(ANSA) - I nuovi farmaci contro l'obesità continuano a far parlare di sé. Dopo che nei mesi scorsi sono emersi diversi possibili benefici inattesi - gli ultimi a carico dei reni e della fertilità femminile - , una ricerca pubblicata sulla rivista JAMA Ophthalmology mette in guardia su un potenziale effetto collaterale finora non noto: l'aumento del rischio di sviluppare una malattia degli occhi (la neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica).
"La neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica è la seconda forma più comune di neuropatia ottica e una causa significativa di cecità tra gli adulti", scrivono i ricercatori. È una malattia rara, che colpisce tra le 2 e le 10 persone ogni 100 mila, dovuta a un insufficiente afflusso di sangue al nervo ottico che può causare un danno irreversibile all'occhio. Lo studio, coordinato da ricercatori della Harvard Medical School, ha coinvolto circa 16 mila pazienti, 555 dei quali hanno ricevuto i farmaci cosiddetti agonisti del recettore del GLP-1 per curare il diabete o l'obesità.
Lungo un periodo di circa tre anni, i pazienti trattati con i farmaci agonisti del recettore del GLP-1 hanno mostrato un rischio di oltre 4 volte di sviluppare la malattia degli occhi. Il rischio cresceva ulteriormente nelle persone obese. I ricercatori sono molto cauti: "il disegno del nostro studio non ha consentito di indagare su una relazione causale tra i due" fenomeni, dicono.
L'aumento dei casi di neuropatia ottica potrebbe, in sostanza, essere dovuto ad altri fattori diversi dalla terapia. Tuttavia, visto anche il costante aumento dei pazienti che assumono questi farmaci, i ricercatori invitano a condurre ricerche più ampie o studi post-marketing per confermare o escludere questo legame.