DE BELLO BANCARIO – FRECCIATE. REGOLAMENTI DI CONTI. ALLUSIONI. ESTRATTO IN PILLOLE DEL GERONZI-PENSIERO – MASSONERIA E LA MESSA ANNUALE IN MEMORIA DI MATTIOLI NELLA CHIESA IN CUI MONTI SI È SPOSATO - ‘’A CALTAGIRONE GLI HO FATTO AVERE IL "MESSAGGERO" - LE PARE CHE PER REALIZZARE LA FUSIONE CAPITALIA-UNICREDIT C'ERA BISOGNO DI LUIGI BISIGNANI?” - CI SARÀ UN CONFITEOR DUE….

di Denise Pardo per l'Espresso

Del libro "Confiteor, Massimo Mucchetti intervista Cesare Geronzi" hanno parlato tutti, pioggia di recensioni, talk monografici, paginate intere di quotidiani. Anche perché non era mai successo che un banchiere di sistema, ex presidente di Capitalia, Mediobanca, Generali, per di più muto come una tomba per tre decenni, si trasformasse in un ex banchiere piuttosto chiacchierone. Le 362 pagine contengono il racconto di «trent'anni di potere, banche e affari».

Ma anche il giudizio, a volte tagliente e impietoso sugli uomini che popolano quei palcoscenici, sugli amici, i nemici, quelli che un tempo erano i santi protettori e poi sono caduti in disgrazia e quelli a cui rinfrescare la memoria, lanciare strali obliqui e trasversali, accorciare o allungare le distanze: «Io non temo nulla», dice Geronzi, « perché sono abituato a perdonare non a dimenticare». Chi ha orecchi per intendere intenda. Questo messaggio e tutti gli altri. Eccone un estratto.

«Guido Carli è il mio vero grande maestro». ( Preferenze di sistema 1 ).

«Nel 1976 durante una discussione parlamentare sull'inflazione, il senatore Beniamino Andreatta disse rivolto ai colleghi: "Mentre voi state discutendo c'è un signore di nome Cesare Geronzi che manipola il tasso di inflazione nel nostro Paese. Questo sconosciuto concorre ogni giorno a determinare il valore del cambio della lira con il dollaro impegnando le riserve valutarie del Paese"». ( Preferenze di sistema 2 ).

«Non ho mai fatto parte di cerchie. E Andreotti non ha nulla a che vedere con la mia nomina a Cariroma». (Giulio chi? Amnesie bancarie ).

«Gianni Letta è uomo di valore che viene diffusamente stimato, che rassicura, che s'impegna a dare una mano ma che non sempre riesce a mantenere le promesse...» ( Non tutte le ciambelle ).

«Le pare che per fare la Banca di Roma o per realizzare la fusione Capitalia-Unicredit c'era bisogno di Luigi Bisignani? Via. Diamo le giuste proporzioni alle cose». ( Tutto qui per il grande amico di un tempo? Bisignani a dieta ).

«Paolo Scaroni ha grandi capacità e grandissime relazioni ad ampio spettro. Formulo la previsione che egli sarà al verificarsi di un certo contesto postelettorale il futuro ministro degli Esteri». ( Governo Geronzi ).

«A Francesco Gaetano Caltagirone gli ho fatto avere il "Messaggero"». ( A Cesare quel che è di Cesare ).

«Capace, abile il dottor Palenzona non è mai un comprimario è uomo che esercita vaste influenze... Due o tre volte è sparito dal mio radar. Ma questo ci sta» ( Il nuovo capo, l'unico che nel libro meriti il titolo di dottore, che onore! ).

«Lei Mucchetti lo chiama Mr Tod's. Cesare Romiti lo aveva soprannominato Lo Scarparo. Diego Della Valle ha scosso l'albero con malagrazia e non gli hanno fatto nemmeno raccogliere la mela». (Adamo Diego ).

«Matteo Arpe è stato tradito da un eccesso di ambizione... nella mia grande generosità volli dare un'ultima chance al giovane Arpe, mi limitai a pretendere una lettera di scuse da rendere subito pubblica, naturalmente». ( Illusioni perdute ).

«In campo economico Giulio Tremonti ha proiezioni palingenetiche a volte immaginifiche o millenaristiche: grandi discorsi, poveri e nulli risultati. È un uomo molto capace, capace di tutto, e perciò inadatto ad assumere incarichi istituzionali come i fatti hanno purtroppo dimostrato». ( Siediti sulla sponda del fiume e aspetta ).

