benzina

CORSA VALORI (AL RIBASSO) - PESANTI CALI DELLE BORSE EUROPEE (TRA IL 3 E IL 4%), SOFFRONO HI-TECH, AUTO, COMPAGNIE AEREE E BANCHE - A PICCO IL PETROLIO, OGGI L'OPEC DECIDERÀ SE TAGLIARE ANCORA LA PRODUZIONE (RUSSIA CONTRARIA) - MENTRE I PREZZI ALLA POMPA SCENDONO DI POCHI CENTESIMI E I CONSUMATORI GRIDANO ALLA SPECULAZIONE, PERCHÉ IN 2 MESI IL GREGGIO È SCESO DEL 25%, I DISTRIBUTORI SEGNALANO IL CROLLO VERTICALE DEI CONSUMI E CHIEDONO AIUTO AL GOVERNO

1. TIMORI CORONAVIRUS PESANO SU BORSE. PIAZZA AFFARI IN FORTE RIBASSO. SPREAD VOLA, GIÙ IL PETROLIO

ANSA

 

Le Borse europee scivolano ancora. L'indice stoxx 600, che raccoglie le principali capitalizzazioni di mercato europee, cede il 3,9%, ai minimi da settembre dell'anno scorso. In profondo rosso Parigi (-4,1%), Francoforte (-3,9%), Madrid (-3,7%), Londra (-3,5%), Milano (-3,1%). Nel Vecchio continente soffrono l'hi-tech (-4,5%), il comparto dell'automotive (-4,1%), le compagnie aeree (-5,1%) e le banche (-4,1%).

BORSA MILANO

Ancora in lieve salita lo spread tra Btp e Bund che segna 186 punti, dopo aver aperto a 184 punti, 9 in più rispetto ai livelli ieri in chiusura di giornata. Il rendimento del decennale italiano è pari all'1,13%.

 

Euro in calo in avvio dei mercati. La moneta unica passa di mano a 1,1232 dollari mentre sullo yen è a quota 118,52.

 

Tornano le vendite sui mercati azionari. In Asia sono i titoli finanziari e i gruppi delle materie prime a soffrire più degli altri, sempre sotto l'effetto dei timori per l'impatto dell'epidemia da Coronavirus. L'indice della regione ha perso il 3,4%, Tokyo ha lasciato il 2,7%, Hong Kong il 2,16%, Shanghai l'1,2%, Shenzhen lo 0,74 per cento. Seul ha perso il 2,16% e Sydney il 2,8% ai minimi degli ultimi 11 mesi.

 

L'impatto sull'economia mondiale del coronavirus continua ad abbattere i prezzi del petrolio con il Brent europeo che scende sotto la soglia dei 50 dollari e passa di mano a 49,46 dollari al barile. In ulteriore calo anche il Wti che dopo i crolli della vigilia perde ancora l'1% a 45,44 dollari al barile. Per oggi è attesa una decisione sugli ulteriori tagli di produzione proposti dai membri dell'Opec che vedono però la Russia contraria.

 

 

prezzo petrolio 7

 

2. ALLARME DEI GESTORI ITALIANI: NEGLI ULTIMI 10 GIORNI CONSUMI IN CADUTA DEL 30%, RISCHIAMO IL DEFAULT

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

Dopo aver visto il petrolio del Texas crollare a fine febbraio a 45 dollari il barile ed il Brent del mare del Nord franare a 50 dollari per colpa del coronavirus, il cartello dei produttori di petrolio corre ai ripari e prepara un nuovo taglio della produzione di greggio pari a 1,5 milioni di barili al giorno. Oggi a Vienna i 13 paesi membri dell' Opec si incontreranno con gli altri 10 grandi produttori per il vertice Opec+ e sarà interessante capire cosa succederà dopo che la Russia, secondo produttore mondiale di greggio con 10,6 milioni di barili, ha respinto la proposta nonostante Arabia saudita e gli altri paesi del cartello abbiano proposto di farsi carico dei due terzi del taglio lasciando a tutti gli altri produttori l' onere di tagliare il resto della quota. In segno di protesta il ministro russo per l' energia Alexander Novak ha addirittura deciso di disertare la riunione lasciando Vienna già ieri sera.

 

Lo scorso dicembre l' Opec+ aveva già concordato un taglio di 1,7 milioni di barili (su un totale di 29,95 milioni), ma non tutti i paesi si erano però adeguati. A febbraio un comitato tecnico dell' Opec aveva poi raccomandato un ulteriore riduzione di 600.000 barili per contrastare la «epidemia di coronavirus in Cina e il suo potenziale impatto sul mercato petrolifero».

 

prezzo petrolio 6

Misura, questa, mai approvata ufficialmente dalla Russia. «Abbiamo un eccesso di offerta, è necessario che paesi Opec e non Opec facciano qualcosa per l' equilibrio del mercato», ha spiegato il ministro iraniano del petrolio Bijan Zangeneh chiarendo che senza l' ok di Mosca oggi «non ci sarà accordo». Ed anche per questo ieri le quotazioni, dopo un piccolo rimbalzo, sono tornate a scendere col paniere Opec che ha chiuso a 51,99 dollari contro i 52,65 di martedì.

 

L' appello di Faib e Figisc

 

Mentre i prezzi alla pompa scendono da settimane di pochi centesimi ed i consumatori gridano alla speculazione, perché da inizio anno il greggio è sceso del 25%, i distributori di carburanti segnalano il crollo verticale dei consumi e lanciano l' allarme chiedendo aiuto al governo. Secondo Figisc e Faib, negli ultimi dieci giorni le vendite di carburante in Italia hanno registrato flessioni generalizzate del 20/30% con punte di oltre il 50% nelle zone più a ridosso delle aree più direttamente coinvolte dall' emergenza ed anche superiori sulle autostrade a ridosso delle grandi aree urbane del Nord.

 

prezzo petrolio 3

«Le misure di contenimento dell' emergenza sanitaria - spiega il presidente di Figisc/Confcommercio, Bruno Bearzi - stanno oggettivamente determinando una progressiva riduzione della mobilità complessiva del Paese e questo non fa che aggravare una situazione già difficile del settore che ora rischia un default di liquidità». «Quello che preoccupa - sostiene a sua volta il presidente di Faib/Confesercenti Martino Landi - è il prosieguo dell' emergenza, cioè quello che accadrà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane con la Pasqua alle porte.

 

Se lo scenario non dovesse migliorare e il fermo delle attività nel nord del Paese dovesse prolungarsi, andremmo incontro anche a criticità nei rifornimenti, perché molte piccole attività non reggerebbero l' urto di un prolungato calo delle vendite a fronte di gestioni costose. E in quel caso anche la mobilità emergenziale potrebbe subire contraccolpi».

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."