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POI UNO DICE CHE IL MATRIMONIO NON FA MALE – SECONDO UNO STUDIO DELLA SAPIENZA DI ROMA PER CHI FUMA, SOFFRE DI PRESSIONE ALTA ED È SPOSATO LA COPERTURA DEL VACCINO ANTI-COVID DURA DI MENO – I RICERCATORI HANNO RIVELATO UN MANTENIMENTO MAGGIORE DELLA RISPOSTA ANTICORPALE NEI SOGGETTI SINGLE O CONVIVENTI RISPETTO AI SOGGETTI SPOSATI, DIVORZIATI O VEDOVi (ANCHE SE QUESTA ASSOCIAZIONE POTREBBE ESSERE CORRELATA AD ALTRE VARIABILI...)

Lorena Loiacono per www.leggo.it

 

TERZA DOSE VACCINI

Fumi, soffri di pressione alta e sei sposato? La copertura del vaccino dura di meno. La rilevazione arriva da un nuovo studio effettuato dall’università La Sapienza e dal Policlinico Umberto I di Roma, che ha identificato i fattori demografici, clinici e sociali che interferiscono con la risposta immunitaria in seguito alla vaccinazione anti Covid-19.

 

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Personalized Medicine e, di fatto, aprono la strada a programmi vaccinali personalizzabili.

 

Vaccini

C’è chi riceve dal vaccino anti-Covid una copertura maggiore, più duratura nel tempo, e chi no. Da cosa dipende? Dallo stato di salute e dallo stile di vita: sono diverse, infatti, le variabili che possono incidere sulla capacità degli individui di acquisire quest’immunità.

 

La ricerca

Lo studio ha visto la partecipazione degli operatori della salute dell’ospedale universitario: un campione di 2065 lavoratori sanitari del Policlinico Umberto I, a cui era stato somministrato il vaccino anti Covid-19 a mRna di Pfizer BioNTech, è stato infatti sottoposto a due prelievi di sangue.

 

Il primo dopo 1 mese e il secondo dopo 5 mesi dalla seconda vaccinazione. “A tutti i soggetti coinvolti – spiega Stefania Basili, coordinatrice dello studio– è stato somministrato un questionario per raccogliere informazioni personali ed è stato eseguito un test sierologico quantitativo in grado di rilevare gli anticorpi anti-proteina S (Spike) del virus Sars-CoV2, il miglior strumento per valutare l’immunità acquisita a seguito della vaccinazione o dell’infezione”.

 

MATRIMONIO

Crollo «drammatico» dei livelli di anticorpi

Dai risultati è emerso che dopo un mese dalla vaccinazione i soggetti con una pregressa infezione da Covid-19 e quelli più giovani hanno livelli di anticorpi più alti rispetto alle altre persone del campione considerato. Al contrario, le malattie autoimmuni, le patologie polmonari croniche e il tabagismo sono correlati ai più bassi livelli di risposta anticorpale.

 

Dopo cinque mesi dalla vaccinazione si è osservata una diminuzione mediana del 72% del livello anticorpale, che però è meno evidente nelle donne e nei soggetti con infezione pregressa. Invece nei fumatori, negli ipertesi e nei meno giovani è stato riscontrato un crollo drammatico di circa l’82% dei livelli di anticorpi anti-Spike.

 

MATRIMONIO

Rettrice Polimeni: «Contro il covid conta anche lo stile di vita»

Tra gli autori della ricerca anche la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, che dichiara “lo studio mette in rilievo come il perseguimento della salute, anche di fronte a situazioni pandemiche, sottenda a un più generale principio di benessere sociale. I fattori legati agli stili di vita, infatti, hanno un ruolo rilevante nella risposta immunitaria. La prima cura è quindi l’innalzamento della cultura sanitaria e degli standard qualitativi di vita».

 

Anticorpi ok per i single, meno nelle persone sposate

I ricercatori hanno inoltre rivelato un mantenimento maggiore della risposta anticorpale nei soggetti single o conviventi rispetto ai soggetti sposati, divorziati o vedovi, anche se questa associazione potrebbe essere dovuta ad altre variabili cliniche inesplorate, come lo stile alimentare e l’indice di massa corporea.

 

Sigarette 2

«Sebbene il nostro studio abbia confermato molte correlazioni già note, ha anche preso in considerazione per la prima volta – conclude la coordinatrice Stefania Basili – molti fattori tra cui il livello di istruzione, il tipo di lavoro, lo stato civile e il carico di coinvolgimento familiare. Aldilà dei risultati, l’auspicio è che la nostra analisi possa incoraggiare ulteriori ricerche a indagare gli effetti delle variabili legate al genere e allo stile di vita sulla risposta immunitaria, facendo emergere una medicina personalizzata e di precisione».

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