«Massimo D'Alema aveva concepito una profonda stima per Enrico Cuccia e giudicava Mediobanca tra i pochi soggetti privati che non mendicavano favori al governo e avevano un'idea generale del Paese». ( Banchiere Maximo )

«Presidente D'Alema cosa pensa di Geronzi? Geronzi è meglio della sua reputazione». ( Vanity fair )

«Non tenevo contro della modestia del management di Mediobanca il cui capo Alberto Nagel dimostra di non essere all'altezza». ( Bassobanca ).

«Senza togliere nulla alla sua indubbia professionalità, Gabriele Galateri è versato in quella vera e propria arte che è il "troncare, sopire"... Da noi in Mediobanca avrebbe iniziato quel mestiere di presidente che poi non abbandonerà più, conquistandosi un affettuoso nomignolo: piumino di cipria». ( Affettuosità presidenziali ).

«Non ho mai partecipato alla messa annuale in memoria di Raffaele Mattioli che Mediobanca organizza all'Abbazia di Chiaravalle alle porte di Milano. Quei riti a me romano sembrano un modo per definire e via via integrare con nuove leve una cerchia di seguaci che vuole essere esclusiva. A fare la selezione naturalmente è chi, spesso del tutto inadeguato al confronto, si autoelegge a custode dell'eredità di quel grande banchiere e se ne fa scudo». ( Messaggio a più destinatari: Nagel, Pagliaro, Monti che si è sposato a Chiaravalle... ).

«La massoneria conta davvero, molto di più di quanto si immagini. Nella finanza pullulano i fratelli. Chi fa il mestiere che ho fatto io riesce a spiegare tante cose soltanto come il risultato di solidarietà occulte e inconfessabili». ( Fratelli, e naturalmente, coltelli ).

«Sa ci sono più intrecci tra la politica e gli affari di quanti ne sognino le anime belle cripto leghiste anche quando si ammantano di cultura azionista». ( Anime in pena )

«Tangentopoli mi pare sia stata edificata a Milano. E queste banche del Nord che ci facevano la morale tutti i santi giorni non hanno forse fatto strage di amministratori locali in tutta Italia spacciando derivati a poveri sindaci e governatori ignari di quegli orrendi prodotti finanziari? Non hanno forse prestato miliardi a spericolati speculatori di Borsa e a immobiliaristi che non sono certo migliori di altri solo perché investono in Lombardia o si sono presi una compagnia di assicurazioni? E quei banchieri hanno fatto così per sbaglio o perché avevano un personale tornaconto nei bonus legati agli utili di fine anno che in quel modo potevano pompare?». ( Indirizzato a Unicredit, Intesa, Mediobanca... )

«Temo che il governo Monti manchi della cultura e del coraggio che servono a farsi paladini di grandi operazioni di politica industriale. E chi come Monti è stato nel cda Fiat avrebbe forse il dovere di ricordare agli eredi la storia dei nonni». ( Analfabetismo di governo ).

«Invece di nominare commissari a non so cosa l'economista Giavazzi e il manager Bondi, Monti dovrebbe impostare la riforma dell'alta burocrazia. Ma il governo dei tecnici è farcito di consiglieri di Stato. L'allenatore che ha fatto la formazione sa che chi tocca il Consiglio di Stato muore». ( Per chi è la cicuta? Solo per Monti? Solo per Antonio Catricalà, sottosegretario alla Presidenza, ex delfino di Gianni Letta? )

«Che dire della Corte dei conti, fonte principe dell'informazione anti-casta? Ma perché i suoi magistrati non intervengono prima dei disastri nei consigli d'amministrazione delle grandi imprese pubbliche delle quali fanno parte?». ( Regolamento di Conti ).

«Le propensioni per un Monti bis si alimentano della debolezza del personale politico su piazza. E delineano il crepuscolo della democrazia fondata sui partiti. Monti ha riformato le pensioni, ma non ha inciso sulle protezioni dei centri di potere della finanza. Non propone una organizzata politica industriale. Gliene manca la forza politica. Che potrebbe avere solo dal conforto delle urne e non da un ruolo di perenne Cincinnato». ( Dictator Mario ).

«È bene ricordarsi di quando gli spread si sono mossi calando: non certo dopo i vari Salva, Cresci, Semplifica, Sviluppa Italia. Mario Draghi ha evitato scenari nefasti per l'Europa. Ed è lui che merita la riconoscenza del Paese». ( Salvator Mario ).

Forse non finisce qui. Forse, ha annunciato Geronzi, ci sarà un Confiteor Due. Alea iacta est.

 

 

 

Cesare Geronzi Massimo Mucchetti Francesco Gaetano Caltagirone PALENZONA BUFFET fie74 romiti arpeTREMONTI MONTI enrico cuccia02 lapsca20 mario monti gianni letta mario stirpegianniletta

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…