astrazeneca

FORZA, INOCULATECI - CHE SUCCEDE CON IL SÌ DELL’EMA AD ASTRAZENECA? L'ITALIA POTREBBE CAMBIARE IL SUO PIANO VACCINALE: L’AIFA DEVE DECIDERE SE SEGUIRE FRANCIA E GERMANIA (SOMMINISTRARE ALLE CATEGORIE PIU’ A RISCHIO I PRODOTTI MODERNA E PFIZER E ASTRAZENECA AGLI UNDER 65), OPPURE EMULARE LA GRAN BRETAGNA CHE HA SCELTO DI INOCULARE, SENZA DISTINZIONI DI ETÀ, IL VACCINO SVILUPPATO DALL'UNIVERSITÀ DI OXFORD, IN COLLABORAZIONE CON IRBM DI POMEZIA - IL NODO DELLE FORNITURE

Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

 

gianni rezza

C'è il sì AstraZeneca, ma dovrà cambiare il piano vaccinale. Se è vero che l'efficacia del nuovo prodotto è del 60 per cento, dovremo riservare Pfizer e Moderna alle categorie più a rischio, come gli anziani e le persone fragili. La decisione sarà presa oggi da Aifa e Ministero della Salute, verrà chiesto anche un parere al Consiglio superiore di sanità: ma è possibile che AstraZeneca, che comunque ha buone performance e pochi effetti collaterali, sia riservato agli under 65, partendo dalla categorie più in prima linea, come gli insegnanti e le forze dell'ordine. Il professor Gianni Rezza, Dirigente del Ministero della Salute: «Sul limite di età del vaccino Astrazeneca vediamo l'Aifa cosa deciderà.

 

ASTRAZENECA

Il limite dovrebbe essere di 65 anni. Destinerebbe questi vaccini a una popolazione a rischio relativamente più basso di malattia grave». Le autorità sanitarie della Germania hanno raccomandato di non usare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca per le persone di età superiore a 65 anni. In Francia si è sbilanciato Macron: «I primi riscontri sul vaccino AstraZeneca non sono incoraggianti per chi ha più di 60-65 anni».

 

ASTRAZENECA

AstraZeneca ha risposto: si sbaglia. Ema, l'agenzia europea per il farmaco, ieri ha messo in pratica ciò che aveva anticipato Marco Cavaleri (responsabile vaccini) in una intervista al Messaggero: il via libera è per tutti, ma sottolineando la carenza di dati per gli anziani. Scrive Ema: «Non ci sono abbastanza risultati nei partecipanti più anziani (oltre i 55 anni) per fornire una cifra che preveda quanto bene funzionerà il vaccino in questo gruppo. Tuttavia, è prevista protezione, dato che una risposta immunitaria è stata osservata in questa fascia di età e in base all'esperienza con altri vaccini».

 

Ultimo tassello del puzzle per comprendere quanto diventi ora complicata la campagna vaccinale: «Il vaccino ha dimostrato un'efficacia di circa il 60% negli studi clinici». Questa mattina ci sarà un vertice ad Aifa, l'agenzia italiana del farmaco. «Faremo una serie di valutazioni» si limita ad anticipare il presidente, il professor Giorgio Palù.

DOSI DEL VACCINO PFIZER IN ITALIA

 

LIMITI

Due nodi: l'età e la sovrapponibilità. Francia e Germania limiteranno l'uso agli under 65, l'Italia farà lo stesso o imiterà la strategia del Regno Unito (che non dipende da Ema) che sta somministrando questo vaccino a tutti? Aifa dovrà anche dire se AstraZeneca è «sovrapponibile» ai vaccini di Moderna e Pfizer che erano stati giudicati tali tra loro. In sintesi: Moderna e Pfizer, dai trial, risultano avere una efficacia simile, attorno al 90%, senza distinzioni di età e vengono somministrati anche agli ultra 80enni.

 

VACCINO PFIZER 1

Per AstraZeneca si parte dal 60 (ma la percentuale di tutela da una malattia in forma grave è alta, attorno al 90). La domanda scivolosa: a chi andrà il vaccino di AstraZeneca, la cui efficacia è meno significativa? Può essere che si vada verso una diffusione di AstraZeneca mirata a under 65 e persone non fragili, mentre per le categorie più a rischio si continuerà a utilizzare Moderna e Pfizer. Questo va a rivoluzionare il piano vaccinale. Il professor Rezza autore del piano: «Si tratta comunque di uno strumento flessibile, possiamo adattarlo, abbiamo una lista pronta delle diverse categorie. Inoltre, il vaccino di AstraZeneca è più maneggevole, sarà più semplice distribuirlo».

 

ASTRAZENECA

Sviluppato dall'Università di Oxford, in collaborazione con Irbm di Pomezia («l'approvazione è un risultato significativo per il contrasto a una pandemia che sta devastando la vita di milioni di persone» commenta il suo presidente, Piero Di Lorenzo), il vaccino di AstraZeneca non richiede la catena del freddo come Pfizer e può essere conservato in un normale frigorifero.

 

Si pensa di distribuirlo anche a medici di base e farmacie. Possibile che si decida di anticipare la vaccinazione di categorie come gli insegnanti e il personale delle scuole (non gli studenti visto che è autorizzato solo per gli over 80). L'accelerazione di AstraZeneca sarà parziale: la compagnia ha diminuito le forniture promesse (da 8 milioni a 3,2 nel primo trimestre). Ieri altra tegola: anche Moderna ha tagliato del 20 per cento (300mila dosi in meno).

piero di lorenzo

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…