BANCHE-ROTTE - CHI C'E' DAVVERO DIETRO LA MAXI-PERDITA DI BANCA MARCHE CHE HA PORTATO AL COMMISSARIAMENTO DA PARTE DI BANKITALIA? LA POLICY DI PALAZZO KOCH NON STARA' STROZZANDO I PICCOLI IMPRENDITORI?

Andrea Giacobino per il blog 'andreagiacobino.wordpress.com'

Sono oltre 6 mesi che Banca Marche è stata commissariata dalla Banca d'Italia. Ma nessuno, forse nemmeno il governatore Ignazio Visco, sa che fine farà l'istituto di credito su cui poggia gran parte dell'economia della regione.

Di certo c'è, nel puntuale apparire e sparire di fantomatiche "cordate" di imprenditori locali come "cavalieri bianchi" e con la banca ancora in mezzo al guado, che ad oltre mezzo anno dal provvedimento traumatico di Via Nazionale, qualcuno comincia a comporre le tessere di un mosaico. Il cui disegno non coincide esattamente con la storia finora raccontata dai grandi giornali che addebita tutto il male alla passata gestione. Ed è probabile che di questo e altro ancora si dibatterà oggi in Consiglio Regionale.

Secondo alcune ricostruzioni, infatti, il vero "colpo di grazia" contro Banca Marche è stato assestato immediatamente dopo il Ferragosto dello scorso anno. Per quanto risulta, infatti, malgrado 200 milioni di euro circa di accantonamenti, la bozza della semestrale 2013 era stata presentata al consiglio d'amministrazione del 1° agosto con una perdita di circa 50 milioni di euro. Questo risultato, seppur negativo, permetteva ancora alla banca di "galleggiare", visto che il patrimonio di vigilanza (definito Total Capital Ratio) continuava ad attestarsi intorno all'8%. Se questo era il preconsuntivo di periodo, come si è poi giunti alla perdita di 232 milioni al 30/06/2013?

L'ulteriore consistente "buco" di bilancio (circa 170 milioni in più di quanto preventivato il 1° di agosto) sembra essere stato determinato - tra l'altro - dalla riapertura e dal consistente appesantimento di posizioni già esaminate, nonché dall'innalzamento a livelli stratosferici (quasi il doppio di banche concorrenti anche in campo nazionale) degli accantonamenti sui crediti generici (quelli "in bonis").

Basti pensare che, a fronte di un accantonamento percentuale in Banca Marche dello 0,97% (dallo 0,73% di partenza), Unicredit accantona lo 0,50%, il Credito Valtellinese lo 0,39%, la Banca Popolare di Milano lo 0,44%, la Banca Popolare di Vicenza lo 0,39%, la Banca Popolare di Ancona lo 0,50% e Ubi Banca lo 0,56%.

L'ulteriore inasprimento di quest'ultima misura ha pesato sul conto economico di periodo, da sola, per ben 50 milioni di euro. La semestrale in rosso per 232 milioni ha avuto l'inesorabile effetto di far precipitare il patrimonio di vigilanza al 6,64% spalancando, di fatto, le porte all'arrivo dei commissari di Banca d'Italia.

Luciano Goffi si insedia come nuovo direttore generale della banca nel settembre 2012 e vara una nuova, severissima policy sul credito problematico. Come testimonia la KPMG in uno studio datato 15 febbraio 2013, commissionato dal consiglio d'amministrazione per valutare la portata della anzidetta policy introdotta, oltre ad essere paragonata a competitors su scala nazionale (Unicredit, Banca Intesa, Banco Popolare, Monte Paschi e Ubi Banca), Banca Marche nel terzo trimestre 2012 intraprese una pesante svalutazione di tutte le garanzie ipotecarie a corredo delle posizioni della clientela e degli impieghi anomali di natura chirografaria - in misura ben più consistente rispetto alla succitata concorrenza.

L'ovvia conseguenza fu di dover aumentare a dismisura gli accantonamenti a copertura del rischio di credito - che riguardò indifferentemente le posizioni ad incaglio (ovvero in momentanea difficoltà, con copertura aumentata in tre mesi dal 7,88 al 26% circa) e quelle a sofferenza (quelle per le quali si è dato avvio alle azioni legali, i cui accantonamenti furono portati dal 36,99 a circa il 41%).

Premettendo che fu la stessa KPMG a definire "prudenziale" (un eufemismo, visto che fu la Banca a pagare quello studio) l'insieme delle nuove regole imposte dal nuovo management per la valutazione del credito a rischio, quest'opera di "pulizia" causò certamente la devastante perdita dell'esercizio 2012 pari a ben 518 milioni di euro, che salgono a 526 milioni a livello di gruppo bancario. Ciò in quanto gli accantonamenti, che al 30 settembre 2012 ammontavano a 130 milioni circa, schizzarono a 811 milioni alla fine dello stesso anno.

Manager a parte, un peso in tutta questa sconcertante vicenda ha anche la policy che la Banca d'Italia sta mettendo in campo in vista del passaggio di consegne alla vigilanza europea della Bce. Sulla stampa specializzata e negli ambienti finanziari si fa infatti un gran parlare dell'opera perentoria (quasi un superlavoro) che Palazzo Kock sta portando avanti in questi ultimi mesi a livello nazionale.

Il gran numero di aziende e gruppi bancari sotto focus ed i quattordici o quindici commissariamenti in corso nella Penisola la dicono lunga sull'intenzione di Banca d'Italia di "fare pulizia" in previsione del passaggio alla vigilanza "made in Draghi" e di forzare la mano su manovre aggregative che - con lo scopo di prevenire mali estremi (reali o, come nel caso di Banca Marche, forse presunti) conseguenti all'aumento del credito problematico - faranno scomparire tutte quelle realtà bancarie di piccole e medie dimensioni che, da sempre, hanno rappresentato il vero interfaccia finanziario di importanti territori produttivi.

E qualche imprenditore rimane schiacciato. Come il costruttore Pietro Lanari che ha chiesto per via giudiziaria a Banca Marche (e Banca Tercas) il ripristino delle linee di credito concesse e poi revocate. Lanari lamenta di essere stato prima finanziato in pool dagli istituti di credito nel 2007 e poi improvvisamente "scaricato": circostanze che hanno bloccato grossi investimenti e operazioni immobiliari in corso. Gli istituti di credito si erano impegnati a erogare 264 milioni di euro e ne avrebbero invece impegnati solo 158.

 

Banca Marche index LOGO BANCA MARCHEIgnazio Visco BANCA ITALIAmario draghi

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…