LA BANDA DEL CONFLITTO DI INTERESSI - COSTAMAGNA È UNO E TRINO: EX PRESIDENTE DI CDP, È AZIONISTA DI TISCALI E PURE ADVISOR DI MACQUARIE CHE STA VALUTANDO OPEN FIBER. E POI BASSANINI, PRESIDENTE DI OPEN FIBER DAL 2015, DOPO 7 ANNI DI PRESIDENZA ALLA CDP (DOVE HA FATTO GUERRA ALLA TELECOM) È STATO NOMINATO CONSIGLIERE SPECIALE DI GUALTIERI - KKR HA SCELTO COME SENIOR ADVISOR L’EX MANAGER DI AMAZON DIEGO PIACENTINI, GIÀ COMMISSARIO PER L’AGENDA DIGITALE DEI GOVERNI RENZI E GENTILONI - E POI FULVIO CONTI…

-

Condividi questo articolo


 

Giovanna Faggionato per la newsletter di ''Domani'' -

https://oggiedomani.substack.com/

 

Il 27 agosto il governo ha dato il via libera alla creazione di una rete unica con l’ingresso di Cdp, che con Enel è azionista di Open Fiber, in una società controllata dall'ex monopolista Tim.

 

costamagna da gruber costamagna da gruber

L’accordo combina interessi industriali e finanziari, ma anche personali di diversi manager delle partecipate di stato.

 

Per esempio Claudio Costamagna, ex presidente di Cdp, attraverso Amsicora è socio di Tiscali che ha siglato una partnership con Tim lo stesso giorno del via libera del governo. Costamagna è anche advisor, assieme all’ex ad di Tim e di Enel Fulvio Conti, del fondo Macquarie che prepara l'offerta per Open Fiber. Mentre Piacentini, suo socio, è consulente di Kkr.

 

La rete della banda larga sarà unica, così come quella degli interessi che la circondano. Il 27 agosto il governo ha dato il via libera all’ingresso di Cassa depositi e prestiti, nel progetto della rete unica controllata da Tim che dovrebbe gestire l’infrastruttura in maniera neutrale incorporando la concorrente Open Fiber.

 

LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI

L’intesa, che prevede iniezione di capitale fresco e punta agli investimenti in arrivo del Recovery fund, ha combinato interessi industriali e finanziari diversi, ma anche quelli personali di ex protagonisti del capitalismo pubblico come Claudio Costamagna che nella partita indossano diverse maglie alla volta, tra partecipazioni, incarichi o consulenze ai fondi di investimento.

 

Prendiamo Franco Bassanini: presidente di Open Fiber dal 2015, dopo sette anni di presidenza alla Cassa depositi e prestiti dove ha fatto guerra alla Telecom e alla sua resistenza sul controllo della rete e lo sviluppo della fibra, Bassanini è stato nominato a fine giugno 2020, cioè appena due mesi prima del raggiungimento dell’intesa, consigliere speciale per gli investimenti del ministro dell’Economia e delle finanze Roberto Gualtieri.

fulvio conti fulvio conti

 

Il ruolo che può valergli da contentino per la sconfitta nella guerra di posizione contro l’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, è in linea con gli incarichi di consigliere speciale che l’ex ministro ha avuto a palazzo Chigi sia con Matteo Renzi che con Paolo Gentiloni, ma è anche una sovrapposizione di interessi evidente. Ma non è la più ingombrante in questa vicenda.

 

L’altro ex presidente della Cdp, Claudio Costamagna, per esempio, è stato discreto ma attivo intorno al negoziato. L’uomo che nel 2015 ha preso il posto di Bassanini alla guida della Cassa azionista di Open Fiber anche in nome delle sue posizioni più morbide su Telecom, è infatti anche l’artefice della rinascita della Tiscali di Renato Soru, che con Tim ha appena firmato una partnership strategica.

 

Dopo l’addio a Cdp nel 2018, Costamagna ha fondato la società Amsicora e a maggio 2019 ha acquisito il 22 per cento (oggi 17,75) di Tiscali, riportando Soru alla guida. Poco più di un anno dopo, nello stesso giorno in cui il governo ha dato il via libera all’ingresso di Cdp nella rete con Tim, Tim ha annunciato l’accordo con Tiscali.

 

Nel board di Tiscali siedono come presidente il socio di Costamagna in Amsicora, Alberto Trondoli, già direttore di Fastweb (società che partecipa al progetto della rete unica) e ex ad di Metroweb (la società che è diventata Open Fiber) e come consigliere Sara Polatti, ex membro della segreteria tecnica della Cdp con Costamagna e anche associata della sua holding CC & Soci srl.

 

diego piacentini diego piacentini

Non è finita: uno e trino, Costamagna è da poco anche advisor del fondo australiano Macquarie che a giugno ha presentato una offerta per l’acquisizione della partecipazione di Enel in Open Fiber. Il ruolo di Macquarie non è secondario: ha portato avanti la due diligence per la valutazione di Open Fiber ed è pronta secondo Il Sole 24 Ore a presentare una offerta di 7,7 miliardi di euro, al di sopra delle stime degli analisti e di quanto la valuterebbe l’ex monopolista e competitor Tim.

 

Assieme e prima di Costamagna, come consigliere per gli investimenti in Italia, il fondo australiano aveva scelto Fulvio Conti, cioè l’uomo che fino a settembre 2019 è stato l’amministratore delegato di Tim e prima amministratore delegato di Enel, che è azionista insieme a Cdp di Open Fiber.

 

francesco caio foto di bacco francesco caio foto di bacco

Anche sul fronte opposto, c’è un consulente conosciuto. A settembre 2019 il fondo americano Kkr ha nominato come senior advisor l’ex vice presidente di Amazon Diego Piacentini, che dal 2016 al 2018 è stato commissario per l’agenda digitale dei governi Renzi e Gentiloni e che, oggi tra le altre cose, è socio di Costamagna, assieme all’attuale ad di Alitalia Francesco Caio (nominato dal governo Conte), nel veicolo di investimento Ergo srl.

 

Cinque mesi dopo la nomina di Piacentini, a febbraio 2020, Kkr ha proposto a Tim di acquisire il 37,5 per cento della sua rete secondaria valutata 7,5 miliardi, dando il via al ‘risiko’ che ha condotto all’intesa finale. Una rete unica della banda larga e anche degli interessi degli ex manager di stato.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...