SULLA SALUTE NON SI SPECULA - L’EMA E' FURIOSA CON LA CASA FARMACEUTICA MODERNA CHE, ALLA COMPARSA DELLA VARIANTE OMICRON E SENZA INFORMAZIONI APPROFONDITE, SI È LANCIATA IN AVANTI SOSTENENDO CHE I VACCINI VADANO AGGIORNATI - PER L’AUTHORITY E' SOLO “UNA STRATEGIA COMMERCIALE” – PRIMA DI AVERE CERTEZZE, BISOGNERÀ ASPETTARE ALMENO DUE SETTIMANE...

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Enza Cusmai per "il Giornale"

 

VARIANTE OMICRON VARIANTE OMICRON

«Se questa variante trasmette bene - sussurrano i ben informati in Ema - nel giro di due o tre settimane i casi fioccheranno in tutta Europa come la neve». E non sarà la catastrofe. Il piano di emergenza dell'Agenzia europea del farmaco contro Omicron è pronto. Ma rimane nel cassetto. Servono dati certi, analisi di laboratorio sulla trasmissibilità, ma anche l'impatto che la variante avrà sulla malattia e sugli ospedali. In pratica, bisogna capire se la mutazione del virus sia più diffusiva e se sia concretamente più pericolosa della Delta.

vaccino anti coronavirus di moderna vaccino anti coronavirus di moderna

 

E ad oggi nessuno lo sa, neppure chi millanta certezze. I laboratori internazionali sono già al lavoro. I risultati sono previsti tra due settimane. Ma solo a ridosso delle feste natalizie Ema potrà sbilanciarsi per dire cosa ci aspetterà nel gennaio del 2022. Le ipotesi sono tre, in ordine di gravità. Primo scenario: la vicenda Omicron si sgonfia come un palloncino e tutto rimane come prima, perché la variante rimane confinata in Sud africa così come è avvenuto per la temibile Beta (per cui era già pronto un vaccino modificato).

 

stephane bancel vaccino moderna stephane bancel vaccino moderna

Secondo scenario: basterà la terza dose per immunizzarci dalla nuova variante, forse più contagiosa ma più pericolosa per la gravità della malattia. Terzo scenario: se il virus fosse molto trasmissibile e dovesse «bucare» i vaccini, scatterebbe la richiesta di modifica alle aziende produttrici.

 

E le dosi contro la nuova variante sarebbero immesse in commercio solo a marzo 2022. C'è anche il piano B per l'eventualità che Omicron si rivelasse una variante devastante: l'Ema è pronta ad accelerare sull'autorizzazione finale e a sorvolare sulla sperimentazione clinica. Una scorciatoia che farebbe guadagnare un paio di mesi all'avvio della produzione in larga scala dei vaccini modificati. Ma qui siamo a livelli di emergenza planetaria. E sembra che, attualmente, non ci siano i presupposti per essere catastrofisti.

 

coronavirus vaccino moderna 2 coronavirus vaccino moderna 2

Al contrario, in Ema c'è molta irritazione per le fughe in avanti. A cominciare da quella della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha già invocato l'aggiornamento dei vaccini svilendo, e del Ceo di Moderna che pronostica «un calo sostanziale dei vaccini contro Omicron. «Una strategia commerciale», fanno sapere alte fonti dell'Authority del farmaco. È un'isteria collettiva a cui Ema si vuole sottarre. A oggi non ci sono evidenze per dare indicazioni. Anzi. Se è vero che questo ceppo circolava già da ottobre in Sud Africa, i 900 casi conclamati di novembre tra una popolazione di giovani non vaccinati confermano un virus non molto diffusivo.

Covid Sudafrica 6 Covid Sudafrica 6

 

L'Europa sarà un terreno di prova diverso per la variante: esiste una forte barriera degli immunizzati, c'è una Delta dominante da soppiantare e una popolazione molto più anziana da proteggere. Ogni conclusione sulle ricadute di Omicron è dunque prematura, serve più tempo e meno chiacchiere. La parola passa alle provette: per mettere a punto il test che ci dice se il vaccino può neutralizzare il virus, servono circa due settimane, cioè tre cicli di quattro giorni.

Variante Omicron nel mondo Variante Omicron nel mondo

 

E anche questa prima risposta dei vetrini non basta a mettere a soqquadro l'intero schema della campagna vaccinale europea. Bisogna raccogliere molti dati per sapere quante persone si ammalano con la Omicron e quante finiscono in ospedale o in terapia intensiva. Non bastano gli sporadici casi raccontati da qualche medico di famiglia. E non servono virologi ottimisti che ipotizzano che il virus possa diventare più buono. Per Ema, a oggi, questa rimane solo una speranza.

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