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BANKITALIA DORME, SI SVEGLIA L’ANTITRUST: ISPEZIONI IN UNICREDIT, INTESA E BNL, ACCUSATE DI PRATICARE INTERESSI DOPPI. PER L’ADUSBEF HANNO SOTTRATTO 7 MILIARDI AI CLIENTI - SI CHIAMA ANATOCISMO, OVVERO GLI INTERESSI SUGLI INTERESSI. È VIETATO DA UNA LEGGE DEL 2014 E PURE DA UN DECRETO DEL 2016, CASOMAI NON AVESSERO CAPITO. MA LE GRANDI BANCHE SE NE SBATTONO

1. FARO ANTITRUST SU INTESA, UNICREDIT E BNL

Camilla Conti per il Giornale

 

L'Antitrust accusa Bnl, Intesa e Unicredit di aver fatto pagare interessi superiori al dovuto. Il Garante della Concorrenza ha infatti avviato tre istruttorie per accertare se le tre banche abbiano posto in essere condotte in violazione del Codice del Consumo in relazione alla pratica dell'anatocismo bancario, cioè il calcolo degli interessi sugli interessi versati su un prestito.

giovanni  pitruzzellagiovanni pitruzzella

 

In particolare, fino all'entrata in vigore dell'articolo 17-bis del decreto legge numero 18 del 2016, che ha ribadito il divieto di anatocismo salvo autorizzazione preventiva del cliente, i tre istituti avrebbero continuato ad applicare l'anatocismo, nonostante l'espresso divieto contenuto nella Legge di Stabilità 2014.

 

Dopo la riforma operata nel corso del 2016, i tre istituti avrebbero adottato modalità aggressive per indurre i propri clienti consumatori a dare l'autorizzazione all'addebito. Per verificare l'esistenza di pratiche commerciali scorrette, ieri i funzionari del Garante hanno eseguito una serie di ispezioni nelle sedi delle tre banche con l'ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

 

Si parla di anatocismo sui mutui quando la banca che ha concesso il prestito opera una capitalizzazione degli interessi considerando gli interessi maturati come capitale e facendo quindi pagare gli interessi anche sugli interessi. Ma la legge che lo vieta è stata modificata di recente. Vediamo come.

ignazio viscoignazio visco

 

Il 6 aprile del 2016 diventa legge il decreto banche, che contiene la riforma del credito cooperativo e la garanzia dello Stato sulle sofferenze. Il governo incassa infatti anche in Senato la fiducia sul provvedimento (con 171 voti a favore, 105 contrari e un astenuto). Nel testo c'è anche il divieto, considerato definitivo, al pagamento degli interessi sugli interessi.

 

In sostanza si stabilisce che nelle operazioni, compresi i finanziamenti a valere su carte di credito, gli interessi debitori maturati non possono produrre interessi, salvo quelli di mora. Secondo la normativa, nei rapporti di conto corrente o di conto di pagamento gli interessi sono conteggiati il 31 dicembre di ciascun anno e, comunque, al termine del rapporto per cui sono dovuti. E gli interessi debitori divengono esigibili il primo marzo dell'anno successivo a quello in cui sono maturati.

 

mustiermustier

A febbraio di quest'anno però le associazioni dei consumatori, in particolare l'Adusbef di Elio Lannutti, lanciano l'allarme: l'associazione riporta una mail inviata alle imprese da «una primaria banca» nella quale si annuncia che dal primo marzo 2017 «vengono addebitati gli interessi debitori relativi al trimestre 1 ottobre - 31 dicembre 2016» e che l'importo dell'addebito è rilevabile dagli estratti conto inviati a fine anno «contraddistinti dalla voce interessi con due asterischi».

 

Per coloro che non hanno autorizzato l'addebito degli interessi «decorrono gli interessi di mora» e inoltre «il mancato addebito degli interessi potrebbe portare al recupero legale degli stessi ed alla sospensione/revoca degli affidamenti/ blocco del conto corrente». Quindi, dal 1 marzo le banche possono pretendere interessi capitalizzati nel trimestre 30 settembre - 30 dicembre 2016, a cui si devono aggiungere interessi di mora a coprire il periodo di fermo, pena il blocco operativo del conto corrente. «Tra gennaio 2014 e settembre 2016 vanno restituiti 7 miliardi incamerati dal sistema bancario», sostiene Lannutti.

