vaccino

NIENTE VACCINO ANTICOVID IN GRAN BRETAGNA PER CHI SOFFRE DI ALLERGIE. A RISCHIO 1 PERSONA SU 100 MILA – LONDRA TIRA IL FRENO DOPO LA REAZIONE ALLA SOMMINISTRAZIONE DEL FARMACO DELLA PFIZER COLPITO DA UN CYBER ATTACCO - LE MALATTIE ALLERGICHE COLPISCONO IL 10-15% DELLA POPOLAZIONE EUROPEA, IN OGNI FASCIA DI ETÀ - IN ITALIA, IL PROBLEMA PER IL MOMENTO NON SI PONE: PRIMA DI DARE IL VIA AL PIANO  BISOGNA ATTENDERE L’AUTORIZZAZIONE DELL’EMA

 

Graziella Melina per “il Messaggero”

 

VACCINO PFIZER 2

Niente vaccino anticovid in Gran Bretagna per chi soffre di allergie. La decisione dell' autorità nazionale di controllo sui farmaci (Mhra), presa in via precauzionale dopo che due operatori sanitari hanno avuto reazioni allergiche al vaccino Pfizer, ha creato non pochi dubbi tra chi deve fare i conti con qualche forma di allergia ma spera di poter fronteggiare il Sars Cov 2 con la protezione vaccinale in arrivo presto anche in Italia.

 

 

E ulteriore allarme ha creato il furto di documenti legati al vaccino Pfizer-BioNtech in un cyber attacco contro l' agenzia europea del farmaco (Ema). «È importante sottolineare che né il sistema BioNtech né quello di Pfizer sono stati hackerati in relazione a questo incidente e che non abbiamo conoscenza dei dati personali che sarebbero stati violati», precisa la casa farmaceutica.

 

 

vaccino cyber terrorismo

AVVERTIRE IL MEDICO La questione delle malattie allergiche non è di poco conto. Rinite, asma, allergia alimentare, dermatite atopica colpiscono il 10-15% della popolazione europea, in ogni fascia di età. In Italia, il problema per il momento non si pone: prima di dare il via al piano vaccinale, le autorità devono infatti attendere l' autorizzazione dell' Ema. Intanto, però, assicurano gli esperti, il vaccino anticovid possono farlo anche le persone con allergie.

 

vaccino pfizer

L' importante è comunicare il proprio stato di salute al medico che dovrà effettuare la profilassi. «Come per tutti i vaccini - spiega Paola Migliorini, direttrice della scuola di specializzazione in Allergologia e immunologia clinica dell' Università di Pisa - il rischio è rappresentato da reazioni immediate, ossia entro pochi minuti oppure un' ora dalla somministrazione; hanno gravità variabile da reazioni locali fino a reazioni sistemiche come l' anafilassi. Sono possibili anche reazioni ritardate, dopo 24-48 ore, nella massima parte non gravi». Il rischio principale è «la reazione immediata sistemica, l' anafilassi appunto, che comporta ipotensione e difficoltà respiratoria fino alla perdita di coscienza. Il rischio esiste per persone che hanno avuto reazioni allergiche a vaccini, alimenti o farmaci e in genere per quanti hanno una prescrizione per adrenalina». Le reazioni allergiche ai vaccini sono rare e in particolare la forma grave, l' anafilassi, si verifica in meno di una persona su 100mila vaccinati.

 

La questione delle possibili allergie ad alcuni eccipienti o stabilizzanti contenuti nei farmaci, del resto, non è nuova.

vaccino coronavirus

«Tutti i vaccini possono dare reazioni allergiche - ribadisce Francesca Larese Filon, allergologa dell' università di Trieste - dipende dagli eccipienti, dalle sostanze che lo costituiscono, da come è stato prodotto. Quindi non ci stupisce che due persone in Gran Bretagna abbiano avuto reazioni allergiche.

Si tratta di capire quanto siano frequenti e verso che tipo di prodotto si formano queste reazioni. In genere, si tratta di eventi rari. In ogni caso è bene che le vaccinazioni vengano fatte in ambiente medico, dove i pazienti attendono 15 -20 minuti, e così si può valutare l' eventuale insorgenza di reazioni allergiche».

 

 

vaccino antinfluenzale

PROBLEMI RISOLVIBILI Niente paura, dunque, per chi si vaccinerà. «Non si sta parlando delle comunissime allergie verso acari o verso sostanze ambientali, ma di forme più rare che riguardano o alimenti o farmaci, quindi molecole meno frequenti - ribadisce Enrico Maggi, past president della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica e professore onorario di medicina interna dell' Università di Firenze - In questo caso si tratta di sensibilizzazioni minimali verso allergeni minori. È bene ricordare che qualunque vaccino può dare questo tipo di problemi che sono comunque risolvibili». Per evitare sorprese è bene dunque non sottovalutare il reale stato di salute della persona che si sottopone al vaccino. Poi spetterà al medico curante o all' allergologo decidere come effettuare la vaccinazione nei soggetti a rischio.

 

 

«La difficoltà potrebbe essere quella di fare un' anamnesi precisa sulle sensibilizzazioni che il paziente può avere - ribadisce Maggi - Allora, in quel caso, conviene effettuare una premedicazione. Qualunque medico, infatti, è in grado di mettere in atto contromisure che servono per risolvere il problema delle eventuali reazioni allergiche».

 

 

 

 

 

 

coronavirus vaccino pfizer

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”