jeff bezos iguana

COME LA SVIZZERA HA DETTO DI NO AD AMAZON - IL COLOSSO È STATO TENUTO FUORI DALLA PORTA DAGLI ELVETICI, CHE NON SONO CERTO DEI CASTRISTI ANTI-CAPITALISMO. MA NEL PAESE HANNO SCELTO DI DIFENDERE IL COMMERCIO NAZIONALE DALLE PRATICHE PREDATORIE DI JEFF BEZOS

Antonio Amorosi per www.affaritaliani.it

 

Amazon nel 2017 è finita nel mirino del fisco italiano perché accusata dalla procura di Milano di aver evaso 130 milioni di euro di tasse. La Gdf ha descritto un sistema con il quale il colosso fatturava le proprie attività in Lussemburgo in modo simile a quanto fatto in precedenza da Google.

BEZOS

Il colosso di Jeff Bezos, con 4 poli logistici in Italia e 23 centri, ha reagito dicendo che loro pagano tutte le imposte dovute in ogni Paese in cui operano: «le imposte sulle società sono basate sugli utili, non sui ricavi, e i nostri utili sono bassi»

 

E’ la complessa situazione dei big del web, costantemente accusati di eludere il fisco a fronte di fatturati stellari e condizioni di lavoro non sempre moderne.

 

Da anni Amazon ha trasformato il commercio mondiale e le condizione di chi lavora nel settore. Nel 2018 un cronista italiano, Luigi Franco, ha scritto un reportage per il magazine Millennium, dopo essersi fatto assumere come magazziniere allo stabilimento di Castel San Giovanni (Piacenza) e riscontrando condizioni di lavoro difficili, tra ritmi di lavoro pesanti, dettati da un algoritmo, e problemi di salute legati all’usura dei lavoratori applicati.

 

 

Ma per gli stati l’avanzata di Amazon, e delle sue condizioni di lavoro, sembrano irrefrenabili.

 

jeff bezos con leto e jenner

Ci ha pensato la Svizzera, non un Paese del terzo mondo o del “pericoloso” sovranismo europeo, a definire regole vantaggiose per le imprese nazionali e non per il colosso americano.

 

 

Nella primavera del 2018 era attesa l’apertura del primo centro di Amazon in Svizzera. Ma l’evento è stato anticipato da una nuova regola sull'Iva, entrata in vigore nel Paese di Guglielmo Tell dal gennaio 2019. Le società straniere che si occupano di vendita per corrispondenza e che generano oltre 100.000 franchi svizzeri l'anno in piccole spedizioni in tutto il mondo sono soggette a tassazione.

 

 

Il giornale Ticinonline ha calcolato che sarebbero circa 100.000 i clienti svizzeri che hanno ricevuto da Amazon una comunicazione in cui si spiega che dal 26 dicembre 2018 il sito americano non consegnerà più nella loro terra. E consiglia di effettuare ordini presso le filiali europee di Germania, Amazon.de, o Italia, Amazon.it. Queste filiali si vedranno comunque applicare un dazio (intorno almeno a 11.50 euro) su ogni prodotto, viste le nuove disposizioni.

 

Su Amazon.it si scrive che “a partire dal 1 gennaio 2019, Amazon applica l'imposta sul valore aggiunto svizzera ai prodotti forniti in Svizzera. Solo alle consegne dei libri si applica un'aliquota ridotta del 2,5% del valore del prodotto. Agli articoli delle seguenti categorie si applica un'aliquota standard pari al 7,7% del valore del prodotto: Musica, DVD, Video, PC e Videogiochi, Software, Abbigliamento, Sport, Gioielli, Orologi, Auto e Moto, Elettronica e Foto, Cucina, Casa e Giardino, Cancelleria e prodotti per ufficio, Strumenti musicali, Giocattoli”.

 

 

Semplice e indolore. La Svizzera, con i suoi 8 milioni e mezzo di abitanti ed una elevata capacità di garantire i propri cittadini ha imposto delle regole per favorire il commercio interno, penalizzando il più grande colosso mondiale che trasformerebbe il settore come ha già fatto in ogni altro Paese.

JEFF BEZOS DICK PIC

 

A queste condizioni vendere in Svizzera non conviene. Amazon non ha retto alle nuove imposte. “E’ una vittoria per il commercio svizzero”, ha reagito l'esperto di e-commerce Jan Bomholt al giornale 20 Minuten.

 

 

Non sarebbe difficile fare altrettanto in Italia, con i corretti accorgimenti del caso viste le dimensioni del nostro Paese e la presenza già forte di Amazon sul territorio. Fino ad oggi le scelte dei governi italiani sono state però in tutt’altra direzione. Come nel 2016 con la nomina, voluta dall’ex premier Matteo Renzi, di Diego Piacentini, senior vice president international di Amazon.com a commissario straordinario per l'attuazione dell'Agenda Digitale per il governo italiano.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)