 

luigi abete andrea munariluigi abete andrea munari

 

2. ANATOCISMO: BENE INCHIESTA ANTITRUST, CHE SURROGA LA COMPLICITÀ DI BANKITALIA 

(Adusbef) - Bene i  procedimenti Antitrust volti ad accertare se BNL, Intesa San Paolo ed Unicredit abbiano posto in essere condotte in violazione del Codice del Consumo rispetto alla pratica dell'anatocismo, fino all'entrata in vigore della normativa del 2016 che ha ribadito il divieto di anatocismo salvo autorizzazione preventiva del cliente, con le banche che hanno  continuato ad applicarlo, nonostante l'espresso divieto contenuto nella legge di stabilità 2014".

 

In virtù della legge n.147/2013, a partire dal 1 gennaio 2014 e fino al 30 settembre 2016, tali pratiche bancarie di anatocismo, seppur vietate dal legislatore, sono continuate ugualmente a danno della generalità di affidati e prenditori di prestiti bancari, dando luogo ad azioni inibitorie e sentenze dei Tribunali, che hanno condannato le principali banche a non praticare più alcuna forma di capitalizzazione degli interessi passivi e ogni pratica anatocistica, in tutti i contratti di conto corrente con i consumatori.

gian maria gros pietro carlo messina giovanni bazoligian maria gros pietro carlo messina giovanni bazoli

 

Facendo un calcolo sul volume medio degli impieghi affidati, dal 1 gennaio 2014 al 30 settembre 2016, la vietata pratica di calcolare interessi sugli interessi a danno delle imprese e di altri soggetti economici che hanno avuto prestiti, fidi, scoperture di conto corrente, si arriva ad una forbice tra 6,7 e 7,8 miliardi di euro, incamerati dal sistema bancario, che non dovevano essere percepiti e che in virtù della legge e delle pronunce dei tribunali nelle inibitorie, devono essere restituiti.

 

La Banca d’Italia, doverosamente informata dalle associazioni dei consumatori presenti nel CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori ed Utenti), invece di esercitare la potestà prevista dall’art. 128 del Testo Unico Bancario, per: ‘inibire ai soggetti che prestano le operazioni e i servizi disciplinati dal presente titolo la continuazione dell'attività, anche di singole aree o sedi secondarie, e ordinare la restituzione delle somme indebitamente percepite e altri comportamenti conseguenti’, (art,1,lettera a),non interviene, come di consueto per non disturbare gli interessi delle banche socie, configurando anche una omissione in atti d’ufficio, oltre più gravi reati a danno degli utenti dei servizi bancari.

 

Ai primi di marzo 2017 Adusbef,  ha presentato esposti-denunce a 15 procure della Repubblica, contro banche e Bankitalia, pubblicando sul sito www.adusbef.it  fac-simile di autotutela.

Elio Lannutti Elio Lannutti

 

In particolare - ha scritto Adusbef negli esposti presentati alle maggiori Procure della Repubblica in data 3 marzo 2017 -, alla luce dei fatti esposti, nonché ai richiami giurisprudenziali, dottrinali e alla disposizioni di legge indicati, anche nell’art.128 TUB, si chiede all’On.le Procura di accertare:

- se sotto il profilo degli omessi controlli e della mancata vigilanza non si configuri il reato ex art. 328 c.p. (Rifiuto d’atti d’ufficio. Omissione);

 

- se dal tenore letterale delle missive e dalle palesate minacce non si configurino i reati ex artt. 640 c.p. e seguenti nonché ex art. 646 c.p. (appropriazione indebita);

- se la responsabilità penale eventualmente accertata ed imputabile ad i soggetti sopra richiamati non possa essere stato, invece, d’ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d’Italia e della Consob configurando, altresì, il reato ex art. 170bis D.Lgs. n. 58/98,nonché altri eventuali illeciti penali come rubricati nel D.Lgs. n. 58/1998.

 

Dai calcoli sugli impieghi ricapitalizzati con l’illecito anatocismo, effettuati dagli esperti contabili Adusbef, si evince un indebito lucro, solo per i fidi alle imprese di 2.410 miliardi di euro dal 1 gennaio 2014 al 31 ottobre 2016 (ossia 811,830 mld di euro nel 2014; 808,338 nel 2015; 790,085 mld di euro tra il 1 gennaio ed il 30 settembre 2016), di 34,33 euro ogni 1.000 euro di scoperto, quindi un somma da rimborsare o compensare, approssimata per difetto, tra 6,7 e 7,8 mld di euro.

 

PADOANPADOAN

Poiché le banche minacciano il blocco dei conti, in caso di mancati pagamenti, sul sito www.adusbef.it è stato pubblicato un fac simile di autotutela, per impedire il blocco dei conti correnti, la diffida e messa in mora ed  il ripristino degli inviolabili diritti acquisiti, anche mediante azioni giudiziarie.

 

 

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