali inedite, accanto a disegni, libri, cataloghi, i numeri originali delle riviste su cui venivano pubblicati i suoi servizi, telegrammi, lettere, videointerviste... E il ritratto di un uomo - giacca, cravatta e mocassini sul Cervino con Walter Bonatti, o imbrattato di fango da capo a piedi a un rally africano, o a meno 65 gradi in Siberia senza neppure l'abbigliamento tecnico adatto, era il 1962... - che, come gli lasciò scritto in una dedica Alfonso Gatto, era una «Forza e forzato dell'obbiettivo».

mario de biasi

 

In fondo, tante sue foto sono letteratura. Tra letteratura, cronaca e neorealismo, ecco l'Italia che rinasce: si parte dalla Milano dei secondi anni '40, tutti rigorosamente in bianco e nero, fumo di sigaretta, nebbia e paltò: pozzanghere e biciclette, le colonne di San Lorenzo nel 1950, il sagrato del Duomo con la neve e i sentieri che si intrecciano alle geometrie del marmo, i pendolari in fila alla stazione di Porta Romana nel '55, le lavandaie e il barcone di sabbia a San Cristoforo, e un meraviglioso «Come eravamo» dell'Italia che non c'è più, e se ci fosse una colonna sonora sarebbe Enzo Jannacci, Qualcosa da aspettare, era il 1965... Poi c'è la foto-sequenza più famosa dell'epoca, titolo: «Gli italiani si voltano».

 

Ve la ricordate? Una splendida Moira Orfei vestita di bianco passeggia per il centro di Milano, colta di spalle, attirando su di sé lo sguardo di un gruppo di uomini, tutti magri, usciti dalla guerra, doppiopetto liso e La Notte in tasca. Fu realizzata da De Biasi nel 1954 per il settimanale di fotoromanzi Bolero Film e divenne così iconica che fu scelta come immagine guida di una storica mostra al Guggenheim di New York, The Italian Metamorphosis 1943-1968.

mario de biasi

 

 Tutti credono che sia stato uno «scatto al volo», e invece fu preparatissimo: qui sono esposti ben dieci scatti di quella giornata. Tutti credono che sia la fotografia preferita da De Biasi, e invece «a papà era indifferente, fu un servizio commissionato e non scelto da lui, gli scatti che amava davvero erano altri». E in tanti, oggi, accusano quella fotografia di catcalling, come se quegli uomini invece che incantati dalla sensualità della modella, la molestassero con lo sguardo: «È incredibile che qualcuno possa non capire che quella foto semmai è una celebrazione della bellezza femminile. E poi è lei a dominare gli uomini, a metterli in soggezione, altro che catcalling», sospira Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci.

 

mario de biasi

La Rete, dove è nata la polemica, oltre che stupida, è impietosa. Cose dell'altro mondo. L'altro mondo - l'America - Mario De Biasi lo scoprì nel '54. Incaricato da Epoca di documentare la «Crociera della Moda», approdò a New York sulla Cristoforo Colombo, un transatlantico carico di nobildonne e abiti haute-couture per promuovere l'eccellenza italiana: il ritorno, così come previsto, significava ripetere per una settimana lo stesso viaggio in nave. Lui preferì pagarsi soggiorno e volo di ritorno, visse di pane e Coca cola, e portò a casa un ritratto della città impressionante. Eccolo: occupa buona parte del piano terra.

 

mario de biasi

Poi c'è una stanza con la sequenza dei «Baci», i baci appassionati, casti, materni e sfuggenti rubati dalla sua macchina fotografica: in un pub a Londra nel '60, in un parco di Parigi nel '70, davanti alla cappella di un cimitero in Andalusia nel '61... O la stanza dei «Barbieri di strada», il gesto più quotidiano del mondo, nelle piazze, sotto i portici, sui lungofiume di tutto il mondo: in Guatemala nel '72, in Nepal nel '64, in Egitto nel '54, in Somalia nel '58... Come cambiano i tagli, l'abbigliamento, le luci, e come resta tutto uguale quando un uomo taglia i capelli a un altro uomo. Ed ecco l'installazione, grande un'intera parete, raffigurante un mappamondo su cui sono esposte 40 fotografie vintage, di piccolo e piccolissimo formato, tutte dedicate alla «pausa pranzo», ciascuna connessa al luogo in cui è stata scattata, dal Canada alla Thailandia.

mario de biasi

 

Antropologia per immagini del lavoratore. E poi ecco tutte le copertine di Epoca di quegli anni d'oro e sali d'argento. Ecco le fotografie in «prospettiva ravvicinata» dell'insurrezione ungherese del 1956, sotto il tiro delle pallottole, che feriscono De Biasi e gli fanno guadagnare il titolo - appunto - di «Italiano pazzo». Ecco le immagini dello sbarco sulla luna. Ecco - siamo al terzo piano del palazzo - i ritratti delle star, quando De Biasi era inviato alla Mostra del cinema di Venezia. «La vede quella foto della Loren che, chinandosi, guarda nell'obbiettivo, e dietro ci sono tutti gli altri fotografi accreditati al festival? Ecco.

 

 Spiega bene qual era la filosofia di mio padre. Mettersi sempre dall'altra parte. Scegliere un punto di vista diverso». Diverso da tutti, fedele solo alla sua idea di fotografia, Mario De Biasi, senza cellulare e senza Internet, ci ha raccontato, con ogni suo scatto, una piccolo pezzo di realtà. Che lui chiamava cronaca e per noi - ecco perché le sue fotografie sono qui - è Storia.

mario de biasimario de biasi

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”