attilio fontana giuseppe ippolito

“L’OSPEDALE IN FIERA SEMBRA UNA CATTEDRALE NEL DESERTO, DIFFICILE POSSA FUNZIONARE…” – IL DIRETTORE SCIENTIFICO DELLO SPALLANZANI GIUSEPPE IPPOLITO: “LA LOMBARDIA? È STATA DEVASTATA DA UN’ONDATA CHE NON ERA QUELLA CHE SI ASPETTAVANO E SOPRATTUTTO PENALIZZATA DA UN MODELLO CON POCA SANITÀ SUL TERRITORIO”

 

 

Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

giuseppe ippolito

 

«Il Lazio ha tenuto, è stato un modello di efficienza. La Lombardia ha sofferto per un'onda di grandi dimensioni e per una sanità poco presente sul territorio, molto concentrata su ospedali di eccellenza e tanto privato. Serve estrema cautela nel riaprire, ricordiamoci le lezioni delle epidemie del passato».

 

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma e membro del comitato tecnico-scientifico nazionale. Secondo un sondaggio è considerato il più attendibile degli scienziati che parlano del coronavirus («non dico mai nulla di cui non sono certo, bisogna avere anche il coraggio di non sapere e di dire che quello che diciamo oggi potrebbe essere smentito domani da nuove scoperte o dall'avanzamento delle conoscenze»).

attilio fontana si mette la mascherina 1

 

Vi aspettavate una diffusione così massiccia del virus?

«Ci ha sorpreso la velocità, quando c'è stata la percezione di quello che stava accendo già circolava probabilmente da settimane nel mondo. Non solo in Italia. Si è sovrapposto alla circolazione dell'influenza. Molte sono sembrate polmoniti influenzali, ma forse erano polmoniti da questo virus. Ma nessuno ne sapeva l'esistenza, non abbiamo sbagliato nulla in particolare.

FONTANA GALLERA

 

Nel Lazio, poi, abbiamo avuto la fortuna di trovare i casi dei due turisti cinesi e di occuparci del ragazzo rimpatriato da Wuhan, oltre ad avere a disposizione una struttura come lo Spallanzani abituata da decenni ad affrontare le epidemie che ha avuto un grande supporto dalla Regione. È stata una grande occasione per mettere in piedi un modello di organizzazione e gestione, il modello Lazio. Una regione che ha avuto coraggio di chiudere interi territori quando i casi hanno superato una soglia critica o i virus è arrivato pesantemente in residenze per anziani».

 

Nel Nord questo coraggio non c'è stato.

attilio fontana si mette la mascherina 2

«È difficile dire ora quale coraggio ci sia stato. Da noi la Regione ha sposato una metodologia di lavoro basata sui dati; ha confermato fiducia al sistema di monitoraggio del servizio regionale di epidemiologia delle malattie infettive, il Seresmi».

 

La Lombardia cosa ha sbagliato?

conferenza stampa inaugurazione ospedale fiera milano 3

«È stata devastata da una ondata che non era quella che si aspettavano, penalizzata dallo spostamento di popolazione e soprattutto da un modello organizzativo con poca sanità sul territorio. Dovremo cominciare a pensare che la sanità è un bene pubblico e per tutti come dice l'articolo 32 della Costituzione. Non un mezzo per fare profitto.

MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA

 

Se non consideriamo un modello di sanità pubblica, non verremo fuori da questa epidemia. Nel Lazio abbiamo avuto un efficace controllo di questa epidemia. Il numero di nuovi infetti sembra essere in flessione, ma non bisogna cedere a facili entusiasmi. E i guariti aumentano di giorno in giorno, la sanità del Lazio non ha nulla di invidiare a quella del Nord».

MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA

 

Regioni con più contagiati del Lazio chiedono di aprire prima.

«In questi giorni che ci separano dal 4 maggio bisogna riflettere: le regioni non devono aprire sotto la pressione dei media o dell'economia, che pure è essenziale, ma sulla base dei dati, senza cedere all'ottimismo del momento. Abbiamo ogni giorno più di 400 morti. Serve molta cautela, altrimenti avremo il rischio di una seconda ondata. E serve un coordinamento nazionale. Pensiamo agli spostamenti Nord-Sud che ci sono stati. Certo, il Lazio ha fatto un grande investimento su posti letto di terapia intensiva di qualità. Senza bisogno di interventi come gli ospedali in fiera».

coronavirus Italia

 

Si riferisce all'ospedale alla fiera di Milano?

«Sembra non sia utilizzabile per mancanza di personale, sembra una cattedrale nel deserto, lontano da un ospedale vero, è difficile possa funzionare. Discorso differente per l'ospedale alla Fiera di Bergamo, per il quale sembra essere stato utilizzato un modello più integrato. Ma sono impressioni a distanza».

 

Aumentano i pazienti di Covid-19 che non necessitano di essere ricoverati in ospedale.

GIUSEPPE IPPOLITO

«Ne usciremo solo se si stabilirà un nuovo patto con i medici di medicina generale: bisogna definire il modello organizzativo della sanità, stando vicino ai malati perché non ci siano pazienti che non trovano un medico che li vada a visitare a casa. Questa malattia nell'85% dei casi non ha bisogno di nulla, ancora non c'è un farmaco efficace. Se portiamo inutilmente i pazienti in ospedale, i rischi aumentano».

 

Spaventa non avere un farmaco efficace

«Abbiamo forse un farmaco efficace per l'influenza grave?».

 

S'indebolirà il virus con l'estate?

ITALIA Coronavirus

«Troppi parlano e si rischia di dare previsioni da maghi e numeri al lotto. Parliamo di fatti e scienza. Speriamo tutti di potere fare una vacanza al mare perché avremo utilizzato metodi diversi, perché speriamo che il virus circolerà di meno, perché saremo negli spazi aperti. Ma nel 1957, non dimentichiamolo, l'asiatica fece al mondo 20 milioni di morti e colpì il 20% della popolazione. Deve essere di lezione e invitarci a essere prudenti».

 

Teme di più le riaperture o una nuova ondata in autunno?

«Ovviamente non potremo rimanere chiusi per sempre, abbiamo bisogno di tornare a lavorare. Servirà senso di responsabilità dei cittadini e delle istituzioni».

 

Torneremo alla normalità solo con il vaccino?

«No, spero torneremo a qualcosa di simile alla normalità prima, ma mantenendo misure di distanziamento sociale: proteggendo gli altri proteggeremo noi stessi ed i nostri cari».

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?