coronavirus

SAPETE PERCHÉ INIZIANO A MORIRE ANCHE I PIÙ GIOVANI? PERCHÉ DA TRE SETTIMANE MOLTI DI QUELLI CHE HANNO IL CORONAVIRUS STANNO A CASA, SENZA VERA ASSISTENZA MEDICA, E VENGONO RICOVERATI SOLO QUANDO LA SITUAZIONE DIVENTA DISPERATA, COME NEL CASO DI EMANUELE A ROMA - IL RACCONTO DELL'INFERMIERE DEL SACCO: ''ARRIVANO IN CRISI DI OSSIGENO ANCHE RAGAZZI DI 30 ANNI. IN QUESTO OSPEDALE SIAMO FORMATI PER FRONTEGGIARE VIRUS LETALI, MA GLI ALTRI NON AVEVANO LE PROCEDURE ADATTE'', E PER QUESTO IL NUMERO FOLLE DI CONTAGI TRA I SANITARI

 

DAGONOTA - Il caso di Emanuele Renzi a Roma, morto a 34 anni senza malattie pregresse, ma anche le testimonianze di medici e infermieri su un maggior numero di 30-40enni ricoverati. Cosa è cambiato in queste settimane? È cambiato che all'inizio del contagio chiunque avesse il coronavirus e sintomi non lievi veniva ricoverato, con la possibilità di essere monitorato, ricevere ossigeno, antivirali, le giuste dosi di paracetamolo eccetera.

 

Questo approccio purtroppo non era sostenibile: i posti sia in terapia intensiva che sub-intensiva, che negli altri reparti, non bastano per tutti e bisogna privilegiare chi è più grave.

 

EMANUELE RENZI CORONAVIRUS

Questo però crea un effetto perverso, per cui chi resta a casa – come da consiglio delle Asl e dei medici di base – senza un corretto monitoraggio (ad esempio, dell'ossigenazione dei polmoni), rischia di peggiorare progressivamente e di essere ricoverato solo quando la situazione è molto grave. Chi resta a casa perlopiù esce dallo screening capillare della popolazione, e i medici di base che hanno provato a continuarlo ci hanno rimesso la pelle non avendo le protezioni necessarie per visitare i pazienti positivi.

 

Il problema è che quando la situazione peggiora, e su questo sono concordi i primissimi studi e chi pratica sul campo, lo fa molto velocemente, mentre i tempi di arrivo di un'ambulanza si sono dilatati e arrivano anche a molte ore. Con il che aumenta la necessità di posti in terapia intensiva e si allungano i tempi di recupero di pazienti che, se avessero avuto un'assistenza quando i sintomi erano intensi ma non gravi, magari non sarebbero peggiorati in modo così drammatico.

 

ventilatori terapie intensive

E alla fine si torna sempre al punto di partenza: con le dovute protezioni per i medici, un numero maggiore di ospedali attrezzati e di posti letto in terapia intensiva, questo virus potrebbe essere affrontato in modo molto più efficace.

 

 

Gianni Santucci per il “Corriere della Sera

 

«Se il Covid-19 entrasse profondo su Milano, sarebbe come un Boieng-747 che si schianta davanti al pronto soccorso. Non ce la faremmo». L' infermiere B. non potrebbe parlare. La comunicazione per tutto il personale sanitario è stata «blindata».

 

ospedale luigi sacco milano 2

Accetta però di raccontare al Corriere un mese di lavoro in epoca di coronavirus. Lo fa dall' interno del Pronto soccorso dell' ospedale «Sacco» di Milano. Struttura di riferimento nazionale per le malattie infettive. Prima, però, era anche un ospedale «normale». Oggi è solo Covid. Sale operatorie ferme. Posti in terapia intensiva passati da 8 a 30. Pronto soccorso trasformato in polmone d' emergenza. «Servirà ancora una settimana - riflette l' infermiere B. - per sapere che quel crash non ci sarà».

 

Che pazienti vede oggi?

le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus 1

«Qualche settimana fa molti arrivavano con sintomi lievi, o medi, comunque senza "impegno respiratorio". Oggi sono un po' meno, ma l' età media s' è abbassata, intorno ai 55/60 anni, anche ragazzi di 30 anni. E quasi tutti hanno bisogno immediato di ossigeno. Febbre che non scende sotto i 38. Lastre bruttissime.

In pronto soccorso vedi ovunque persone con cannule, mascherine, caschi».

 

Come se lo spiega?

«Tutto il sistema sanitario sta dicendo ai malati di restare a casa isolati il più possibile. A volte va bene, ma le persone non si rendono conto di quanto avanza la malattia. Entrano in pronto soccorso con l' ossigeno nel sangue a 90, basso da far spavento. Quaranta atti respiratori al minuto, oltre il doppio del normale: hanno fatto quattro passi e ansimano come se avessero corso. Compensano fino alla fine con i polmoni quasi compromessi. Su 20/25 pazienti che entrano in un turno di 7 ore, almeno 3 o 4, ancor prima di fare il tampone, hanno già bisogno del casco, massimo livello di ossigeno prima dell' intubazione».

 

Ce la fate?

«In pronto soccorso "reggiamo" 8-9 caschi, più le mascherine. Hanno creato due aree d' emergenza, anche in astanteria. Ad ogni bocchettone d' ossigeno è attaccato qualcuno. Abbiamo anche i meccanismi per sdoppiare i flussi e assistere due pazienti.

le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus 3

Ma la quantità totale d' ossigeno dell' impianto resta quella. Per ora stiamo reggendo».

 

Siete preoccupati?

«Il "Sacco" è attrezzato per il bioterrorismo. Abbiamo sale visita specifiche, docce alla candeggina per l' antrace. Con quella mentalità è stato trasformato l' intero ospedale. La nostra forza è stata la formazione obbligatoria, ogni infermiere può essere reperibile per la task force Ebola. Sai come vestirsi. Come comportarti. Che precauzioni prendere.

 

Sono io che scelgo le protezioni, a seconda se sto al triage o in emergenza. Affrontiamo il Covid con i protocolli Ebola, un virus con una mortalità devastante. Tutto questo per ora ci sta salvando la pelle». (È la differenza chiave rispetto a molti altri ospedali lombardi, che per carenze nella formazione, nell' organizzazione d' emergenza e nelle scorte di protezioni, investiti dall' epidemia, sono diventati centri moltiplicatori del contagio) .

 

Come è cambiato il «Sacco»?

ospedale luigi sacco milano 1

«Un mese fa ci comunicano che le ambulanze porteranno solo sospetti Covid. Entriamo in una maxi-emergenza perenne, che dura ancora. Viene rifatto il pronto soccorso. Si trovano aree d' emergenza per gestire i pazienti gravi nell' immediato. Vengono studiati percorsi diversi, linee gialle e verdi, posti "puliti" e posti "sporchi". E poi aree di isolamento, di filtro, di sanificazione, di vestizione. Ascensori solo per i "positivi". Prima i prelievi di sangue viaggiavano con la posta pneumatica, oggi vengono sigillati in triplice involucro e portati di persona da un operatore, per evitare ogni contaminazione.

All' accettazione, tutti i pazienti ricevono guanti, mascherina e camice monouso».

 

Dove trova la speranza?

«Ho visto i bambini col coronavirus. Lo passano come un raffreddore. Almeno loro saranno risparmiati da questa tragedia».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...