renzi boschi di maio

ECCO PERCHE’ L’INTERVENTO SU CARIGE DI LEGA E M5S NON E’ PARAGONABILE A QUELLO DI RENZI E BOSCHI SU ETRURIA - BELPIETRO: “NEL CDA DELL'ISTITUTO LIGURE NON C'ERANO NÉ IL PAPÀ DI DI MAIO, NÉ QUELLO DI SALVINI - NON RISULTA CHE ALCUN FAMILIARE DEI DUE MINISTRI SI SIA RIVOLTO AL NOTO MASSONE E BANCAROTTIERE FLAVIO CARBONI PER FARSI SUGGERIRE COME SALVARE LA BANCA. NÉ SALVINI NÉ DI MAIO SI SONO RECATI DALL'AD DI UNICREDIT, DAL PRESIDENTE DELLA CONSOB E DAL DIRETTORE DI BANCA D' ITALIA PER SOLLECITARE IL SALVATAGGIO DELL’ISTITUTO E…”

maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (2)

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

Comincio a pensare che, a differenza di quanto sembrerebbe, Matteo Renzi non sia poi così furbo. Un politico furbo, infatti, si terrebbe alla larga dai temi su cui si è giocato la carriera, come per esempio le banche. Invece no, l' ex presidente del Consiglio si comporta come il topo con il formaggio. Pur sapendo che la trappola scatta, appena sente odore di banche è irresistibilmente attirato.

 

È accaduto in passato sul finire della legislatura: quando tutti sembravano essersi dimenticati del pasticcio da lui combinato con Banca Etruria e altri istituti, a Renzi è venuto il mente di chiedere la testa del governatore della Banca d'Italia e poi, proprio sotto elezioni, ha preteso una commissione d' inchiesta sui crac, con il risultato di far emergere le sue trame e quelle della sua compagna di merende, Maria Elena Boschi.

 

boschi renzi

Dunque, dopo tutto ciò che è accaduto, gli interventi della ministra per salvare la banca di papà e le conversazioni mattutine fra lo stesso premier e un noto finanziere di nome Carlo De Benedetti a proposito della riforma delle Popolari, sarebbe consigliabile tacere. Invece no, Renzi si dimostra ancora una volta non particolarmente furbo. E così ieri, appena avuta notizia della decisione del consiglio dei ministri su Banca Carige, il fu uomo forte del Pd ha cominciato a sparare contro il governo.

 

il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi 5

Lo ha fatto con un suo intervento via Facebook e poi ha dato il via libera a tutti i suoi compagni, Boschi ovviamente compresa. Il succo del suo intervento è il seguente: Di Maio e Salvini si devono vergognare perché hanno salvato la banca di Genova dopo aver criticato noi che salvammo Banca Etruria. A questo punto è bene fare un po' di chiarezza per specificare perché l' intervento su Carige non sia neppure minimamente paragonabile a quello fatto dal governo Renzi su Etruria e sulle altre banche.

 

Punto primo. Nel consiglio di amministrazione dell' istituto ligure non c' erano né il papà del leader dei 5 stelle, né quello del capo leghista. Ma oltre a non esserci alcun parente dei due vicepremier a fare il vicepresidente di Carige, non risulta che alcun familiare dei due ministri si sia rivolto al noto massone e bancarottiere Flavio Carboni per farsi suggerire come salvare la banca. Fra i dipendenti della Cassa di risparmio non figura neppure un fratello di Salvini, né un gemello di Di Maio.

 

il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi 7

Inoltre, né l' esponente pentastellato né quello sovranista pare si siano recati dall' amministratore delegato di Unicredit, dal presidente della Consob e dal direttore di Banca d' Italia per sollecitare il salvataggio del suddetto istituto.

 

Insomma, Carige non era un affare di famiglia, né della Lega né del Movimento 5 stelle.

Punto secondo. La banca genovese non è fallita, dunque non ci sono obbligazionisti che abbiano perso tutti i loro soldi. Infatti, ieri, non si sono registrate manifestazioni di risparmiatori davanti alla sede di Carige e neppure davanti alla casa di Salvini o di Di Maio, come avvenne invece a Laterina, paese in cui risiede Maria Elena Boschi. Di più: dopo la decisione del governo non c' è stato alcun suicidio, come invece avvenne nel novembre del 2015 a Civitavecchia. Luigino D' Angelo, pensionato dell' Enel che grazie al «salvataggio» di Etruria deciso da Renzi e compagni perse tutti i suoi risparmi, sentendosi truffato si impiccò nel sottoscala di casa per la disperazione e la rabbia.

FLAVIO CARBONI

 

Punto terzo. Carige non è stata commissariata dall' esecutivo di Giuseppe Conte, ma dalla Banca centrale europea di Mario Draghi. Non c' è stato dunque alcun ruolo del governo, né vi è stata un' anticipazione del bail in, ossia della normativa europea a proposito di banche, come invece avvenne all' epoca di Banca Etruria: mossa decisa da Renzi e compagni che scaricò i costi del crac direttamente sui risparmiatori.

 

Punto quarto. Al momento non risulta che qualcuno abbia speculato sulle azioni della banca genovese, sospetto che invece insorse ai tempi della riforma delle banche popolari che coinvolse Etruria. Come è noto, la Consob aprì un procedimento per insider trading ed emerse la famosa telefonata fra Carlo De Benedetti e il suo broker, in cui l'editore di Repubblica invitava il suo agente a comprare azioni delle Popolari perché la riforma ci sarebbe stata. La fonte era lo stesso presidente del Consiglio. Per la vicenda è ancora aperto un procedimento giudiziario e recentemente il giudice ha duramente criticato il modo poco approfondito con cui furono svolte le indagini.

il ministro giovanni tria (2)

 

Punto quinto. Il ministro Giovanni Tria ha deciso di offrire la garanzia statale ai bond che verranno emessi da Carige. È esattamente ciò che è stato fatto in passato con altre banche, tra le quali il Monte dei Paschi di Siena. Con una differenza: nessuno degli attuali partiti di maggioranza ha responsabilità nelle difficoltà dell' istituto ligure, mentre nel caso di Mps il principale responsabile del disastro fu il Pd.

 

Tutto ciò basta e avanza per spiegare come mai Renzi non dovrebbe neppure avvicinarsi all' argomento banche. Non perché al solo sentire l' argomento dovrebbe provare vergogna. No, sappiamo che non ne proverebbe. Dovrebbe stare alla larga solo per intelligenza.  

Ultimi Dagoreport

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…