I BENETTON? A CUCCIA (PIAZZETTA)! – ALESSANDRO B. HA CAPITO L'ANTIFONA E DECIDE DI RIPUDIARE LE LISTE CONCORRENTI A NAGEL IN MEDIOBANCA (DEL VECCHIO E CALTAGIRONE) – DOPO LA TRAGEDIA DEL PONTE MORANDI E LA SCONFITTA DI CALTAGIRONE IN GENERALI, I BENETTON HANNO CAPITO DOVE TIRA IL VENTO. NON A CASO HANNO SCELTO GIAMPIERO MASSOLO COME PRESIDENTE DI ATLANTIA. SENZA CONSIDERARE CHE MEDIOBANCA È ADVISOR PER L’OPERAZIONE DI DELISTING DI ATLANTIA…

-

Condividi questo articolo


mediobanca nagel mediobanca nagel

Andrea Muratore per www.tag43.it

 

La vittoria di Mediobanca nella partita per il rinnovo del cda di Generali ha portato molti osservatori a ritenere che ora la sfida tra la dirigenza di Piazzetta Cuccia e il duo Del Vecchio-Caltagirone si sposterà dentro la più blasonata delle banche d’affari italiane, in vista del rinnovo del suo cda in scadenza nell’ottobre del 2023.

 

il primo video di alessandro benetton da presidente di edizione 5 il primo video di alessandro benetton da presidente di edizione 5

Leonardo Del Vecchio è forte del 19,4 per cento del capitale e Francesco Gaetano Caltagirone del 5,5 per cento, quote destinate a aumentare dopo che Mediobanca avrà concluso, a fine giugno, il piano di buyback per il 3 per cento del suo capitale.

 

Dopo Generali occhi puntati sugli assetti di Mediobanca

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET

La richiesta della holding di Del Vecchio, Delfin, di superare il 20 per cento del capitale di Mediobanca bocciata dalla Banca centrale europea mostra sia che la partita sarà decisamente contesa sia che per l’asse sconfitto nella sfida di Generali sarà complicato costruire la base per una rivincita.

 

francesco gaetano caltagirone francesco gaetano caltagirone

Secondo quanto apprende Tag43, ai piani alti di Piazzetta Cuccia c’è fiducia sul fatto che la sfida portata all’amministratore delegato Alberto Nagel è destinata a fallire anche per il diverso atteggiamento di un “terzo incomodo” di peso, Alessandro Benetton, la cui holding di famiglia, Edizione, detiene poco più del 2 per cento del capitale di Mediobanca.

Alberto Nagel Alberto Nagel

 

Secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni sembra infatti che da Treviso emerga sin d’ora l’orientamento a non appoggiare liste concorrenti a quella che verrà presentata dal cda uscente. A Piazzetta Cuccia – questo è il ragionamento – si sta aprendo la riflessione sul fatto che questa neutralità possa gradualmente trasformarsi in un appoggio in nome di comuni obiettivi di mercato.

 

alessandro benetton alessandro benetton

Il gruppo Benetton è ritenuto da Mediobanca un proxy della figura media di riferimento del mercato che giudicherà le liste per il rinnovo, formato in larga parte da capitali flottanti che costituiscono la maggioranza assoluta delle quote del gruppo.

 

Benetton si sgancia da Del Vecchio

Dopo aver perso la sfida in Generali abbandonando la neutralità che molti gli avevano consigliato, Benetton ha la necessità di rientrare in un alveo più istituzionale. E la cautela con cui Edizione e Atlantia si stanno muovendo nelle ultime settimane è da leggere di pari passo alle future mosse su Mediobanca: Benetton vuole dare a Edizione una reale struttura di attore di mercato dinamico.

crollo ponte morandi crollo ponte morandi

 

Prima la scelta di Enrico Laghi come ad e, più recentemente, quella dell’ex ambasciatore Giampiero Massolo come presidente di Atlantia, la subholding che controlla gli investimenti nelle infrastrutture, segnalano la volontà di dialogare e ricucire con le strutture istituzionali e di potere legate al mondo romano, di cui l’altra faccia della medaglia è rappresentata dal compromesso con il sistema finanziario meneghino.

 

ENRICO LAGHI ENRICO LAGHI

Mediobanca, dettaglio non trascurabile, è advisor dei Benetton per l’operazione di de-listing di Atlantia condotta in sinergia con il fondo americano Blackstone in risposta al tentativo di scalata guidato dal magante spagnolo Florentino Perez.

 

Mediobanca, complice i legami comuni di interessi e prospettive, ritiene i Benetton un partner con cui dialogare e la mossa distensiva sul cda di  Piazzetta Cuccia è letta in antitesi alla scelta dei consiglieri di opposizione di Generali, espressione della lista Caltagirone-Del Vecchio, di aprire la breccia con la maggioranza non votando la fiducia all’ad Philippe Donnet.

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

 

Voltare pagina dopo la tragedia del ponte Morandi

In sostanza, ragionano a Mediobanca, convergenze parallele sono in atto tra gli attori che ritengono necessario completare una svolta di mercato a tutto campo, con visione internazionale e di ampie prospettive, e gli esponenti di un capitalismo italiano “padronale” legato a rendite e legami personali desideroso di ricostruire il “Salotto Buono”.

 

Per i vertici di Piazzetta Cuccia portare gradualmente i Benetton dalla propria parte significa aprire la strada all’affermazione del primo fronte nel 2023, bissando il risultato di Generali e respingendo, una volta per tutte, le offensive del secondo. Salvo contromosse clamorose, come l’alleanza del patron di Luxottica con una banca per aggirare i rigidi paletti della Bce alla sua ascesa.

MEDIOBANCA MEDIOBANCA

 

A Mediobanca resterebbe la possibilità di proseguire il percorso di crescita intrapreso, ai Benetton una fondamentale legittimazione di sistema e il superamento degli anni difficili aperti, sul fronte politico, di mercato e d’immagine, dalla tragedia del Ponte Morandi del 2018 con la definitiva inaugurazione di un nuovo corso.

il crollo del ponte morandi il crollo del ponte morandi GLI AZIONISTI DI MEDIOBANCA GLI AZIONISTI DI MEDIOBANCA giampiero massolo 3 giampiero massolo 3 GIAMPIERO MASSOLO GIAMPIERO MASSOLO una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…