coronavirus senso di colpa

IL VIRUS DEL SENSO DI COLPA – IL COVID-19 HA CONSEGUENZE PSICOLOGICHE INIMMAGINABILI: CHI PORTA LA MALATTIA IN CASA, INFETTANDO PERSONE ANZIANE CHE POTREBBERO ANDARE INCONTRO A CONSEGUENZE SERIE, VIVE CON IL PESO DI AVER FATTO AMMALARE GLI ALTRI – IL SENSO DI COLPA È ACCETTABILE QUANDO HA IL COMPITO DI INIBIRE COMPORTAMENTI RITENUTI INAPPROPRIATI, MA PUO' TRASFORMARSI IN PATOLOGIA IN SOGGETTI FRAGILI CHE...

Monica Virgili per “Corriere Salute - Corriere della Sera”

 

stigma coronavirus 7

In questa seconda ondata dell' epidemia sembra che la maggior parte dei contagi avvenga all' interno delle famiglie o della rete di conoscenti. Un fenomeno con conseguenze psicologiche immaginabili: chi crede di aver portato il virus «in casa» può sentirsi in colpa di fronte a parenti positivi o addirittura ammalati.

 

«È una reazione comprensibile» commenta Valentina Di Mattei, psicologa clinica dell' Ospedale S. Raffaele e professore associato dell' Università Vita Salute San Raffaele di Milano. «Nelle campagne di prevenzione rispetto alla diffusione del virus si è infatti molto fatto leva sui comportamenti del singolo e quindi sarà più semplice che scatti questa associazione.

coronavirus 3

 

In situazioni normali però le famiglie sono di solito un contenitore emotivo collaudato ed è difficile che il senso di colpa si manifesti in modo eccessivo. Al tempo stesso potrebbe accadere che siano gli altri a far sentire responsabili e quindi ad adottare condotte espulsive o di isolamento nei confronti dell' infetto. Si tratta del cosiddetto "stigma", già emerso nella prima ondata a primavera e tipico di precedenti situazioni epidemiche, una per tutte l' Hiv».

 

Avvertire la responsabilità delle proprie azioni è «sano», ma sentirsi in colpa per aver trasmesso una malattia ad alta contagiosità non è troppo?

stigma coronavirus 4

«Il senso di colpa ha il compito di inibire comportamenti ritenuti inappropriati, poco etici e morali, nel senso migliore del termine. Si presenta in conseguenza alla violazione di norme condivise dall' ambiente in cui si cresce e nel tempo interiorizzate (il famoso Super Io di Freud). Dunque l' essere un veicolo di contagio può portare ad auto colpevolizzazione, rimorso e rimpianto. La possibilità di provare questo sentimento è legata in questo caso alla valutazione del soggetto di avere avuto la possibilità di agire diversamente, in modo più protetto e quindi socialmente più accettabile.

 

Non bisogna dimenticare che il senso di colpa, provato in giusta misura, riveste un ruolo utile per l' individuo. Tuttavia, a seconda della propria personalità e dell' ambiente in cui si è cresciuti, ognuno ha una diversa disponibilità a provarlo: da autoriflessione e rimprovero fino a forme di auto punizione».

 

stigma coronavirus 9

Può diventare patologico?

«Quando si varca la soglia dal normale al patologico, si può parlare di senso di colpa in termini di eccessiva tendenza al rimorso e al rammarico e ciò può innescare - o fare diventare più evidenti - alcune forme depressive. Può darsi che questa situazione sia la famosa goccia che fa traboccare il vaso, destabilizzando equilibri già difficili. Anche per questo i soggetti con forme di disagio psichico sono più a rischio. Meglio ricorrere all' aiuto di un professionista quando si manifestano i primi campanelli d' allarme, prima che il disagio diventi debilitante. Da ricordare, sul fronte opposto, che la mancanza di senso di colpa è spesso presente nel disturbo di personalità antisociale».

 

È diverso se anche chi ha trasmesso il virus si è ammalato?

«Sì, l' essere affetto da malattia potrebbe essere vissuto come la punizione per l' eventuale colpa».

 

Esiste anche il senso di colpa al contrario, quello di chi vede gli altri ammalarsi e lui no?

stigma coronavirus 2

«Una forma particolare del senso di colpa è la "sindrome del sopravvissuto". Chi sopravvive a un evento traumatico, ritiene di non esser degno di poter godere di ciò che la persona scomparsa non può vivere più.

Un esempio illustre è quello dello scrittore Primo Levi, che sopravvisse ai campi di concentramento ma non al senso di colpa. Ci sono molti casi di persone guarite dal Covid che hanno subìto delle perdite in famiglia.

 

coronavirus 1

In questa realtà emotiva è normale sperimentare questa sensazione, che va compresa con sensibilità, aiutando la persona ad affrontare il lutto per la perdita e ad accettare ciò che sta provando. Tuttavia è necessario vigilare per capire se la situazione non si protrae troppo a lungo (oltre i 6-12 mesi) interferendo con il comportamento abituale. In questi casi è necessario interpellare uno specialista».

 

Questo fenomeno riguarda di più chi ha familiari avanti negli anni?

«Contagiare un anziano comporta statisticamente conseguenze più serie, quindi il senso di colpa è comprensibile, compreso quello derivante dal non potersene più prendere cura direttamente a causa del distanziamento».

 

coronavirus

E i ragazzi che riprendendo le loro attività hanno contribuito a diffondere i contagi?

«Per loro le privazioni sono state intense, interessando proprio i "luoghi" dove si svolge gran parte della loro vita attuale e progettuale: fuori casa e lontano dalla famiglia.

Non è stata solo una pausa in una traiettoria che prosegue, ma la sottrazione di parte dell' identità ancora in costruzione. Di conseguenza la capacità di sentirsi (o no) in colpa è da inserire anche in questa ottica.

 

stigma coronavirus 5

Particolare è ciò che sta avvenendo nelle scuole quando viene data notizia di un caso di Covid. Si osservano dinamiche fortemente aggressive ed espulsive nei confronti di chi si ammala che, inevitabilmente, sarà quindi soggetto a sentirsi in colpa per aver messo a rischio o "quarantenato" un' intera classe».

stigma coronavirus 8altanstigma coronavirus 3coronavirus 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…